Crash Bandicoot 4: It’s About Time e la possibile rinascita dei platform

Crash Bandicoot 4: It's About Time, insieme agli altri importanti platform da poco annunciati, può far "rinascere" il genere platform?

Francesco Lancia
Di Francesco Lancia GL Originals Lettura da 6 minuti

Il recente annuncio di Crash Bandicoot 4: It’s About Time è stato sicuramente una grande sorpresa per tutti i fan del famoso peramele. Il gioco rappresenta infatti un grandioso ritorno alle origini per la serie, che potrà di nuovo contare su meccaniche classiche e tanto amate, aggiornate ovviamente con tutte le novità del caso. Passando però ad una visione più generale, il titolo di Toys for Bob potrebbe avere un significato importante anche per lo stesso genere a cui appartiene, soprattutto se lo consideriamo insieme alle altre produzioni annunciate lo scorso mese durante la presentazione di PlayStation 5. Andiamo a vedere perché.

Un genere sottovalutato

In un medium ormai popolato maggiormente da generi come l’FPS, l’action adventure o l’open world, il platform sta trovando sempre meno spazio, in particolar modo per quanto riguarda le produzioni tripla A. Anche parlando di indie, in ogni caso, risulta difficile trovare giochi a piattaforme puri e classici, dato che ormai si tratta di una tipologia di gameplay che ben si adatta ad essere inclusa in altri macrogeneri, come quello dei metroidvania ad esempio. Tuttavia, tra le opere indipendenti che hanno cercato di abbracciare le dinamiche più tipiche dei platform 3D negli ultimi anni, possiamo ricordare l’interessante Yooka-Laylee, il cui obiettivo è proprio far respirare un’atmosfera simile a quella dei classici Banjo-Kazooie. Si potrebbe poi citare A Hat in Time di Gears for Breakfast o Super Lucky’s Tale di Playful Corp.

Crash Bandicoot 4: It's About TimePer quanto riguarda i tripla A, o comunque i titoli non indipendenti, è invece ancora più complessa la questione, soprattutto considerando il modo in cui i platform sono ormai percepiti dal pubblico. Se oltre 20 anni fa essi erano infatti non solo presenti in grande quantità sul mercato, ma anche considerati come giochi sempre degni di nota, oggi il discorso è cambiato radicalmente. Sempre più spesso mi capita di leggere in giro per il web commenti ed opinioni che sminuiscono ingiustamente questo genere, visto inspiegabilmente come qualcosa di minore, secondario rispetto alle produzioni “più grosse” come gli open world. Lo stesso Crash Bandicoot 4, nonostante faccia parte di una saga celebre e amata, è stato oggetto di critiche per quanto riguarda il prezzo a cui viene venduto, e la motivazione dietro tali disapprovazioni è stata spesso la natura stessa del gioco.

Ormai si guarda infatti troppo alla potenza grafica, alla complessità e quantità di meccaniche di gioco e, nonostante il platform possa potenzialmente avere profondità e qualità da non sottovalutare, si finisce per partire prevenuti ritenendo ad esempio che non sia un genere adatto alle console next-gen. Eppure abbiamo potuto vedere come il nuovo Ratchet & Clank: Rift Apart, benché unisca al platform anche altre dinamiche di gameplay, sia uno dei titoli che sembra meglio sfruttare le potenzialità uniche di PlayStation 5. Insomma, all’infuori delle opere Nintendo, i cui titoli a piattaforme sono ormai storici e godono quindi ancora del rispetto che meritano (anche se non proprio tutti), è presente nell’aria una sorta di “distacco” da questo tipo di prodotti. Tuttavia la speranza che si riprendano in tal senso esiste ancora, e questo proprio grazie ad una possibile inclinazione in futuro verso la loro rinascita.

Da Sackboy a Crash: la possibile rivincita dei platform

Purtroppo si tratta solo di sensazioni e ipotesi al momento, tuttavia nel mese di giugno abbiamo visto davvero molta più attenzione del solito per i platform. L’evento dedicato a PlayStation 5, oltre ad essere stato teatro dell’annuncio del già citato capitolo di Ratchet & Clank, ha mostrato anche altre chicche interessanti. Si può dire infatti che la presentazione della console Sony sia stata abbastanza equilibrata in quanto a tipologie di giochi, con tanti titoli dallo stile realistico e moderno ma anche molti legati più a quello cartoon.

Astro's PlayroomTra gli altri platform abbiamo potuto vedere infatti Sackboy: A Big Adventure che, a differenza dei precedenti giochi della serie Little Big Planet, è caratterizzato da un mondo completamente in tre dimensioni e sembra contenere un’esperienza davvero classica nel suo genere. Inoltre si è visto l’interessante Astro’s Playroom, titolo che sfrutterà le possibilità del DualSense di PS5 e che, tra le altre cose, è un “seguito” del gioco che ha dimostrato come anche all’interno della realtà virtuale i platform abbiano tantissimo da dire.

L’annuncio di Crash Bandicoot 4: It’s About Time, arrivato qualche settimana dopo il reveal di PS5, è stato quindi la ciliegina sulla torta di un mese che ha mostrato come i platform tripla A esistano ancora e possano nuovamente imporsi nel medium videoludico. Il tutto sembra inoltre una dimostrazione di come le software house puntino anche oggi su questo genere e vogliano forse farlo rinascere e diventare come era anni fa, con tante sperimentazioni differenti e voglia di creare esperienze inedite con tutte le possibilità che offrono le nuove tecnologie. Questa, tuttavia, al momento resta giusto una speranza, e solo il tempo ci saprà dire se si tratta di casi isolati o se è realmente tornato il desiderio di dare al platform la visibilità che meriterebbe.

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Dopo aver passato la sua infanzia tra titoli PC tie-in basati su film d'animazione e Game Boy Color, i videogiochi sono diventati la sua principale fonte di divertimento. Ritiene la musica una delle componenti più rilevanti e non può fare a meno di ascoltare le OST dei suoi giochi preferiti a oltranza. Nonostante attenda sempre le uscite più importanti, negli ultimi anni ha sviluppato un desiderio incontrollabile per gli indie, tra cui ha trovato alcune tra le produzioni più coraggiose e interessanti.