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Godstrike – Recensione, uno shoot’em up carico di fascino

Il genere degli shoot’em up arcade è uno dei più antichi dell’intero settore videoludico e che, grazie alla sua immediatezza sia nei comandi che nelle meccaniche, è riuscito a divertire intere generazioni di videogiocatori. Poi però, con il passare del tempo ha lasciato spazio ad altri tipologie di prodotti, diventando più un qualcosa d’improntato verso nostalgici e una nicchia a cui piace mettere alla prove le proprie abilità, piuttosto che alla massa videoludica che oggi sposta il mercato. Ebbene, nella recensione di oggi andremo a scoprire insieme Godstrike, opera creata dai ragazzi di OverPowered Team che tenta di colpire al cuore proprio questa specifica fetta di pubblico.

A caccia di maschere

L’opera pubblicata da Freedom Games presenta una sua narrativa, seppur utilizzata quasi esclusivamente per offrire una scusa al setting e all’ambientazione. Il protagonista di turno è Talaal, l’ultima delle sette maschera di Dio, inseguita dai suoi fratelli visto che quest’ultimi vogliono ottenere i suoi poteri. Fortunatamente, la maschera riesce a trovare una portatrice costringendola così a partecipare a una guerra che non le appartiene. La storia si presenta quindi con filmato animato dalla durata di qualche minuto, per poi proseguire esclusivamente attraverso citazioni e qualche linea di dialogo che andrà apparendo su schermo poco prima dei titoli di coda. Ovviamente gli sviluppatori non hanno puntato in alcun modo su questo elemento della produzione, ma rimane comunque simpatico vedere come il tutto non sia lasciato completamente al caso.

Godstrike

In questa recensione abbiamo comunque notato come Godstrike punti tutto il suo appeal sia sul concept che nel suo gameplay. Invece di strutturare il gioco in una serie di livelli, gli sviluppatori hanno preferito puntare esclusivamente sulle battaglie contro i boss. Il giocatore deve così controllare il proprio eroe mentre spara al suo oscuro avversario, nel tentativo di scansare ogni genere di arma scagliata da quest’ultimo. Si nota ben presto la natura trial and error dell’intero prodotto, dove ogni sconfitta significa un passo in più per comprendere il pattern di attacco del nemico di turno. La storia non è però finita qui, poiché ogni scontro presenta un timer che scende in continuazione sia con il passare del tempo che ogni volta che il giocatore viene colpito. Quando questo giungerà alla fine, lo schermo passerà a una palette cromatica in bianco e nero; potremo continuare a combattere, ma solo fno a quando il nostro avversario non riuscirà a prendere un’ultima volta la perseguitata Talaal. Insomma, già da questa breve descrizione è possibile notare come la produzione rientri perfettamente nel sottogenere dei bullet hell, con caratteristiche ludiche che sapranno presentarsi come punto di forza per determinati giocatori e di svantaggio per altri.

Un controllo semplice ed efficace

La struttura ludica si dimostra comunque ben studiata, non assolutamente originale ma capace d’offre quella particolare soddisfazione ogni volta che si raggiunge la vittoria. Il giocatore deve infatti studiare i movimenti dell’avversario e scoprire quando è il momento giusto di colpire, portando così a un esponente che non tenta in alcun modo una qualche ambizione o innovazione. Apprezzabile la possibilità offerta al giocatore su quale genere di sfida preferisca affrontare. Prima di ogni scontro, infatti, è possibile selezionare a piacimento potenziamenti, mosse speciali e perfino una modalità facile all’interno dell’avventura. Ovviamente, se si è dei veri temerari, è possibile affrontare il tutto senza alcun genere di bonus, riuscendo così ad accontentare ogni genere di utente. Certo, esistono altre opere ben più difficili che fanno parte dello stesso sottogenere, ma l’equilibrio che i ragazzi di OverPowered Team hanno creato rende Godstrike un prodotto che si fa apprezzare anche dai più esperti.

Godstrike

Il problema riscontrato in sede di recensione con Godstrike è il rischio che, una volta completate tutte le boss battle disponibili, la produzione possa venire presto a noia per la sua ripetitività. Apprezzabile sicuramente che in ogni fase i nemici cambino il proprio stile di approccio ma, allo stesso tempo, la varietà generale non non è particolarmente elevata, con il rischio che tutti diventi fin troppo prevedibile. Per tentare di ovviare al problema, il team ha provato a proporre varie modalità, quasi tutte accessibili sin da subito dal menù principale. Oltre alla storia, potremo lanciarci alla volta di missioni giornaliere, tentare la fortuna nell’arena o provare a completare le sfide. Tutte e tre seguono la stessa struttura che abbiamo già descritto, inserendo comunque qualche leggera differenza per cercare di tener alto l’interesse.

La sfida richiede di combattere con qualche genere di malus, le missioni giornaliere sono sostanzialmente la stessa cosa – potendo però essere affrontata esclusivamente una volta ogni ventiquattro ore – e l’arena permette di affrontare le battaglie con ogni genere di arma e bonus disponibile nel gioco. In particolare, quest’ultima caratteristica è indubbiamente interessante, visto che offre oggetti non utilizzabili all’interno della storia. Ovviamente non manca la classifica online, che permette di confrontare i propri tempi con gli utenti di tutto il mondo. Purtroppo, per sua stessa natura, il gioco tende così a rigirare ben presto su se stesso, e tutti gli utenti non amanti alla caccia del punteggio più alto potrebbero abbandonare la produzione molto velocemente.

Divertente ma breve

In sede di recensione ci teniamo a elogiare il lavoro di porting che caratterizza la versione Xbox One di Godstrike, rivelatosi ben realizzato visto che non è presente alcun genere di bug o glitch di sorta. Segnaliamo comunque una mancanza della traduzione in diverse lingue europee, compreso l’italiano, nonostante siano segnate nella pagina Steam del gioco. In ogni caso, lo stile grafico non presenta un’elevata ispirazione artistica ma attraverso i suoi colori vivaci si lascia comunque guardare. Un’elemento apprezzabile dell’art design è l‘evidente distinzione dei colpi dallo sfondo, cosa che può sembrare basilare ma che è in realtà è una sfida molto più grande di quanto si potrebbe pensare. La colonna sonora, purtroppo, non si dimostra niente di che, con tracce dimenticabili e incapaci di restituire la giusta adrenalina, soprattutto visto il tipo di prodotto.

Godstrike

7

Godstrike è un gioco che funziona, ponendosi piccoli obiettivi e riuscendo a portarli a termine senza infamia e senza lode. Il suo non essere ambizioso non è assolutamente un difetto, visto che permette a una nuova utenza di scoprire un genere ormai non più popolare come un tempo. Peccato per l'inevitabile ripetitività della struttura, i pochi scontri presenti e un comparto sonoro sotto le aspettative. Tutto sommato, un titolo che è in grado di colpire gli appassionati, grazie alla sua capacità di riuscire a divertire.

Giona Corucci
Io vivo e corro con il vento, ma la mia passione per la cultura pop è rimasta ancorata sin da quando ho ricordo. Ne è passato di dai tempi delle demo nelle merendine, e sono diventato un appassionato di molti settori di questo mondo: dai videogiochi al cinema, fino all'animazione e perfino la letteratura. In questo periodo della mia vita, spero di portare contenuti di qualità all'interno di Game Legends.

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