Daredevil Stagione 3 – Recensione, il diavolo torna su Netflix

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 5 minuti
9
Daredevil Stagione 3

Dopo la cancellazione di Luke Cage e Iron Fist, il terrore nel mettere mano alla terza stagione di Daredevil era molto alto. D’altronde, è la prima serie Marvel Netflix ad arrivare al numero 3, e di certo per farlo deve avere qualcosa da raccontare. Palesemente questa stagione è un grande passo indietro da quello che aveva mostrato la seconda stagione, ma non in termini di qualità. Scopriamo insieme perché il diavolo di Hell’s Kitchen stavolta è davvero tornato.

Il passato bussa alla porta

Dopo il finale di Defenders avevamo visto un Matt Murdock sfinito ma vivo, sopravvissuto al crollo del palazzo dove si era tenuto lo scontro con la Mano. Finalmente la mitologia di Daredevil torna in possesso del corpo della serie TV, soppiantando gli errori della seconda stagione e tornando a raccontare la storia di Matt Murdock, di suo padre e di sua madre. Evitiamo spoiler per chi non conosce la serie a fumetti, ma c’è da evidenziare come gli sceneggiatori abbiano messo mano a qualcosa che definisce finalmente il diavolo custode in qualcosa di più realistico, tangibile.

Distrutto nel corpo e nell’anima, Matt Murdock (Charlie Cox) dovrà fare i conti con il ritorno inaspettato di Kingpin, aka Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio), capire cosa fare con la sua vita da vigilante, ma soprattutto decidere se lasciare seppellito sotto al palazzo la vita dell’avvocato Murdock.

Daredevil Stagione 3 è una ricerca delle proprie origini, siano esse fatte d’amore o di violenza: ecco quindi che non vediamo solo Murdock, ma anche ciò che è successo a Karen Page (Deborah Ann Woll) e com’è la famiglia di Foggy Nelson (Elden Henson). Spazio anche per il passato dei villains di questa serie, con il Kingpin di Vincent D’Onofrio in una delle sue migliori interpretazioni di sempre, ma soprattutto con Benjamin Poindexter (Wilson Bethel), chiamato dagli amici Dex. Per chi conosce il fumetto, questo nome è uno degli pseudonimi di Bullseye, acerrimo nemico di Daredevil, che scopriamo in questa serie in tutta la sua psicosi omicida.

daredevil-3.13

Old but gold

Daredevil Stagione 3 è un ritorno alle origini, non solo per i tremi trattati: il diavolo torna al suo vecchio costume e la sceneggiatura torna a essere più incentrata sulle battaglie e la psiche umana (che su trame politiche complesse). Tutta la stagione sarà infatti un crescendo di emozioni, che porterà ogni singolo personaggio a sviluppare la sua personalità, cercando di trovare il proprio posto nel mondo. D’altronde è di questo che si tratta: lo scopo personale, ciò che muove l’animo umano.

Ciò che inoltre questa stagione di Daredevil fa, è creare uno storico per quanto riguarda i collegamenti con la prima stagione. Se la seconda aveva semplicemente reciso la storia, raccontando un sequel poco legato all’inizio di tutto, questa terza invece ricorda agli spettatori che ogni azione ha conseguenza, che ogni singola mossa fatta da e contro Kingpin porta a dei risultati, siano essi buoni o spiacevoli.

Gradevole la presenza del personaggio inedito di turno: l’agente dell’FBI Ray Nadeem (Jay Ali), uno dei veri deus ex machina di tutti gli avvenimenti. Ciò che riesce bene a questa stagione di Daredevil – o meglio che torna a fare bene – è raccontare i rapporti umani, siano essi tra eroi o criminali, con o senza abilità speciali. Per questo motivo ogni singolo personaggio avrà il suo spazio, senza trovare macchiette inutili, e rendendo ognuno di loro vitale per il proseguo della storia.

Tra flashback illuminanti per quanto riguarda la storia di Murdock, dialoghi ben scritti e prove attoriali di alto livello, Daredevil Stagione 3 segna il ritorno delle serie Marvel Netflix, come un pugile che si rialza dopo un diretto, che come Jack Murdock non rimaneva mai al tappeto.

Daredevil Stagione 3
9
Voto 9
Condividi l'articolo
Editor in Chief
Segui:
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.