VideogiochiRecensione

Dying Light – Recensione

Ce ne ha messo di tempo a decidere quando uscire, ma finalmente siamo riusciti a mettere le mani su questo titolo alquanto atteso, Dying Light.

Cosa ci faccio qui!!

Partendo dalla storia, impersonerete Kyle Crane, agente della G.R.E., e vi troverete “lanciati” (non metaforicamente, verrete proprio buttati, naturalmente col paracadute) dentro a una zona di quarantena. Zona di quarantena contesa tra 2 fazioni, le quali tenteranno di accaparrarsi di tutte le possibili scorte di Antizin (farmaco che ritarda gli effetti della zombificazione), e naturalmente, gli zombie.

Nell’arco di pochi secondi verrete aggrediti da dei ceffi, morsi da uno zombie e, fortunatamente, tratti in salvo da una delle due fazioni: tutto l’equipaggiamento che avevate se ne andrà a benedire.
La vostra missione, che non sto qui a spoilerarvi, verrà quindi interrotta dal dover aiutare i sopravvissuti capitanati da Brecken, mentre combatte contro il dittatore Rais.

2

Un paesaggio mozzafiato (e non solo)

La prima cosa che salta all’occhio in Dying Light è la grafica. Qualcosa di eccezionale, davvero suggestivo ed emozionante. I riflessi del sole, il buio che vi avvolgerà col passare del tempo e le texture di gioco sono lavorate alla perfezione, rendendolo uno dei migliori di questa generazione.

Le texture dei personaggi sono ben caratterizzate, ma sull’altra faccia di questa medaglia troviamo zombie molto simili gli uni agli altri: potremmo infatti contare quattro o cinque aspetti per tipologia di zombie.

Difetti nel reparto grafico non ne ho riscontrati, seppure il gioco l’ho giocato a 60fps a grafica massima, cosa che verrà limitata invece su console (Ps4 e Xbox One) poichè si fermerà ai 30fps, niente di così distruttivo.

Piccola nota dolente, dovuta più che altro al fatto che mi appresto a recensirlo dopo 2 giorni che è uscito: Dying Light su PC soffre di cali di frame rate e freeze devastanti, dovuti a pop up di informazioni per la quest o a semplici caricamenti delle zone lontane. Sappiamo già che il problema verrà risolto a breve tramite una corposa patch, ma per chi non vuole aspettare, togliendo qualche funzione NVIDIA al gioco e il V-Sync, potrete godervelo comunque.

4

Usa la testa!

Dapprima il gioco nasce come un Dead Island: successivamente, a causa delle innumerevoli features inserite, è stato cambiato il titolo e creato un nuovo gioco.

Il primo impatto vi ricorderà subito un altro gioco: Mirror’s Edge, poichè il sistema di scalata è molto simile. Ma i punti in comune si bloccano qui: Dying Light infatti sfrutterà il parkour non come gameplay portante del gioco, ma come mezzo per svolgere i propri compiti.

Andando nel dettaglio, ciò che dovrete fare nel gioco è sfruttare l’ambiente circostante per evitare gli zombie per strada, e per raggiugere gli obiettivi che vi prefisserete.Le missioni saranno composte da una storia principale, e da delle missioni secondarie di recupero o salvataggio.
Nel caso in cui lo scontro fosse inevitabile, vi trovereste a combattere con armi improvvisate, e con la possibilità di scagliare 4/5 colpi, a causa della poca stamina: all’esaurimento di questa, il recupero vi impedirà di effettuare attacchi utili. Oltre all’attacco dell’arma, avrete a disposizione anche un calcio e delle abilità di scalata.

In Dying Light il sistema di controllo del personaggio è il classico di ogni gioco in prima persona, con una semplice differenza: il tasto salto, che ci permetterà di raggiungere le cime più elevate, alla semplice pressione si comporterà come un classico salto; tenendo premuto invece, mentre vi troverete a mezz’aria e vicino a un bordo, vi permetterà di aggrapparvi.

Per quanto riguarda le armi, un sistema di potenziamento vi permetterà di migliorare danno, velocità o durabilità: infatti, ogni arma, dopo una serie di utilizzi, perderà ogni funzione, e potrete ripararla con dei materiali che troverete nelle casse sparse nella città, e nei cadaveri.

Alcuni di questi materiali potrete inoltre usarli per creare Medikit, Bombe o anche Shuriken, creando così un vero e utile sistema di Crafting.

2043933-716563_20130613_001

Sparse nella mappa troverete inoltre delle zone sicure, ovvero recinzioni o barricate libere (o da liberare) da zombie. Li potrete dormire, far passare la giornata, cambiare l’abito o prendere oggetti dal deposito.

Se contro gli zombie quindi vi troverete a menare le mani (e le armi) evitando morsi e movimenti molto lenti, ciò che stupisce è la IA delle persone vive nel combattimento: non sarà raro provare a colpirli e ricevere parate o addirittura vederli schivare.
Ma ciò che Dying Light guadagna in combattimento, lo perde nelle posizioni dei nemici: mentre gli zombie, seppur non avendo la facoltà di ragionare, cercheranno di inseguirvi tramite luci e suoni, gli umani, tenuti a debita distanza, rimarranno fermi immobili ad aspettarvi.

Nel complesso il gameplay punta ad una cosa solamente: far utilizzare la testa al giocatore. Niente farming, niente binari. Vi troverete a dover cercare il miglior percorso, la migliore arma, il miglior stile e tutto esclusivamente per sopravvivere.

Ma tutto quello che vi ho raccontato fino ad ora è solo una parte del gioco, che si chiama Dying Light. Luce Morente. Perchè, come ben sappiamo, dopo il giorno viene la notte. E la notte è pericolosa in questo gioco.
Mostri che di zombie hanno poco, molto veloci e aggressivi, inizieranno a rincorrervi, obbligandovi esclusivamente a scappare da loro. Avranno un cono di visibilità, dalla quale dovrete non farvi vedere, mentre comunque schivate i normalissimi zombie per strada; il tutto illuminato da una piccola torcia. Divertente la possibilità, in queste sezioni, di vedere alle vostre spalle, mentre correte, spingendo un tasto: non solo vi aiuterà a vedere chi vi insegue, ma renderà il gioco ancora più ansioso e immersivo.

Chi non corre in compagnia…

Come tutti i videogames di questo tempo, l’inserimento di una modalità online è un dogma: Dying Light punta a un cooperative multiplayer, tale da farvi giocare il gioco in compagnia di altri utenti. Ma non pensate minimamente che il gioco diventi quindi più facile: coordinare più persone in un titolo con un grado di immersione così alto è compito arduo.

Conclusione

Tirando le somme, Dying Light è funzionale. Mi spiego meglio: l’obiettivo di un Survival/Horror Zombie è quello di farvi tremare di paura, di farvi trovare ogni possibile modo per sopravvivere e di immergervi nell’atmosfera di solitudine e disperazione. L’aggiunta di una sotto trama dovuta al dover nascondere l’identita di agente del GRE, le battaglie tra le due fazioni, la possibilità di adattare il gioco al proprio stile e la magnifica resa che gli ambienti del gioco hanno mi porta a classificare.

Dying Light

8.2

Se volete un survival horro free roaming, ecco il vostro gioco. La visuale in prima persona, unita al parkour e ai combattimenti, trasformano il gioco in una vera lotta per la sopravvivenza. Sfruttato davvero bene il ciclo giorno/notte, che rende il gioco diverso di volta in volta.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche