Indiana Jones e l’Antico Cerchio Recensione PS5, il grande ritorno dell’archeologo

Dopo l'ottimo prodotto che abbiamo assaporato su Xbox, ecco la nostra recensione della versione PS5 di Indiana Jones e l’Antico Cerchio. Preparate frusta e cappello!

Alessandro Ferri
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Alessandro Ferri
Senior Editor
Trentenne, vero appassionato di videogiochi, adora scrivere di videogiochi come se ne stesse parlando con gli amici al bar. Nostalgico dei classici anni '90 come Super...
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Recensioni
Lettura da 7 minuti
8.5
Indiana Jones

Dopo una lunga assenza dal panorama videoludico, Indiana Jones è tornato protagonista di un videogioco tutto nuovo, e lo fa nel modo più spettacolare possibile. L’Antico Cerchio non è solo una promessa di mistero e avventura, ma è anche ricco di quel fascino esotico che ha reso immortale il personaggio creato da George Lucas e Steven Spielberg. MachineGames, supportata da Lucasfilm Games, ci ha offerto un’opera che non tenta di rivoluzionare il genere, ma di rendergli omaggio con passione e competenza. Ora questo viaggio è disponibile anche su PlayStation 5,  un viaggio che anche sull’ammiraglia Sony si rivela sorprendentemente coinvolgente. Scopriamolo in recensione!

Siamo negli anni ’30, in un mondo sull’orlo del conflitto globale, e Indy viene trascinato in una nuova impresa che parte dal furto di un enigmatico manufatto tibetano, e che si snoda tra criptiche profezie, culti dimenticati e, ovviamente, un bel po’ di nazisti.

Il ritmo narrativo è serrato, le ambientazioni cambiano con una frequenza degna dei migliori film della saga, e ogni nuova location riesce a regalare quel senso di meraviglia e scoperta che, sinceramente, da troppo tempo mancava in un’avventura con la “A” maiuscola. Il tono generale oscilla tra serietà storica e pulp, con dialoghi scritti con cura e una regia che sa quando esagerare e quando trattenersi. E sì, c’è anche spazio per una nuova spalla femminile: intelligente, determinata e mai messa lì solo come contorno (interpretata dalla talentuosa Alessandra Mastronardi).

Fruste e archeologia

Dal punto di vista del gameplay, Indiana Jones e l’Antico Cerchio trova un equilibrio quasi perfetto tra azione, esplorazione e risoluzione di enigmi. Il sistema di combattimento è volutamente semplice, ruvido, quasi fisico: si combatte con i pugni, si schivano i colpi, si usano oggetti di fortuna. La frusta è l’elemento distintivo, tanto nelle risse quanto nell’interazione ambientale, e regala più soddisfazioni del previsto, grazie anche all’uso sapiente del DualSense. Le sparatorie ci sono, ma restano marginali: qui non siamo Nathan Drake o Lara Croft, siamo un professore con il cappello e la giacca stropicciata che si trova sempre nel posto sbagliato al momento giusto.

Voss
Il malvagio Voss mentre parla con Indiana.

L’esplorazione è un altro punto forte: tra corridoi rocciosi, templi sommersi e architetture millenarie, ogni ambientazione invita a osservare, analizzare e… a perdersi un po’. Gli enigmi sono ispirati, coerenti con l’ambientazione e mai frustranti: si tratta spesso di interpretare simboli, manipolare meccanismi antichi o leggere con attenzione qualche appunto dimenticato. Nessuna soluzione è mai troppo ovvia, e proprio per questo ogni enigma risolto dà una certa soddisfazione archeologica. Le sezioni stealth, presenti ma non troppo insistenti, rappresentano forse la parte meno riuscita, complice un’intelligenza artificiale non proprio reattiva.

Tecnicamente il gioco gira benissimo su PS5. La direzione artistica è ispirata, con ambientazioni dense di atmosfera e ricche di dettagli storici e culturali. I modelli dei personaggi sono convincenti, soprattutto Indy, interpretato da un Troy Baker sorprendentemente misurato e rispettoso dell’eredità di Harrison Ford. Le animazioni non sono sempre perfette, ma compensano con un taglio registico molto cinematografico. Le cutscene si integrano bene nel flusso di gioco, senza spezzare il ritmo. Ottimo il lavoro sull’illuminazione dinamica, in particolare nelle sezioni sotterranee o notturne, dove la torcia restituisce un senso di immersione davvero forte.

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Mentre si cerca i bandolo della matassa tra la folla

Il DualSense gioca un ruolo importante nell’esperienza: la frusta si sente diversa da qualsiasi altra arma vista finora, con vibrazioni che restituiscono la tensione del colpo e feedback tattili che variano a seconda della superficie o dell’oggetto colpito. Anche i grilletti adattivi offrono una bella sensazione durante arrampicate, interazioni e brevi sezioni di fuga. I caricamenti, grazie all’SSD, sono praticamente inesistenti: si entra e si esce dalle rovine senza interruzioni, proprio come in un montaggio cinematografico ben studiato.

“Io sono Indiana!”

La colonna sonora accompagna con eleganza, alternando momenti epici e temi più misteriosi. Ovviamente il celebre motivo di John Williams fa capolino nei momenti clou, ma anche il resto delle musiche è di ottimo livello, con orchestrazioni che non fanno mai rimpiangere il grande schermo. Il doppiaggio originale è di altissima qualità, e la localizzazione italiana – solo in sottotitoli – è curata, precisa, e restituisce bene lo spirito del copione.

Indiana Jones e l'Antico Cerchio
L’utilizzo della frusta vi darà grande soddisfazione

Per completare la campagna servono circa 15-18 ore, ma i collezionabili, le missioni secondarie e i documenti storici da recuperare possono facilmente raddoppiare la durata per chi vuole assaporare ogni dettaglio. Non ci sono modalità multiplayer né finali alternativi, ma sinceramente non se ne sente la mancanza: l’intera esperienza è costruita per essere goduta come un lungo e avvincente film interattivo.

Indiana Jones e l’Antico Cerchio non è un capolavoro assoluto, ma è esattamente quello che doveva essere: un’avventura dal cuore pulsante, costruita con amore per il personaggio e rispetto per il giocatore. È un ritorno in grande stile per un’icona che, pur non seguendo le mode, riesce ancora a dire la sua nel panorama videoludico moderno. E forse, proprio per questo, il gioco riesce a distinguersi. Con il cappello, la frusta e il coraggio di non voler per forza essere altro da sé.

Indiana Jones
8.5
Voto 8.5
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Senior Editor
Trentenne, vero appassionato di videogiochi, adora scrivere di videogiochi come se ne stesse parlando con gli amici al bar. Nostalgico dei classici anni '90 come Super Mario 64, non disprezza al brivido dei titoli moderni.