Difficile, questa è la parola che ha caratterizzato il genere di cui ci accingiamo a parlare, come è difficile anche la stesura di questa recensione. Difficile è provare a ricreare le atmosfere, le sensazioni e gli scenari che hanno gettato le basi per quello che sarebbe stato il primo “livello” di un genere ad oggi universalmente amato. Demon’s Souls è ad oggi probabilmente la massima espressione dell’idea di Miyazaki, che rivelò al mondo la sua visione più di una decade fa. Sarà riuscita Bluepoint Games a mantenere le promesse e le aspettative con il suo remake? Scopriamolo insieme in questo viaggio verso l’anima del demone!
Boletaria, un mondo in declino
L’umanità è al collasso: Boletaria è l’ultima città che si erge a baluardo del genere umano. Il pericolo viene da fuori, da un luogo remoto: nessuno sa come o perché si sia manifestato ma l’Antico è giunto – e con lui – il male che divora il mondo si propaga ovunque. Moltissimi eroi hanno tentato l’assalto a questo nemico, in molti sono periti nel tentativo, mentre di altri se ne sono perse le tracce, esempi sono Sint Urbain o la strega Yuria che hanno cercato delle risposte proprio tra i meandri di Boletaria, perdendo la strada o divenendo prigionieri. Nel manifestarsi di tutto questo, giunse il Nexus, o potremmo dire, si rivelò: non si sa come sia arrivato a noi, ma è noto che questo altro non è che il luogo dove dimora la Dama in Nero, un demone antico, più vecchio forse perfino dell’Antico che minaccia il mondo.
Lo scopo della Dama è quello di guarire il mondo, e per farlo intona un canto dimenticato da tempo e riporta in vita il suo campione, al quale viene affidato l’arduo compito di scendere negli abissi di Boletaria, trovare le anime dei demoni maggiori che infestano questo universo e giungere alla verità finale, ovvero arrestare il potere dell’Antico. Da qui inizia un viaggio ricco di pericoli e informazioni sparse qua e là, che il giocatore potrà raccogliere o semplicemente ignorare. Moltissime risposte non verranno date o quanto meno non saranno scontate, mentre alcune si configureranno come puro appannaggio del giocatore, che potrà scegliere la sua verità.
Anima e Tendenza di Demon’s Souls
Il nostro eroe si muoverà in un mondo devastato e per farlo potrà usare cinque Arcipietre, ciascuna delle quali lo porterà in un luogo diverso dall’altra, dove diversi demoni lo attendono, qui dovremo prendere il coraggio di affrontare ogni sfida al meglio. Ogni Arcipietra ha tre livelli di profondità, l’ultimo dei quali è sempre abitato dal Demone Maggiore che infesta quella parte di mondo. Seguendo la sua strada, il nostro eroe si troverà contro demoni di ogni sorta, fino a giungere al mostro finale, che di norma è quasi sempre enorme e complesso. Caratteristica peculiare del titolo è la Tendenza del mondo: questa non cambierà solo in base alle nostre scelte, effettuate salvando o meno dei personaggi o morendo più e più volte ad esempio, ma sarà proprio il fato a scegliere quale Tendenza ha in quel momento il luogo che visitiamo.
Potremmo trovarci in un luogo di volta in volta con Luce Piena, Neutrale, Oscura o Perfettamente Oscura; a ognuno corrispondono degli eventi all’interno del mondo in questione, ad esempio potrebbero apparire dei nemici che altrimenti non ci sarebbero (definiti Spettri Oscuri). Non è esclusa la possibilità di assistere alla presenza di scale che conducono a un livello segreto o a delle porte invisibili; insomma il mondo cambia a seconda di questo fattore, il che porta il giocatore a dover prestare non poca attenzione a questo tratto del gioco. Imbracciate le armi, o le bacchette se preferite lanciare magie, in Demon’s Souls l’impatto sarà simile a quello che avrete probabilmente provato con Dark Souls (il che è un controsenso, dato che il capostipite della serie è proprio Demon’s Souls).
Con ogni arma è possibile effettuare un attacco leggero e uno pesante, che variano a seconda di come la si impugna (se ad una mano o a due mani) e come accade in questi giochi, ognuno consuma una certa porzione della barra di stamina, che si rigenererà con il tempo, più lentamente se terrete alta la guardia con lo scudo. Questo è un ulteriore elemento fondamentale del titolo, che in alcuni casi potrà anche trasformarsi in un arma d’attacco qualora sia abbastanza grande o dotato di aculei. La magia vi obbligherà a utilizzare come arma principale una bacchetta mentre i miracoli vi richiederanno un effige, che funziona analogamente alla prima.
Altro elemento da non sottovalutare è il peso dell’equipaggiamento: infatti in Demon’s Souls, i maestri di Bluepoint hanno scelto di inserire un limite di peso anche alle “pozioni”, rappresentate da diversi tipi di erbe curative, costringendo il giocatore a scegliere cosa portare con sé in battaglia e cosa lasciare nel baule dentro al Nexus. Effettuare un level-up risulta facile, vi basterà parlare con la Dama in Nero e donarle le anime che avrete raccolto. Nel caso in cui decidiate invece di forgiare delle armi leggendarie, dovrete anzitutto potenziare le armi presso il fabbro nel nexus e poi portare le stesse a quello presente nella seconda Arcipietra, assieme all’anima del demone maggiore che avrete sconfitto.
Anime Blue
L’opera sviluppata da Bluepoint Games è immensa, lo studio è riuscito a rendere il mondo di Boletaria più vivo che mai, dando voce a quegli elementi estetici che potevano essere rimasti muti nella realizzazione di FromSoftware, che in quest’occasione invece cantano. Il colpo d’occhio è sensazionale, la resa a schermo ha dell’incredibile e tutti gli effetti particellari vengono sfruttati al massimo grazie alla potenza di PlayStation 5. Il vero colpo di genio è comunque l’accoppiata Demon’s Souls e DualSense. Durante il gioco infatti, a seconda dell’arma che imbraccerete, dell’arco che tenderete e dei colpi che parerete, il controller vibrerà diversamente e ci darà l’immedesimazione massima nel gioco. Trovandoci su un ascensore, lo scatto degli anelli di una catena che tirano su il meccanismo verrà riprodotto dal DualSense, che inoltre fornirà sensazioni diverse in base a dove ci troviamo.
Il gioco è dunque perfetto? Ebbene dobbiamo dire che i 60 FPS promessi nella modalità “prestazione” sono granitici nella maggior parte delle sezioni di gioco, eccetto nella terza Arcipietra, dove in alcuni casi abbiamo riscontrato violenti cali di frame. In alcune sessioni di gioco, specialmente contro boss enormi come il Cavaliere Torre, la telecamera non si comporta invece al meglio. Per il resto, l’opera di ricostruzione rasenta la perfezione estetica, unica macchia che vediamo è la scelta di non aver pensato a eventuali DLC ed espansioni future per questo capolavoro, che potrebbero essere tuttavia prima o poi annunciate.