Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie – Recensione, un enorme potenziale, sprecato

Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie è un nuovo capitolo del famoso franchise, un buon prodotto visivo, che però spreca malamente la sua occasione .

Giorgio Maria Aloi
Di Giorgio Maria Aloi - Contributor Recensioni Lettura da 7 minuti
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Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie

Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie (Kingdom of  The Planet of the Apes) è un film del 2024 diretto da Wes Ball,regista della trilogia di Maze Runner e prossimamente anche del Live-Action del videogioco di Zelda. Si tratta del sequel di The War – Il Pianeta Delle Scimmie del 2017, nonché quarto capitolo della saga reboot (e l’inizio di una trilogia?). In totale, questo è il decimo film del franchise legato al Pianeta Delle Scimmie, iniziato nel 1968 e tratto dal romanzo scritto da Pierre Boulle.

Un salto di generazioni

Il nuovo film è palesemente ambientato alcune generazioni dopo il regno di Cesare. Il nuovo mondo ha come specie dominante quello delle scimmie senzienti, mentre gli umani restano nell’ombra. Sono cambiate tante cose  rispetto al passato, e il genere umano si è ridotto a causa di un virus da laboratorio che si era sviluppato ai tempi di Cesare, arrivando anche nel frattempo ad amplificare l’intelligenza delle scimmie, tanto che sono divenute una vera tribù.

La nuova generazione vive in una comunità dove regna la pace, e che ha la cultura dell’addestramento delle aquile, di cui rubano le uova per crescerle in modo che rispondano al loro richiamo. Ma la pace verrà interrotta bruscamente da Proximus Caesar, una scimmia dittatrice che ha costruito una società militare con delle tecnologie umane, e vuole stabilire un impero che si basa sul regime totalitario. La giovane scimmia Noa dovrà mettere in discussione tutto ciò che conosceva sui suoi antenati e capire quale sarà la giusta via da intraprendere per un futuro migliore sia per la sua specie che per quella degli umani

Un messaggio nascosto? 

Questo franchise ha dato una svolta non indifferente alla storia del cinema, ispirando anche diverse storie di fantascienza che arrivano ad immaginare un futuro ancora ignoto, e che potrebbe mettere paura alle persone del presente.

È un film profetico? Beh, più che altro si può giocare un po’ con la fantasia ed immaginare un futuro che potrebbe non essere piacevole per gli umani. Quindi, pensando al mondo attuale, non è che questo nuovo film voglia mandare un messaggio tra le righe? Se si guarda il mondo attuale e le scelte dei potenti di oggi, arrivando anche ad ignorare il passato, si potrebbe pensare che forse esiste il rischio che il mondo subisca un’involuzione, nonostante l’apparente progresso a cui viene sottoposto.

C’è ancora qualcosa da raccontare?

Tralasciando il possibile messaggio sociale che richiama in maniera sottile sia la contemporaneità che il futuro (soprattutto in ambito ideologico), si ritorna nell’ambito cinematografico.

Il franchise iniziato nel 1967, come è stato detto prima, ha dato una svolta alla storia del cinema, nel bene e nel male. Ci sono stati inizialmente i cinque film usciti tra il 1968 e il 1973 che si ispirano al romanzo di Pierre Boulle, per poi passare ad un remake poco convincente diretto da Tim Burton che si discosta dalla controparte letteraria.

Negli ultimi anni, è stato rilanciata una nuova trilogia che narra le gesta della scimmia Cesare, interpretato da Andy Serkis (Gollum de “Il Signore Degli Anelli“), e le origini della specie di scimmie super-intelligenti. Il nuovo film funziona sia da sequel che da reboot e, dopo la visione, ci si aspetta che vada sempre di più in quella direzione narrativa, che dovrebbe consolidare del tutto quella specie. Quindi la risposta è sì, ha ancora qualcosa da dire, ma il punto è il modus operandi adottato: se il franchise non viene sfruttato come si deve, si rischia di sprecare una buona occasione.

Il nuovo film funziona?

Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie si presenta sia come sequel diretto della trilogia con protagonista Cesare che come reboot della saga che dovrebbe dare inizio ad una nuova trilogia. In teoria, si potrebbe vedere direttamente il nuovo film e recuperare quelli vecchi anche dopo la visione, ma non si potrebbero cogliere i riferimenti alle precedenti pellicole. Cesare è stata una colonna portante di questa specie e la sua presenza si sente ancora nei nuovi protagonisti, dividendosi tra chi lo onora davvero e chi invece macchia il suo nome (non ricorda qualcosa, se si guarda bene attorno?)

Infatti, il film parla anche di eredità, passaggio di testimone e di cercare di capire meglio sé stessi e quale sia la cosa giusta da fare, per il proprio bene e per quello dei propri simili. Le varie razze possono coesistere? È il dilemma del film

Peccato che il film dispone di un’enorme potenziale che si è nettamente sprecato. Dal punto di vista visivo, è puro cinema, accompagnato da una CGI convincente, una fotografia luminosa ed una colonna sonora ben composta. Ma la trama non è sviluppata al meglio e i personaggi non sono caratterizzati del tutto.

Parte da una buona base, ma si perde strada facendo, con un ritmo oscillante che passa da una lentezza contestualizzata nella prima parte – per presentare i protagonisti e la storia – per poi prendersi il suo tempo nella seconda e arrivare ad un risvolto narrativo che si rivela una gran tirata di capelli. Ci sono fin troppi luoghi comuni, e sembra che il film sia più intento a mostrare questi che coinvolgere il pubblico, perché ad un certo punto l’eccessiva durata si percepisce e non poco.

C’è anche un leggero calo qualitativo anche dal punto di vista registico: la regia di Matt Reeves era cupa, calma e presentava la specie che pian piano si stava consolidando, mentre quella di Wes Ball non è così eccelsa, e cammina a braccetto con una scrittura scialba che non mostra un’evoluzione delle scimmie, che qui non è affatto avvenuta e questo stona non poco.

Ci si aspetta un chiarimento su certe domande lasciate in sospeso ed una particolare attenzione ai dettagli. Al di là del genere, non si possono trascurare alcuni aspetti, e si deve dare loro un senso, non lasciandoli a caso.

Il Regno Del Pianeta Delle Scimmie
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Voto 5
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