La questione sui dati di vendita di Days Gone ha monopolizzato l’attenzione della community PlayStation in questi giorni, con uno degli ex sviluppatori del team di Bend Studio, vale a dire Jeff Ross, che si è scagliato con estrema forza nei confronti della casa nipponica, rea a suo dire di non voler dare spazio a una IP molto apprezzata e venduta.
Ebbene, nelle ultime ore è stato reso noto come la stima di Jeff Ross di circa 10 milioni di copie vendute, sia partita da premesse completamente sbagliate e assolutamente non indicative dei valori effettivi di vendita. La conseguenza di ciò è che se la stima non è palesemente sbagliata, di certo è estremamente sovrastimata.
Ma partiamo dall’inizio per chi non avesse seguito da vicino tutti i passi della vicenda. Negli scorsi giorni uno degli ex sviluppatori di Bend Studio e che ha lavorato come una delle figure principali del progetto, vale a dire Jeff Ross, ha attaccato Sony per la storia della cancellazione di Days Gone 2, che a suo modo di pensare, sarebbe stata immotivata.
Infatti, secondo una sua personalissima stima le vendite sarebbero state di circa 9 milioni di copie su console al 2020 e 1 milione di copie aggiuntivo su PC. Di conseguenza, la decisione di Sony di abbandonare il progetto è sembrata assurda per tutti i fan oltreché per la critica specializzata.
Tutti davamo per assodato, che il ruolo di Ross gli avesse dato la possibilità di accedere a informazioni più realistiche su quanto avvenuto con una certa dose di affidabilità. Ma non è così, visto che lo sviluppatore ha ammesso di aver conteggiato il valore grazie al numero di trofei sbloccati riportati sull’ormai defunto sito di Gamestat che conteggiava quanti giocatori avessero sbloccato fino a quel momento un certo numero di trofei.
Questo valore non ha alcuna reale valenza statistica, visto che include al suo interno una miriade di variabili possibili che di seguito vi accenniamo come semplice esempio:
- Copie acquistate ma mai avviate
- Copie fisiche usate rivendute a successivi utenti
- Copie per i giornalisti
- Copie digitali acquisite grazie al PlayStation Plus ma non realmente acquistate, etc.
Soprattutto l’ultima di queste voci va a impattare in modo significativo sulla sommatoria dei singoli dati, proprio perché gli abbonati che hanno provato il gioco con il PS Plus sono innumerevoli, senza però averlo mai acquistato.
Di conseguenza, pare strano dirlo, ma l’intera faccenda si è rivelata quasi in un nulla di fatto e i dati di Ross, per quanto possibilmente espressi in buona fede, non sono assolutamente attendibili per eseguire una stima coerente di vendita.