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Insane Robots – Recensione, teneri e letali robots da battaglia

Non fatevi ingannare dall’aspetto cartoonesco: Insane Robots potrebbe piacevolmente stupirvi, se preso per il verso giusto. Abbiamo provato per voi su PlayStation 4 un simpatico e coraggioso titolo indie, sviluppato da Playniac. Perché coraggioso? Perché propone una storia non banale e a suo modo profonda, in una veste alquanto insolita e per alcuni versi (purtroppo) un tantino infantile. Un gameplay certamente poco innovativo ma divertente ci accompagnerà alla scoperta di un’allegoria sulla libertà tutto sommato ben riuscita.

La Trama

All’inizio del gioco vestiremo i panni di Franklin, un cuoco robot che sogna di diventare un famoso chef. Purtroppo per lui non ricorda molto del recente passato, poiché per ordine di Kernel, il robot-despota che controlla tutti gli automi, è stato dichiarato insano, e la sua memoria è stata cancellata. Motivo della condanna, la propensione di Franklin a fare domande, un atteggiamento non concesso a un robot costruito per servire. Così l’aspirante chef finirà a combattere nelle Arene contro altri sfortunati Insane Robots come lui.

Insane Robots

A questo punto entra in gioco il misterioso Spark, una poliedrica scintilla d’energia che ci farà da guida e mentore, introducendoci in quella che a ogni livello prenderà sempre più la forma della cospirazione per abbattere il malvagio despota. Infatti procedendo col gioco, battaglia dopo battaglia sbloccheremo altri personaggi giocabili, ognuno con caratteristiche e personalità diverse, che si uniranno alla rivolta.

Carte e Board Game

Sostanzialmente Playniac ha realizzato un gioco da tavolo in versione digitale. A ogni inizio battaglia ci ritroveremo all’interno di un’arena formata da caselle esagonali, spostandoci sulla quale potremo raccogliere potenziamenti, affrontare eventi casuali gestiti in maniera simile ai vecchi giochi testuali, e ovviamente scontrarci con i nemici. Proprio durante questi scontri entrano in gioco le carte, ovvero l’unico mezzo a nostra disposizione per difenderci o infliggere danno. Le carte principali sono appunto di due tipi, Attacco e Difesa, alle quali si aggiungono i potenziamenti o gli Hack, speciali bonus per bypassare le difese avversarie o aumentare le nostre possibilità di vittoria.

Insane Robots

Qui il primo neo del gioco. Il fatto di avere a propria disposizione 22 carte casuali e non un deck personalizzabile rende i combattimenti un po’ ripetitivi e poco coinvolgenti, lasciando il giocatore in balia della sorte più che premiandolo per una determinata strategia.

Robots “pucciosi”

La scelta grafica probabilmente non sarà apprezzata da tutti. I robots protagonisti hanno tutti un aspetto cartoonesco, abbastanza infantile, ma ben definito: i vari personaggi infatti riescono ad avere espressività e personalità, trasmesse più che altro dai disegni buffi che li caratterizzano. La maggior parte di essi ha però un aspetto troppo bambinesco, che promette un’ironia identificabile solo a tratti e non sempre riuscita.

Insane Robots

Un’occasione mancata

Di per sé l’idea generale alla base di Insane Robots non è affatto male. I combattimenti a turni non richiedono  di apprendere meccaniche troppo complesse e le 15 ore di gioco richieste per completare la campagna in single player offrono contenuti discretamente buoni, seppur poco vari. Purtroppo non si può dire lo stesso per la modalità multigiocatore. Mentre le partite in locale non creano particolari problemi, ripetitività a parte, l’online non soddisfa. Probabilmente la causa è da ricercare nella mancanza di una community di gioco e nella poca popolarità del titolo: dopo una decina di tentativi effettuati, il sistema non è stato in grado di trovare nemmeno un giocatore da sfidare.

Per concludere, Insane Robots è un buon gioco, a patto di prendersi a cuore la sorte degli oppressi automi costretti a distruggersi a vicenda, come se fossero gladiatori. Purtroppo la scarsa varietà non riesce a coinvolgere del tutto e il prezzo proposto di 19,99 € è decisamente eccessivo, indipendentemente dalle console su cui si decide di giocarlo.

Giacomo Zanoni
Videogiocatore dall'età di cinque anni, passo le giornate a leggere fumetti e libri, a volte mi cimento nella scrittura. Adoro i giochi di ruolo e qualsiasi altra cosa in grado di narrarmi storie e farmi viaggiare stando comodamente seduto.

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