Prendete in mano uno dei generi più apprezzati di sempre, che sta vivendo una seconda giovinezza nell’ultimo decennio, prendete uno stile grafico accattivante a cartone animato, aggiungeteci un gustoso plot piratesco e… ratti. Questi sono gli ingredienti utilizzati da Petoons Studio e PQube per creare il loro Curse of the Sea Rats, un metroidvania che stuzzica la curiosità per alcune delle sue meccaniche, e che rapisce fin dal primo sguardo per il suo aspetto cartoon, che dato anche l’animale di riferimento reso antropomorfo, non può che richiamare alla memoria quel capolavoro di animazione quale Brisby e il segreto di NIMH del 1982. Ci troviamo di fronte ad un titolo che può mettervi decisamente alle strette se giocato da soli, e che potrà farvi divertire molto se lo sfrutterete in multigiocatore. Andiamo a scoprirlo meglio nella nostra recensione, ricordandovi che sarà disponibile dal 6 aprile 2023 su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC su Steam e GOG.

L’oscura strega pirata!

Il plot principale dell’avventura viene introdotto con un breve video iniziale, e un paio di dialoghi molto semplici subito dopo. La nave del capitano britannico Benjamin Fabbro è stata attaccata sulle coste irlandesi dall’oscura strega pirata Flora Burn, che grazie al potere di un anello ha tramutato l’intera ciurma, capitano compreso, in ratti antropomorfi. Come se non bastasse, oltre a presentarsi come una minaccia crescente grazie all’utilizzo di quell’arcano potere, la strega ha rapito il piccolo figlio del capitano, Timothy (altro fattore che probabilmente si rivela un’altra citazione al Segreto di NIMH). Purtroppo tutto ciò che può fare il capitano, per non abbandonare la nave e la ciurma, è inviare un manipolo di 4 prigionieri dell’impero britannico con il compito di salvare suo figlio, recuperare l’anello, e riottenere i corpi umani. Come spesso accade, le cose andranno sempre peggiorando, e la nostra avventura avrà inizio veramente di lì a poco.

Nelle battute iniziali incontreremo anche Wu Yun, uno spirito presente all’interno dell’Amuleto Ancestrale che ci verrà dato a inizio gioco, nonché l’altro frammento dell’Occhio del serpente, il gioiello che fa coppia con l’anello della strega. Wu Yun ci aiuterà e ci guiderà nell’avventura, consentendoci di aumentare il nostro potere, di teletrasportarci, curarci al massimo, e farci cambiare o selezionare il/gli eroe/i attivo/i. Ma chi sono i nostri 4 eroi?

Uno scatenato quartetto

I 4 prigionieri sono stati tramutati in versioni “rattose” di quelli che erano da uomini e donne, che dovranno abituarsi ai loro nuovi corpi potenziandosi man mano, e sfruttando le loro capacità uniche. I quattro della brigata sono:

  • David Douglas: un colono americano arruolato recentemente nell’esercito continentale per combattere contro l’impero britannico. Attacca con una sciabola e il suo potere magico gli farà sparare un colpo di pistola potente. Il suo abbigliamento è un’altra citazione eccellente, dato che palesemente ispirato a quello di Guybrush Threepwood in The Monkey Island 2.
  • Piccola Bisonte:  una cacciatrice Cheyenne arrestata per aver liberato cavalli di un distaccamento inglese mentre i soldati dormivano. Colpisce con dei pugnali sia corpo a corpo, sia a distanza. Il suo attacco magico permette di lanciare dei pugnali elettrici. Un personaggio molto bilanciato e che permette di temporeggiare.
  • Bussa: uno schiavo in fuga dall’isola di Barbados, a capo di un gruppo di ribelli che si oppongono alla schiavitù. Il più tank dei personaggi, molto forte attacca sempre corpo a corpo con i suoi pugni, e il suo attacco magico crea un’onda d’urto nelle immediate vicinanze.
  • Akane Yamakawa: Un’onna-bugeisha giapponese. Una guerriera dello shogunato in missione segreta in America. Il più snello dei personaggi e il più agile, è in grado di attaccare con la sua lancia in rapida successione. Possiede un’azione magica che sfrutta il potere dell’acqua che la fa spostare mentre colpisce gli avversari.

Come avrete capito tutti hanno i loro punti di forza e i loro punti di debolezza, e le loro abilità uniche aumenteranno, cambieranno e si evolveranno durante la vostra partita. La loro caratterizzazione non finisce qui, perché questi quattro eroi improvvisati infatti possiedono delle personalità distinte, e spesso nella storia, quando incontreremo dei boss, avranno modo di venir fuori (sono stati tutti interamente doppiati in inglese).

Dalle viscere della terra fino al cielo!

Partiamo però dal principio: Curse of the Sea Rats è un titolo che per costruzione riprende i classici stilemi dei metroidvania in 2D, ovvero mappa con fondali scorrimento verticale e orizzontale, con stanze interconnesse e zone che si alternano cambiando luoghi e biomi, combattimento action, o mostri che ricompariranno sempre ogni volta che passerete da una vignetta all’altra (boss esclusi, chiaramente).

Partendo da questo assunto, molti di voi saranno contenti di sapere che potrete giocare l’intera avventura come volete, che sia una sfida impegnativa in single player, o che sia una vera e propria carica all’arrembaggio con più personaggi a schermo (ovviamente fino a 4). Potrete cambiare personaggio o aggiungere/togliere giocatori nei punti con elevata energia spirituale (quelli dove potremo evocare Wu Yun), dove inoltre la nostra vita si ricaricherà al massimo, e dove potremo spendere i nostri punti spirito per potenziarci. Le statistiche dei personaggi saranno sempre visibili nel menù, dove potrete anche tenere d’occhio l’inventario e gli oggetti.

Per combattere avrete i classici tasti di attacco, attacco speciale, parata (contro alcuni nemici decisamente fondamentale) e salto. Come già detto nelle presentazioni dei personaggi, ognuno di loro dispone di un diverso attacco speciale. Le vere domande però arrivano quando dobbiamo potenziarci: come saliranno di livello i nostri prigionieratti? Ebbene, uccidendo nemici accumulerete esperienza, punti spirito, e oro.

L’esperienza vi farà salire di livello, e i livelli sono condivisi, quindi tutti e quattro i personaggi la otterranno e saliranno contemporaneamente. Discorso diverso per i punti spirito: questi sono una delle valute del gioco, e verrà spesa sia per attivare i portali di teletrasporto, sia per acquistare i potenziamenti dagli alberi delle abilità dei nostri personaggi. Attenzione però, le abilità sono uniche e dedicate al personaggio scelto, di conseguenza se volete potenziare anche gli altri, dovrete farmare punti spirito. Questi inoltre funzionano in parte come le “anime” dei soulslike: se morirete, ne perderete una piccola percentuale che rimarrà nel luogo della vostra dipartita, e che potrete recuperare tornandoci. Il fatto di perderne solo una parte è decisamente poco punitivo e regala una certa rilassatezza.

Certo, quando tornerete in vita dopo la sconfitta e tornerete all’ultimo punto di evocazione visitato, dovrete sorbirvi la ramanzina di Wu Yun, che non si farà pregare per “insultarvi gentilmente” sminuendo le vostre capacità.

L’oro, infine, sarà la vostra moneta di scambio con determinati vendor che potranno fornirvi oggetti utili durante la vostra missione. Saranno presenti anche degli NPC come il genere vuole, che vi assegneranno anche dei compiti secondari che potete decidere di portare a termine per ottenere dei vantaggi.

Bello e snello

Tecnicamente parlando, Curse of the Sea Rats è senza dubbio un gioiellino. La nostra prova si è svolta su Nintendo Switch alternando nelle varie fasi la modalità portatile e quella docked, ovviamente provando il titolo sia con pad, sia con i joy-con. In questa versione specifica, possiamo dire che il team di Petoons studio abbia fatto del suo meglio per ridurre l’input lag, cosa che è riuscita in gran parte, ma che soffre un po’ dei limiti della console (così come ne risentono i caricamenti tra vignetta e vignetta). Queste piccole grane si fanno sentire soprattutto contro nemici in cui la prontezza è tutto, come quelli dove la parata è vitale.

Le boss fight sono differenziate e molto gustose da affrontare, e come il resto del gioco non portano il giocatore alla frustrazione totale: imparare e ripetere sarà comunque una regola, ma anche se non siete dei maestri del genere, riuscirete comunque a cavarvela, soprattutto se giocate in più persone.

Tutto questo si traduce in un gameplay molto snello, con una presenza di nemici a schermo mai troppo invasiva, trappole e ostacoli che vi metteranno alla prova, vignette mai esageratamente complicate nei disegni, e tante situazioni diverse da studiare.

Arte e citazione

Andando a concludere la recensione di Curse of the Sea Rats, vogliamo annoverare diverse caratteristiche importanti, doverose di citazione. In primis colei che è sotto gli occhi di tutti, la principessa che probabilmente ha ammaliato e incuriosito i giocatori: la grafica.

Curse of the Sea Rats è artisticamente un bonbon, bello da vedere e disegnato interamente a mano, con qualche pecca che si nota in alcuni casi su spazi un po’ più aperti e fondali con risoluzione non proprio perfetta (si parla sempre della versione Switch in docked). In portatile la questione cambia, ma alcune di queste sbavature si vedono in ogni caso. Come detto in apertura, lo stile utilizzato ricorda l’immortale film animato Brisby e il segreto di NIMH, ma non si tratta dell’unica citazione.

Infatti troviamo a sprazzi la presenza di influenze da Monkey Island, anche sul piano narrativo, partendo dall’outfit di David, fino agli intermezzi video che partono automaticamente al raggiungimento di un luogo o una milestone (“nel frattempo…” e vieni catapultato in una nave di pirati dove la capitana parla alla sua ciurma).

Tra le ultime note, vogliamo ricordarvi che il titolo è completamente tradotto in italiano, dai dialoghi, ai menù, alla descrizione degli oggetti. Dobbiamo invece promuovere solo con riserva la colonna sonora, non troppo caratteristica e semplicemente delle note orecchiabili a fare da sottofondo.

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Curse of the Sea Rats

8.5

Curse of the Sea Rats è un gioiellino davvero niente male, che potrebbe diventare indimenticabile per molti. Citazionistico quanto basta verso grandi opere del passato, è un metroidvania fresco e senza diventare mai troppo punitivo, permettendo al giocatore di imparare dai propri errori e sfruttare i suoi punti di forza al meglio. Un'avventura che non cerca strade complicate aggiungendo arzigogoli vari, ma che in poche e semplici mosse risulta divertente e concreto, soprattutto se giocato in compagnia con gli amici in modalità cooperativa. I disegni a mano regalano alla vista quel pizzico di piacere in più, con una fluidità niente male e dei colori che richiamano alla mente i bei momenti dell'infanzia. Rattosamente affascinante!

PRO
  • Artisticamente affascinante...
  • Un'avventura piacevole, leggera e divertente, da soli o in compagnia
  • Smussa gli angoli del genere, fresco e mai eccessivamente tedioso
CONTRO
  • ...ma con alcuni limiti in modalità docked
  • Caricamenti un po' lunghi nei passaggi di location
  • A tratti manca di carisma
Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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