Pearl Abyss torna a stupirci con una nuova demo di Crimson Desert, il promettente open world che fungerà da prequel di Black Desert. Questa volta abbiamo avuto l’opportunità di provare una versione dimostrativa che mette in luce le potenzialità del gioco.
Un boss dopo l’altro
Sebbene Crimson Desert punterà a farci esplorare il mondo di Pywel attraverso gli occhi di Kliff, mercenario protagonista del gioco, il team di Pearl Abyss ha preferito darci un assaggio del combat system mettendoci alle prese con una boss rush tutt’altro che semplice.
In questa versione dimostrativa, dopo una rapidissima sessione di tutorial che catapulta il giocatore nell’azione immediata, abbiamo avuto accesso alla schermata di selezione dei boss (feature creata appositamente per l’occasione ma che, con ogni probabilità, non sarà presente nel gioco finito): qui, ad attenderci, quattro nemici tanto imponenti quanto spietati.
Decidiamo di sfidare per primo lo Staglord, unico guerriero umano dei quattro. Lo scontro si rivela da subito frenetico: il boss non ci dà tregua, i suoi attacchi sono potenti e rapidi, lasciandoci appena il tempo di ricorrere alle più classiche delle panic roll per non finire a fettine. Durante il duello con lo Staglord (botte a parte), è da subito evidente la qualità del combat system di Crimson Desert. Pad alla mano, ci abbiamo messo qualche minuto per impratichirci, dato che, oltre ai classici attacchi normali, pesanti, a distanza e alla parata con lo scudo, parry e stunning, per effettuare le mosse più efficaci è necessario sincronizzarsi con perfetto tempismo ai pattern degli avversari, concatenandole in una sequenza di tasti e azioni che ricorda molto lo stile dei picchiaduro. Per spuntarla contro lo Staglord, siamo ricorsi a una serie di schivate (che, se effettuate con perfetto timing, ricaricano la stamina) e attacchi il più possibile aggressivi, oltre ovviamente a numerose razioni di cura.
Una volta sconfitto lo Staglord, ci impossessiamo della sua spada e del suo scudo, che vantano statistiche migliori rispetto al nostro equipaggiamento base. Selezioniamo quindi il Reed Devil come prossimo avversario: a darci filo da torcere, questa volta, è un guerriero mascherato dotato di capacità e agilità sovrumane. Lo scontro sembra essere più semplice ma riserva comunque una buona dose di impegno, data l’abilità di teletrasporto del nostro nemico. Inoltre, a un certo punto del combattimento, evoca una serie di totem che lo rendono invulnerabile se non vengono distrutti prima. Anche il Reed Devil ci porta spesso al game over, complice il fatto che avevamo finito le cure durante lo scontro precedente (per ovviare al problema, è presente una funzione “revive” che permette di resuscitare all’istante, anche se ci è stato spiegato che questa non sarà inclusa nella versione finale del gioco).
Riusciamo comunque a sconfiggere il Reed Devil e ci lanciamo all’assalto del feroce White Horn, una bestia cornuta che non ammette estranei all’interno del proprio territorio. Il mostro carica a testa bassa per travolgerci, ruggisce per stordirci e tenerci alla larga, ma, colpendolo furiosamente, riusciamo ad aggrapparci alla sua schiena per pugnalarlo.
Purtroppo, il tempo a disposizione è terminato prima che riuscissimo a combattere contro la Queen Stoneback Crab, gargantuesco granchio di pietra che avrebbe rappresentato la sfida ultima della nostra boss rush. Per chi fosse interessato, un video dello scontro con il mostro è comunque recuperabile dal sito di Pearl Abyss dedicato esclusivamente a Crimson Desert.
Tirando le somme, i boss, come da tradizione per un gioco che mira a fare dei combattimenti un punto focale, hanno più di una barra di energia a tenerli in vita prima di poter essere sconfitti, sono rapidi, violenti e puntano a infliggere grandi danni; la via più semplice per avere la meglio è un mix di aggressività, tempismo e studio del terreno di gioco (calciare un nemico facendolo finire tra le fiamme o in fondo a un precipizio è un modo rapido per liberarsene), anche perché al momento non sembra che potremo contare su attacchi magici ma solo sulla nostra abilità con la spada e, quando serve, con l’arco.
Quali promesse?
La demo di Crimson Desert che abbiamo giocato è stata sicuramente convincente. Considerato che non è ancora una versione definitiva e che abbiamo avuto la fortuna di testarla su un PC che ben supportava il 4K a 60 FPS, bisogna comunque ammettere che in casa Pearl Abyss stanno sviluppando un single player dalle grandi potenzialità rispetto al mercato odierno.
La cura del level design è davvero degna di lode: i nemici si muovono in maniera fluida e realistica, al punto che il loro stile di combattimento riesce a caratterizzarli quanto, se non più, del loro aspetto estetico. Anche l’inserimento delle cutscene è realizzato con estrema attenzione: i filmati sono integrati alla perfezione con l’azione di gioco, tanto da coglierci spesso di sorpresa quando quest’ultima ha inizio al termine del breve filmato che introduce ogni scontro.
Peccato non aver potuto avere un assaggio dell’open world per goderci i paesaggi di Pywel. Crimson Desert è ancora in fase di sviluppo, e sicuramente il gioco finito presenterà alcune differenze rispetto alla nostra recente esperienza. Gli sviluppatori hanno però sfruttato l’occasione per raccogliere i feedback dei provanti e mettersi subito all’opera per correggere le pochissime (e superficiali) pecche rilevate.
Al momento, la nostra impressione è altamente positiva. Non abbiamo dubbi che Crimson Desert sia un titolo da tenere d’occhio, in attesa di una data di lancio che, speriamo, arrivi presto.