In uscita nelle sale italiane il 4 novembre 2021 dopo svariati spostamenti a causa della pandemia Covid-19, è arrivato il film prequel della famosissima serie tv I Soprano, andata in onda tra il 1999 e il 2007. Parliamo de I Molti Santi del New Jersey, che analizziamo in recensione. Un film che torna a parlare quindi della storia dei Soprano, una delle famiglie mafiose televisive ormai più famose nell’immaginario comune, “naturalmente” di origine italiana.
Da tempo lo storico creatore David Chase aveva mostrato interesse per continuarne la storia tramite un prequel e finalmente pochi anni fa l’HBO si è affiancata al progetto coinvolgendo il regista di alcuni episodi della serie, Alan Taylor, per dirigere il film. Dal soggetto e sceneggiatura dello stesso David Chase, nasce I Molti Santi del New Jersey, lungometraggio di due ore che si prende il coraggio di raccontare storie di famiglie mafiose negli Stati Uniti non molto tempo dopo un precedente ingombrante, quello di The Irishman di Martin Scorzese (qui la nostra recensione). I due film però sono molto diversi, fortunatamente.
Il punto di vista è quello di Anthony “Tony” Soprano, il protagonista della serie tv che in questo film è prima bambino, poi ragazzo. Sono sua la voce fuori campo e suoi sono occhi e orecchie che registrano quello che gli sta succedendo intorno. Da subito, fulcro della storia è il suo rapporto con lo zio Richard “Dickie” Moltisanti. Veniamo presto a conoscenza del fatto che sia proprio grazie a lui, in qualche modo, che Tony Soprano diventa il Tony della serie TV e ne rimaniamo subito incuriositi, visto che fin dalle prime scene il ragazzo, tutto sommato equilibrato e di sani principi (a parte qualche leggerezza da semplice ragazzo), non sembra abbia tanta intenzione di diventare un gangster, ma…
Le questioni della vita poi portano a compiere scelte che non avremmo mai immaginato di poter fare e, a quanto pare, Tony Soprano non è immune da questa ricorrente situazione. La parte interessante della sceneggiatura di questo film però, sta nel come la storia del rapporto tra Tony e lo zio, Tony e il padre Jhonny Soprano (più in galera che a casa) e tutti gli altri personaggi, si incastrino perfettamente nel clima degli anni sessanta degli Stati Uniti.
Più precisamente con la lunga estate calda del 1967, quella delle rivolte del Newmark, protagoniste vere di questo lungometraggio. La comunità afroamericana dell’epoca, infatti, era in pieno conflitto con quella italoamericana per il controllo dei traffici illeciti del New Jersey, ma anche con tutta la comunità bianca americana per gli innumerevoli episodi di razzismo che erano ancora, purtroppo, all’ordine del giorno. La società dell’epoca era in continuo fermento e il clima per niente sicuro. Una miccia dopo l’altra che portano ad accendere una vera guerra, che incrocia le questioni familiari dei Moltisanti e dei Soprano.
I Molti Santi del New Jersey, e un po’ di Italia
Il padre di Dick Soprano si fidanza con una giovane ragazza italiana, interpretata da Michela De Rossi, che diventa simbolo di un’altra delicata questione dell’epoca: quella che riguarda il ruolo della donna. Lei, intraprendente lavoratrice, si trova invece soffocata dal pesante clima maschilista in cui è costretta a vivere; quello per cui la donna che lavora si possa considerare qualcosa di sbagliato. Insomma, la questione afroamericana insieme all’inizio della lotta per la parità dei sessi, insieme alle storie delle famiglie mafiose.
Uno sforzo di sceneggiatura importante, tenuto insieme egregiamente da una regia adeguata, che se pecca lo fa in qualche lungaggine di troppo. Interessante il cast, di cui Alessandro Nivola è il protagonista, affiancato da Jon Bernthal (il noto Shane di The Walking Dead), ma anche dalla quasi sempre presente al cinema e in televisione Vera Farmiga. Michael Gandolfini è invece il giovane Tony Soprano.
Tutti i compartimenti del lungometraggio funzionano bene, senza particolari invenzioni, senza originalità di cui si parlerà per anni, ma non si può assolutamente dire che qualcosa non funzioni. Il problema – che non è un vero problema – è che questa storia rimarrà fine a sé stessa. È una storia forse nata per i fan de I Soprano, che funziona benissimo da sola… ma quante persone andranno al cinema per vedere I Molti Santi del New Jersey volendo vedere un film qualsiasi e non il prequel de I Soprano? Insomma, forse un piccolo rischio al botteghino che potrà diventare un successo solo se funzionerà bene il passaparola.