Etrian Odyssey Origins Collection è la rimasterizzazione dei primi 3 capitoli della serie Etrian Odyssey sviluppati da Atlus, i creatori anche e soprattutto della serie di Shin Megami Tensei e di Persona. La serie di Etrian Odyssey è nata e cresciuta sulle portatili di punta di Nintendo, partendo dal Nintendo DS fino al 3DS, ed appartiene al genere dei Dungeoun Crawler non procedurali – quindi con dungeoun che non cambiano di partita in partita – e presenta anche alcune interessanti gimmick che vedremo tra poco. Si tratta di un trio di titoli validi ancora oggi? Oppure hanno subito, come a volte capita, il passare degli anni in termini di formula di gioco? Scopriamolo in questa recensione della Etrian Odyssey Origins Collection!

Il gameplay di Etrian Odyssey Origins Collection

Non appena si inizia una nuova partita ci viene chiesto di creare una gilda per esplorare i dungeoun e, successivamente, di selezionare i membri del party che la comporranno. In Etrian Odyssey Origins Collection ci sono più di 10 classi giocabili e reclutabili nella propria gilda, ognuna con 5 differenti artwork appositi (tendenzialmente due maschili e due femminili) e si possono anche rinominare i membri a proprio piacimento.

Ci viene suggerito da subito di fare un sostanzioso reclutamento di membri, anche molti più del minimo indispensabile per riempire la formazione principale per le spedizioni (che corrisponde a 5 unità). Si possono infatti reclutare quasi 30 personaggi alla volta, semplicemente tenendo in “panchina” quelli che non prendono parte alle spedizioni nei dungeoun, ed è anche possibile creare e salvare formazioni preimpostate per alternare più velocemente il leveling, senza dover necessariamente cambiare tutti a mano ogni volta.

Abbiamo citato il fattore leveling, e quindi parliamo della forte componente RPG di Etrian Odyssey Origins Collection. Ogni personaggio quando livella, oltre a veder crescere le proprie statistiche, guadagna anche dei Punti Abilità, da investire nell’apposito Albero delle Abilità che è diverso per ogni classe. Al suo interno è possibile incrementare statistiche specifiche, come i Punti Vita (PV) o i Punti Tecnica (PT), sbloccare dei talenti utili per l’esplorazione come la possibilità di scavare in punti appositi oppure, infine, accedere ad Abilità Attive eseguibili consumando i PT.

Determinate mosse si apprendono sbloccando prima altri tasselli dell’Albero delle Abilità, ognuno di essi livellabile fino al 10 per aumentarne i benefici attivi (in caso di una mossa) o passivi (come in caso di una statistica aumentata). Si tratta sicuramente di un lavoro di bilanciamento mastodontico, dovendo prevedere a tavolino almeno la maggior parte delle combinazioni possibili, e serve avere assolutamente un party vario ed eterogeneo nei ruoli per uscire da ogni situazione. Ci sono infatti mostri particolarmente vulnerabili ai danni magici, oppure altri che prendono molti danni dagli attacchi fisici di base, e ciò rende molto significativo, in modo potenzialmente piacevole, il peso delle scelte durante i combattimenti a turni che andiamo ad affrontare.

In Etrian Odyssey Origins Collection il sistema di combattimento a turni è abbastanza classico, con la possibilità di selezionare un’azione per ogni personaggio del proprio Party tra Attacchi base, Abilità, l’uso di oggetti e così via. Nei combattimenti contro molteplici mostri è fondamentale indirizzare bene i propri attacchi, decidere chi eliminare per primo e chi lasciare per ultimo, perché a un livello di difficoltà alto non è difficile incappare in qualche perdita durante gli scontri. Serve quindi un party molto equilibrato, in grado di infliggere danni di diverso tipo e soprattutto con dei support validi in grado di curare o potenziare gli alleati. Il combattimento a turni è sicuramente uno dei cuori pulsanti di Etrian Odyssey Origins Collection, ma altrettanto si può dire della formula di gioco scelta per l’esplorazione.

Il motivo per il quale in questo Dunegoun Crawler non c’è proceduralità è che il giocatore deve disegnare “a mano” il contenuto della mappa di gioco, per poi fare anche dei report di ciò che la propria squadra d’esplorazione ha scoperto. Fa insomma parte del gioco crearsi la mappa dei dungeoun, segnando principalmente i punti di interesse costante (come i punti di raccolta attraverso, per esempio, lo scavare per terra per trovare oggetti utili o di valore). Un compito per certi versi molto topografico che per alcuni potrebbe risultare anche tedioso, però potenzialmente stuzzicante in quanto abbastanza particolare da avere il suo fascino.

Parliamo comunque di qualcosa che di solito nei giochi non si fa, che può dare quella sensazione di nuovo che spesso si cerca nei progetti di minori dimensioni, la classica idea fuori dagli schemi al posto di quella standard che punta sulla qualità realizzativa. A onor del vero va detto anche che non è nemmeno nulla di trascendentale, rimane una semplice chicca il cui valore aggiunto esiste ma non è di chissà quale entità, alla fine il gioco sarebbe stato godibile anche senza questa meccanica e quando una tua gimmick è accessoria, beh, è un punto di forza fino a un certo punto.

Ritmo e progressione di gioco

Etrian Odyssey Origins Collection nasce da titoli per console portatili e, come tali, hanno sia pregi che difetti tipici di quel tipo di progetti. In primis l’estrema ripetitività delle situazioni di gioco, praticamente un loop infinito che possiamo riassumere così:

  • Avvia la spedizione nel dungeoun
  • Combatti, sconfiggi i mostri, livella e ottieni i drop, raccogli il raccoglibile da terra con le abilità apposite per l’esplorazione ambientale
  • Torna in città (che è praticamente l’hub di gioco) e vendi tutto quello che hai trovato alla mercante, a volte sbloccando anche nuovi oggetti, armi o armature in base a cosa le viene venduto
    • Compra eventualmente nuove risorse o nuovi equipaggiamenti
  • Se hai membri del party fuori combattimento, rianima i compagni caduti
  • Riposa pagando una stanza per una notte per ripristinare PV e PT
  • Riparti dall’inizio

Il costo della rianimazione e della stanza è proporzionale alla forza del proprio party, tenetelo a mente.

Questo gameplay loop si presta non bene, di più, a una fruizione in portabilità con le vecchie console, quando le aprivamo per mezz’oretta alla volta nei ritagli di tempo oppure, a seconda delle situazioni, per ore intere quando ci si coricava sul divano e non ci si schiodava nemmeno pregando.

Dinamiche, per così dire, che chi è nato tra la fine degli anni ’90 e i primissimi anni 2000 conoscerà senza dubbio molto bene. Con Nintendo Switch questo feeling è sicuramente tenuto intatto almeno in parte, essendo una console ibrida, ma avendo provato noi Etrian Odyssey Origins Collection su PC per questa recensione, e quindi con una fruizione da “fisso”, a volte siamo rimasti tediati nelle sessioni di gioco più prolungate.

Probabilmente giocato su Steam Deck o sul più recente Rog Ally sarebbe stata tutta un’altra cosa, per quanto il disegnare i bordi delle mappe sia molto comodo con il mouse e non, forse, altrettanto usando un touch screen senza pennino. Il punto è che in questo caso la piattaforma che sceglierete per giocare potrebbe fare la differenza proprio sulla percezione dei ritmi di gioco, perché appunto figli di un game design pensato per un gioco portatile.

Immancabili anche gli incarichi e obiettivi secondari da completare, come l’eliminare determinati nemici o droppare determinati oggetti, che sono un po’ la linfa vitale dei Dungeoun Crawler e sempre vie utili per racimolare valuta di gioco extra. Meno apprezzabile per certi versi l’estremo grinding necessario, e vi assicuriamo che se si intende livellare 2 o peggio 3 party diversi parallelamente, bisogna avere tanta, ma tanta, pazienza. Soprattutto considerando che i mostri appaiono solo dopo un tot di passi fatti, non sono incontri procedurali realmente frequenti o cercabili volontariamente (come l’erba alta di Pokémon, per intenderci) e ciò rende ancora più lunghi i tempi di farming. Ripetiamo come fossero giochi per console portatili, e Atlus ha dimostrato come su console fissa operi diversamente con il grinding, rendendolo molto meno tedioso pur se presente, però non si può ignorare che il risultato finale sia a volte pesante da digerire.

Il comparto tecnico di Etrian Odyssey Origins Collection

Piccolo capitolo finale sul comparto grafico e sonoro che, a nostro avviso, sono davvero ben realizzati. Gli sprite di personaggi e mostri, le ambientazioni e soprattutto il comparto sonoro sono stati tuti rimasterizzati molto bene, ed Etrian Odyssey Origins Collection è piacevolissimo da guardare, molto colorato e con un suo stile riconoscibile (ma parliamo pur sempre di Atlus, e se la conoscete un minimo non dovreste esserne così stupiti). Non abbiamo nemmeno rilevato traccia di bug o glitch particolari, dal punto di vista tecnico è stato fatto un lavoro ineccepibile!

Etrian Odyssey Origins Collection è un gioco che, se siete appassionati delle opere di Atlus, vi consigliamo fortemente di giocare. La presenza di tanti personaggi da gestire, l’esplorazione, la profondità della gestione del party (e anche i tempi di grinding un po’ troppo lunghi) sono tutti fattori che vi terranno sui 3 capitoli di questa collection molto a lungo.

Consigliato anche agli appassionati di JRPG in generale, mentre se non amate il genere il troppo grinding potrebbe essere uno scoglio, quindi valutate bene. In definitiva sicuramente una collection promossa!

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Etrian Odyssey Origins Collection

7.5

Etrian Odyssey Origins Collection è una remastered molto ben realizzata dei primi tre Etrian Odyssey, dei titoli Dungeoun Crawler validissimi e ben fatti, ma che, complice la loro natura originaria da giochi per console portatili, hanno un ritmo di gioco a volte fin troppo tedioso. In definitiva però una collection da promuovere e che consigliamo soprattutto agli appassionati!

PRO
  • Un sistema di gioco molto solido, ma...
  • Rimasterizzazione grafica che rende giustizia ed enfatizza le opere
  • Molte ore di gioco di buonissima qualità.
CONTRO
  • ... il gameplay loop, pensato per la portabilità, alla lunga può stancare.
Alessio Fuscà
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.

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