Labyrinth of Galleria: The Moon Society – Recensione, a caccia di mostri

Labyrinth of Galleria: The Moon Society è il nuovo gioco di ruolo di Nippon Ichi Software, ecco la nostra recensione: si va a caccia di mostri!

Martina Lembo
Di Martina Lembo - Contributor Recensioni Lettura da 7 minuti
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Labyrinth of Galleria: The Moon Society

Labirynth of Galleria: The Moon Society è il nuovo videogioco di ruolo di Nippon Ichi Software, che verrà distribuito da NIS America per Playstation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch (piattaforma considerata in questa recensione) e PC a partire dal 14 febbraio 2023. Il team di sviluppo aveva precedentemente lavorato a un altro capitolo della serie, Labyrinth of Refrain: The Coven of Dusk, che presenta diversi punti in comune con questo nuovo progetto.

ATTENZIONE! Nella seguente recensione potrebbero essere presenti alcune informazioni spoiler riguardanti i contenuti del gioco, vi invitiamo quindi a continuare la lettura solo consci di ciò.

Entrerai nell’armadio?

Labyrinth of Galleria: The Moon Society si apre con l’arrivo di Eurika al bellissimo palazzo di Galleria Manor. Giocatrici e giocatori vengono messi, fin dai primi minuti di gioco, di fronte a un’avventura riccamente dialogata e con una grafica nitida e dai colori accesi. La ragazza è giunta a Galleria Manor in risposta a un annuncio di lavoro, nel quale venivano offerte due monete d’oro al giorno in cambio di qualcuno capace di trovare “oggetti nascosti”, non ben specificati.

Grazie alle sue abilità di osservatrice, e alle capacità domestiche che possiede, Eurika si presenta sul posto per iniziare a lavorare. Viene quindi accolta da Madame Marta, che fa le veci del proprietario di casa in sua assenza, ed è incaricata di metterla alla prova e spiegarle il lavoro con dovizia di particolari. L’inizio molto dialogato introduce i giocatori negli ambienti di Galleria Manor, una grande dimora con stanze spaziose e arredate sontuosamente.

Ben presto, tuttavia, la ragazza capisce che il lavoro per il quale ha fatto domanda non riguarda affatto le faccende domestiche. Gli oggetti che deve ritrovare sono spiriti e mostri nascosti nel labirinto al quale si ha accesso da un grosso armadio scarlatto, posizionato in una delle stanze di Galleria Manor. Come nel capitolo precedente, anche in Labyrinth of Galleria: The Moon Society l’esplorazione dei dungeon è centrale nell’avventura. Al di sotto del maniero è presente, infatti, un’ampia e articolata galleria, popolata da mostri che Eurika, in possesso della Lanterne de Fantasmagorie, deve affrontare.

Nella lanterna è racchiuso uno spirito, guidato dal Medium e impersonato dai giocatori. Procedendo con l’avventura, le esplorazioni del labirinto saranno sempre più complesse, con opzioni variegate per affrontare i pericoli che attendono nell’oscurità.

Un esercito di marionette

Eurika e la sua Lanterne de Fantasmagorie non saranno sole nel labirinto. Alla ricerca del Curios che dimora nell’armadio, infatti, la ragazza potrà contare su un esercito di marionette (puppet soldiers in inglese, che rappresenta la lingua di gioco), personalizzabile nei minimi dettagli e potenziabile con il tempo. Le marionette saranno i guerrieri che affronteranno i mostri del labirinto. Pertanto, è essenziale comporre il proprio esercito in modo bilanciato e saperne sfruttare al meglio le potenzialità.

Una volta sbloccata l’opzione della creazione delle marionette, ognuna delle quali deve essere guidata da uno spirito, ci si rende subito conto di quanto approfonditamente si possano personalizzare i soldati. Oltre a scegliere una delle macro-categorie (faces) a disposizione, dai guerrieri ai difensori, è possibile cambiare l’aspetto dei personaggi e selezionare la voce, le caratteristiche (che si ripercuoteranno sulle statistiche di combattimento della marionetta) e una serie di altre curiose opzioni, come soprannome e numero fortunato.

Per costruire una marionetta serve una discreta quantità di mana, che si raccoglie nel labirinto sotterraneo durante le esplorazioni. Il team di marionette può essere composto da un numero limitato di membri, ma è possibile formare un gran numero di squadre (circa un centinaio). Bilanciare ogni marionetta in modo che possa attaccare e difendere in armonia con il resto del team è spesso la carta vincente contro i mostri più grossi e resistenti, nascosti dietro le quest più complicate del labirinto. Un consiglio è quello di prendersi un po’ di tempo per elaborare una squadra che copra l’intero ventaglio di possibili personaggi.

Ritmi lenti, esplorazioni veloci

Labyrinth of Galleria: The Moon Society si presenta fin da subito, e in special modo nelle ore iniziali di gioco, come ricco di stringhe di dialogo. La spiegazione del mondo all’interno dell’armadio e del compito che spetta a Eurika si traduce in lunghe chiacchierate, che possono risultare pesanti da digerire. La lingua esclusivamente inglese rende più complesso cogliere le sfumature. Sebbene il gioco sia doppiato, ascoltare il parlato anziché leggere alleggerisce di poco le lunghe conversazioni. Madame Marta è particolarmente prolissa nel racconto di cosa si cela nel labirinto.

Questa lentezza del ritmo di gioco va in contrasto con la rapidità nell’esplorazione, che viene vissuta in prima persona dal giocatore con una semplice scelta della direzione in cui andare. I corridoi stretti e le pareti disseminate di porte vengono osservate in maniera raffazzonata, alla ricerca della prossima quest, del mana e dei mostri che si celano nel buio. Gli scenari esplorabili avrebbero potuto essere curati maggiormente, come sono state curate le creature da affrontare, diverse tra di loro e ben rappresentate.

L’impossibilità di salvare il gioco durante un dialogo è un malus aggiuntivo, che rende preferibile giocare in un momento di tranquillità, senza avere fretta. Si può utilizzare la comoda opzione del salvataggio automatico, ma impostare uno slot di salvataggio manualmente è più comodo e immediato. Nel complesso, tra esplorazioni, combattimenti, creazione delle marionette, dialoghi e illustrazioni degli ambienti e dei personaggi, Labyrinth of Galleria è un titolo godibile, ma a tratti pesante e fastidioso. Si sarebbero potuti curare maggiormente alcuni dettagli, come dialoghi più fluidi e ambienti sotterranei meno spogli. In un titolo dove la componente parlata/scritta è così importante, una traduzione in italiano sarebbe stata doverosa, perlomeno per le numerose stringhe di dialogo, senza dover necessariamente ridoppiare anche le voci. Il gioco rimane comunque interessante da vivere e da scoprire, in particolar modo nel mondo esplorabile.

Labyrinth of Galleria: The Moon Society
7
Voto 7
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Contributor
Cresciuta a pane e videogiochi, la sua passione per il mondo videoludico è nata negli anni '90 e si è sviluppata, un pixel dopo l'altro, a partire dalla sua prima cartuccia, Pokémon Giallo (che tutt'ora custodisce gelosamente). Laureata in Fisica e specializzata in Tecnologie Avanzate, è una lettrice accanita, adoratrice del MCU, divoratrice di film anni '80, amante dei giochi di ruolo e da tavolo, e cosplayer occasionale. Non resiste al fascino del vintage. Potrebbe capitarvi di vederla setacciare il web alla ricerca di cartucce originali per Atari 2600.