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Firewatch – Recensione

Firewatch, uno dei titoli indipendenti più promettenti ed intriganti mostrati allo scorso E3 2015, è finalmente arrivato e ci ha lasciato un’esperienza davvero unica, ecco perché.

Firewatch

Con questo titolo vivremo un’avventura in prima persona che unisce esplorazione e mistero da vivere in solitaria, ambientato nelle zone selvagge del Wyoming, ma non inizieremo subito ad esplorare.

COME UN PUGNO NELLO STOMACO

Il gioco inizia con un breve ma intenso prologo, dove faremo sin da subito delle scelte che influenzeranno lo sviluppo del gioco ma non l’esito finale che sarà sempre lo stesso.

PROLOGO: Corre l’anno 1975: Henry è giovane, impulsivo; si perde nella chiassosa baraonda di un bar attenuato da una birra di troppo. Julia è bellissima. Vale la pena provare, avvicinarsi, tentare un approccio un po’ impacciato; restare stupiti dalla sua risposta, innamorarsi.
E poi stare insieme, fare progetti, scegliere i nomi dei propri figli. Qualche anno, accadrà un avvenimento che segnerà per sempre la vita di entrambi. Di anno in anno, il matrimonio degenera: tutto ciò che che si erano costruiti con fatica svanisce poco a poco.

PRESENTE: È l’anno 1989. Henry ha abbandonato la sua vita incasinata per lavorare nel selvaggio Wyoming. Arroccatosi sulla vetta di una montagna, svolge ora l’incarico di guardaboschi: proteggere la natura selvaggia dalle calamità naturali e dal vandalismo dell’uomo, è ormai divenuto il suo pane quotidiano. L’idea di restare isolati per qualche mese nelle foreste selvagge del Wyoming, diventa altamente allettante, persino necessaria al fine di schiarirsi le idee. È un’estate particolarmente calda e secca, che mantiene tutti in allerta. Tuttavia Henry non sarà solo: a tenerci compagnia ci sarà il nostro supervisore sarcastico e con il sorriso sempre stampato in faccia: Delilah, quest’ultima sarà sempre in contatto con noi attraverso un walkie-talkie e rappresenterà l’unico contatto con il mondo che Henry si è lasciato alle spalle.

OSCURE PRESENZE

Qualcosa di strano trascina Henry fuori dalla torre di avvistamento, si troverà ad esplorare il selvaggio e sconosciuto ambiente circostante, dovendo affrontare quesiti e fare scelte che potrebbero costruire o distruggere l’unica relazione significativa che gli è rimasta. Ed è in questo modo che inizia l’avventura di Firewatch, con una semplice missione di routine: qualcuno sta illegalmente sparando dei fuochi di artificio nel parco e Delilah manda Henry ad investigare. Il primo giorno, tutto sommato, sembra procedere tranquillamente dopo aver parzialmente “risolto il caso”, sulla via del ritorno, però (è già calata notte), accade qualcosa di inquietante: una strana figura sembra osservare il protagonista dall’alto di una sporgenza (inutile la richiesta di Henry di farsi identificare) per poi sparire nell’oscurità.

Firewatch

David Crockett o quasi

Principalmente verremo chiamati ad investigare in determinati luoghi o raccogliere provviste\oggetti. Nulla di così eccitante, ma d’altro il nostro compito è salvaguardare il parco e i suoi animali. Sapersi orientare è fondamentale, ma spesso la piantina non è molto precisa, il che però potrebbe anche risultare una sfida in più per i più avventurosi. Per fortuna troveremo in giro delle note lasciate da altri guardaboschi con le posizioni dei vari sentieri e (forse) qualche oggetto utile da poter utilizzare nelle nostre pattuglie. In Firewatch non ci saranno pistole o super abilità, ma saremo armati delle più utili bussola e cartina topografica! Sì, perchè la difficoltà più grande in Firewatch sta proprio nell’orientarsi per raggiungere la posizione designata. E vi possiamo assicurare che è davvero difficile con la cartina topografica ed una semplice bussola riuscire perfettamente nell’intento! Se sarete fortunati, troverete comunque anche una torcia e corda da scalata, da non sottovalutare!

Firewatch

Un magnifico paesaggio immerso nella natura

La cosa che colpisce di più nel titolo creato dagli studios Campo Santo è il paesaggio: maestoso, ma al tempo stesso tranquillo. I colori sono accesi e sgargianti, una piccola, grande gioia per gli occhi. La grafica cel-shading è stata azzeccata in pieno e la natura non è mai stata così viva! Peccato che ogni tanto dei rallentamenti più o meno vistosi entrino in scena rovinando l’azione. Firewatch non è caratterizzato da una vasta gamma di musiche o di effetti sonori. Gli unici suoni che udiremo sono quelli della natura: il vento che soffia, il cinguettio degli uccelli, i piccoli corsi d’acqua ci fanno immergere completamente nella natura selvaggia. Gli unici stacchi, saranno quelli creati dal walkie-talkie, e più precisamente dalla voce di Delilah ma anche da alcuni brani strumentali che entrano in scena per sottolineare determinate situazioni, dal tono malinconico e che forse qualcuno avrebbe preferito fossero stati più presenti, anche se la scelta dal team di sviluppo permette di immedesimarsi al massimo nella natura e nell’ambiente di gioco.

Firewatch

Aguzzate tutti i sensi!

Tra paesaggi mozzafiato e lunghe escursioni, il vero fulcro di Firewatch è rappresentato dal walkie-talkie: questo determinerà lo sviluppo della trama del gioco e il nostro rapporto con Delilah, l’unica persona con cui siamo in contatto e l’unico supporto in caso dovessimo riscontrare delle difficoltà. La scelta di una determinata risposta cambierà lo sviluppo della trama ma soprattutto le risposte di Delilah. Queste ultime dovranno essere date in un lasso di tempo davvero breve, il che potrebbe risultare fastidioso per chi non mastica bene l’inglese, portando quindi a scelte casuali, ma che in realtà fanno immedesimare ancora maggiormente in Henry, vivendo le sue stesse sensazioni di ansia e persona travolta dai fatti. Un eccellente lavoro infatti, è stato fatto anche nel doppiaggio (ahimè non disponibile nella nostra lingua): i doppiatori Rich Sommer e Cissy Jones con le loro interpretazioni riescono a trasmettere certe emozioni, che descriverle con le parole è praticamente impossibile. Dovete udirli con le vostre orecchie!

Firewatch

Firewatch

7.8

Firewatch lascia qualcosa in noi. È innegabile. Magari solo grazie a pochi attimi: una corsa disperata in un momento di insicurezza snervante, o un'insolita chiamata di Delilah nel cuore della notte, irradiata dalla luce di un incendio che sembra non voglia estinguersi mai. Non giocatelo per la sua dimensione, o per il miraggio di un'esplorazione che quasi non c'è: i sentieri da percorrere sono pressoché delineati e costrittivi, la trama è l'unica forza portante della produzione Campo Santo. Non sarà un'esperienza di certo che vi cambierà la vita, ma lascerà dentro di voi ricordi molto forti.

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