Ci sono giochi che non hanno bisogno di presentazioni e DOOM è a pieno titolo uno di questi. Considerato dai fan, ma non solo, il re degli sparatutto in prima persona, il frenetico gioco made in Bethesda compie 25 anni. Dal 1993 l’industria videoludica ha fatto balzi da gigante, e il modo di giocare così come le richieste dei giocatori sono cambiati drasticamente, con la produzione di titoli corposi e ricchi di spunti narrativi, gameplay complessi e articolati ad aumentarne la profondità narrativa e di azione in game. Bene DOOM ci dimostra che anche se sono trascorsi 25 anni, una base di gameplay solida e priva di fronzoli può ancora tenerci incollati davanti ad uno schermo per ore. Il Doomslayer non sembra invecchiato di un solo giorno nella riedizione per PlayStation 4 dei due capitoli “classici” e del loro seguito apparso sugli scaffali nel 2004.
Alle origini di un mito
Da molti considerato il capostipite di un intero genere, all’epoca del suo esordio, DOOM si affacciava sul mercato dovendo fare i conti con alcuni suoi “antenati”, come ad esempio Wolfenstein 3D, per citare un titolo dello stesso produttore. Tuttavia riuscì a conquistare il cuore e i Personal Computer dei giocatori, offrendo loro non solo ciò che allora veniva considerato innovazione, ma soprattutto un gameplay solido ed estremamente coinvolgente, che avrebbe rivoluzionato per sempre il mondo dei first person shooter. Anche nel 2019 DOOM proietta il giocatore nell’azione immediata e frenetica che gli diede fortuna nel 1993. Sorprendentemente i risultati della trasposizione sulla console Sony non intaccano quasi per nulla la qualità del gioco originale, salvo qualche sporadico calo di frame rate (difetto riscontrato anche negli altri due capitoli testati).
Non ci vengono fatti sconti: il titolo di Bethesda è ancora lo spietato, brutale e divertentissimo sparatutto che i più fortunati hanno giocato anni fa su PC. L’ormai leggendaria colonna sonora metal e le animazioni splatter portate all’esagerazione funzionano ancora, nonostante la semplicità dei comandi possa in un primo momento spiazzare il giocatore abituato ai videogiochi più moderni. Questa nuova edizione è inoltre arricchita dal nuovo episodio Thy Flesh Consumed, che introduce ben 9 nuovi livelli carichi di adrenalina e armate infernali. Non mancano nemmeno le modalità co-op e deathmatch in locale fino a 4 giocatori.
DOOM 2: il Re degli FPS
Se il gioco del ’93 fu un successo, DOOM II fu un vero trionfo. Uscito ad un solo anno di distanza dal suo predecessore, sfruttava i medesimi asset per proporre un titolo più completo e se possibile ancora più adrenalinico, tanto da essere ancora oggi considerato da molti il Re indiscusso degli sparatutto. Anche in questo caso, nella nuova edizione per console di questa generazione, rimane immutato l’appeal action del titolo, completamento libero dalle imposizioni dettate dal dover raccontare una storia, ancora più diretto nel metterci contro orde di mostri e Tecnodemoni.
Anche nella nuova versione il “Re degli Sparatutto” mostra di meritarsi la propria fama, sfidandoci ancora una volta a portare al limite le nostre capacità di ammazza demoni virtuale, in un tripudio di budella che esplodono, creature infernali e percorsi labirintici. Ancora una volta potremo avvalerci di un letale arsenale per farci strada attraverso ambienti più vasti e un numero di nemici quasi sempre soverchiante.
Oltre a darci la possibilità di ripescare un vero e proprio classico che ha lanciato nell’era moderna ciò che ora consideriamo retrogaming, la remastered di DOOM II ci presenta i Master Levels, ben 20 nuovi scenari creati dalla community degli appassionati nel corso degli anni, grazie anche al supporto degli sviluppatori. Di nuovo troviamo le modalità multigiocatore già viste nel primo capitolo, sempre e solo in locale fino a un massimo di 4 giocatori. Sia in questo gioco che nel precedente è presente tra le opzioni la modalità cheat, che permette di avere accesso a tutti gli oggetti, le armi, all’invincibilità e molto altro, bloccando però l’accesso ai trofei.
Alla riscoperta di DOOM 3
Il terzo ed ultimo titolo che compone questo trittico di videogiochi ci riporta a quello che rappresentò una svolta drastica in quanto a stile di gioco, ambientazione e grafica. All’epoca della sua uscita DOOM 3 suscitò opinioni contrastanti e molti dei fan dei primi due capitoli si dissero delusi dal cambio di rotta intrapreso. Oltre ad abbandonare lo stile grafico precedente in favore di qualcosa che potesse esaltare maggiormente le capacità delle piattaforme di quel periodo, il titolo del 2004 si differenzia in maniera particolare per il level design: non più ampi corridoi e stanze piene di nemici, bensì ambienti più stretti e claustrofobici, spesso molto bui.
Più simile a un survival horror che al folle shooter alle origini della saga, questo terzo capitolo non è un sequel dei suoi predecessori, ma piuttosto una reinterpretazione del primo. Tramite uno story telling abbastanza lineare, viene spiegata in maniera più narrativa la trama che negli episodi del ’93 e del ’94 poteva solo essere intuita sullo sfondo. Di fatto siamo di fronte ad un gioco profondamente diverso, ma che potrebbe trovare nuova fortuna in questa sua edizione rimasterizzata, presentandosi ad un pubblico che apprezza maggiormente le avventure horror a base di zombie e jumpscare. Purtroppo il gioco non ha alcuna modalità multiplayer, ma include tutte e due le espansioni Resurrection of Evil e The Lost Missions.
Soddisfatti dalla resa su PS4 di DOOM 3 (versione da noi testata per tutti e tre i titoli), possiamo affermare che sebbene porti con sé il fardello di una fama controversa, questo gioco ha il merito di rappresentare un momento di passaggio fondamentale nella storia dello sparatutto più celebre di Bethesda che vale la pena recuperare.
Un pezzo di storia a un prezzo stracciato
L’effetto nostalgia gioca senza ombra di dubbio a favore di queste tre riedizioni della serie DOOM, ed è chiaro che Bethesda voglia strizzare l’occhio e ingolosire i giocatori in attesa di DOOM Eternal, in arrivo il prossimo 22 novembre. Rigiocare queste vecchie glorie inoltre va ben al di là della passione per il retrogaming: l’ottima resa su console della versione testata per fluidità e ricchezza dei contenuti aggiuntivi, fanno di questa trilogia un acquisto quasi obbligatorio per chi, magari per questioni anagrafiche, non ha potuto giocarci ai tempi della prima pubblicazione. Insomma, è un po’ come recuperare una fetta di storia dei videogiochi.
A rendere ancora più interessante l’acquisto, troviamo poi dei prezzi davvero abbordabili per tutte le tasche. Su PlayStation Store infatti, il costo dei primi due capitoli è di 4,99 € l’uno mentre DOOM 3 è venduto per 9,99 €. Meno di 20 € per tre giochi di questo calibro, valgono decisamente la spesa. Unica grana, è per giocarci è richiesto l’accesso obbligatorio ai servizi di Bethesda.net (che non comporterà nessun costo aggiuntivo). Se non si dispone di un account Bethesda, bisognerà dunque crearlo, dopo il primo accesso il gioco si connetterà automaticamente.
Il nostro consiglio è dunque quello di rigiocare la trilogia classica di DOOM con queste nuove edizioni, e di godervi le folli avventure infernali del Doomslayer dall’inizio alla fine: sarà una bella sfida per le vostre abilità di gamer e per la vostra sete di azione.