Ghost Recon Wildlands: Narco Road Recensione

Nicolò "Nico" Fratangeli
Di Nicolò "Nico" Fratangeli News Lettura da 5 minuti

Il nuovo titolo del franchise dedicato alla squadra Ghost, a circa due mesi dalla sua release ufficiale, si arricchisce della prima grande espansione; il gioco Ubisoft, che è riuscito nel regale intento di unire un open world vasto e credibile con un concetto di tattica e squadra, vede dunque espandersi grazie a Narco Road, primo contenuto scaricabile compreso nel Season Pass e nella Gold Edition del titolo. Come potrete leggere nelle righe successive, questo primo DLC vede Ubisoft mettersi in gioco nella sua totalità: Narco Road prevede infatti una campagna alternativa e soprattutto solitaria, snaturando quella che è la natura di Wildlands ma proponendo al consumatore un alternativa valida e credibile. Sarà riuscita la software house francese nel suo intento? Scopriamolo insieme!

Narco RoadEl Invisible

In Narco Road il nostro obiettivo principale sarà fermare il potente boss della nuova area di gioco, denominato El Invisible; come immaginabile, il modus operandi dell’intera nuova vicenda sarà esattamente lo stesso del canovaccio principale: preparatevi dunque a sottomettere prima i fidati scagnozzi del nuovo misterioso criminale, che come da copione governeranno a mò di feudatario tre delle quattro nuove regioni disponibili. Avremo a che fare con Arturo Rey, capo di una banda di motociclisti denominata Death Riders, con lo psicopatico e folle Eddie Escovado e con Tonio Mateos, un fanatico di muscle car che sembra essere uscito direttamente da uno dei capitoli di Fast & Furious. L’ispirazione con quest’ultimo non è certo finita qui, tanto è che in questo DLC un vena di tamarraggine e auto da corsa sarà più che presente: una scelta artistica e videoludica che risulterà sicuramente apprezzabile e divertente per i più, ma che magari farà storcere il naso a qualche purista della tattica e dell’azione pianificata. L’introduzione di salti acrobatici, anelli da centrare con vari mezzi e sfide di velocità strizza l’occhio anche ai vari Grand Theft Auto, rendendo di fatto la mappa più divertente e completa da esplorare e da vivere; una varietà che certo non manca in questo Narco Road, ma che come già detto snatura un minimo il concetto “serioso” di base.

Narco RoadAlone in my world

La principale novità a livello di gameplay è, come già detto, la totale dipendenza da se stessi e l’assenza di una squadra al nostro seguito; in Narco Road impersoniamo infatti un personaggio tutto nuovo, che andrà creato in un editor apposito con vestiti diversi per l’occasione. Dovremo infatti infiltrarci negli infidi territori governati dal nemico, e farlo con un’intera squadra sarebbe stato alquanto improbabile e pericoloso. Il nostro personaggio partirà già dal livello 20, con un albero di abilità già delineato e solamente potenziabile: se da un lato la scelta risulta coerente, visto che ci troviamo in un’altra avventura non longeva e dunque “personalizzabile” per il nostro personaggio, avremmo sicuramente gradito qualche opzione in più per il nostro nuovo alter ego, con magari qualche skill esclusiva per questa campagna alternativa. Ma le differenze sostanziali sono indubbiamente a livello di puro gameplay. Nella campagna principale di Wildlands potevamo infatti contare sul nostro team, sincronizzando movimenti, target da scegliere e momenti in cui sparare; in Narco Road il nostro unico amico sarà il nostro fidato drone, indispensabile per visualizzare la zona da attaccare e i nemici di ronda. Ucciderli, stordirli e/o utilizzarli come ostaggi sarà nostra prerogativa, e infatti occorrerà variare decisamente approccio rispetto alla campagna principale; purtroppo il tutto non risulta sempre bilanciato alla perfezione, alzando nettamente il picco della difficoltà specie all’inizio. Con questo Narco Road, come già citato, Ubisoft si è messa in gioco totalmente: da un lato troviamo un approccio tutto nuovo, diverso e diversificato dalla longeva e riuscita campagna principale di Ghost Recon Wildlands; dall’altro ci troviamo dinnanzi a un’esperienza non sempre riuscita, claudicante nella fisica dei nuovi mezzi e , soprattutto, che rinnega quello che è da sempre il mantra di Ghost Recon. Ubisoft ha dunque cercato di offrire ai consumatori un’esperienza complementare e varia rispetto al gameplay standard, ma che siamo certi non mancherà di far storcere il naso ai puristi della serie.

Condividi l'articolo
Nato col videogioco nel sangue, riceve a sei anni la sua prima console: l'indimenticabile SNES; distruggendo joystick a furia di Donkey Kong Country e Super Mario, riceve un paio di anno dopo l'amore della sua vita: Sony PlayStation. Console che l'accompagnerà per tutta la sua carriera videoludica, tantè che la ritroviamo attaccata e funzionante nella sua cameretta, appena sotto le sorelle maggiori. Da buon collezionista e amante di retrogaming passa parte del tempo su Ebay a cercare qualche chicca Retrò, ritrovandosi ogni volta in lacrime alla vista del prezzo di Suikoden II PAL.