È sempre un piacere quando qualche team italiano sforna titoli interessanti e capaci di conquistare la nostra attenzione, meglio ancora se poi si rivelano essere delle piacevoli esperienze. Ne è un esempio lampante Close to the Sun, produzione dell’italianissima Storm in a Teacup che abbiamo avuto modo di recensire su Game Legends lo scorso maggio, rimanendone più che soddisfatti. La versione PC su cui potemmo mettere le mani – e che vi invitiamo a leggere per un’analisi più completa dell’esperienza – si presentò infatti con varie frecce pronte per essere scoccate, un’avventura intrigante e capace d’intrattenere per tutta la sua durata. Ora che però siamo a un passo dall’uscita della produzione anche su console Sony, Microsoft e Nintendo, abbiamo avuto la possibilità di testare l’opera nella sua interezza nella versione Playstation 4, un gradito ritorno in quella nave degli orrori che già ai tempi seppe convincerci… ma sarà stato lo stesso anche questa volta?
Spezza il cerchio…
Dopo aver ricevuto una lettera dalla nostra amata sorella che ci invita a incontrarla sulla Helios, gigantesca nave realizzata da Nicola Tesla in persona e divenuta culla delle menti più brillanti al mondo, decidiamo d’imbarcarci e lanciarci alla volta della nostra unica famiglia. La speranza è quella di poter scoprire un vero e proprio nuovo mondo, l’occasione per osservare da vicino la magia di un impero dove la scienza non ha limiti e in cui i governi non hanno alcun potere. Una volta giunti alla nostra destinazione, però, lo spettacolo che ci si parerà innanzi sarà di ben altro livello, con cadaveri in decomposizione sparsi in ogni dove mentre ponti, ascensori e intere aree dell’imponente imbarcazione crollano un pezzo dopo l’altro.
L’incipit narrativo che ci immerge nel cuore dell’avventura appare quantomeno semplice, in parte derivativo di quelle premesse che costituirono la fortuna del primo Bioshock, eppure il tutto funziona e l’opera scorre piacevolmente dall’inizio fino alla fine tra note scritte e dialoghi di vario tipo che aiutano a creare un buon contesto per tutto ciò che ci circonda. In tal senso, l’unico rammarico che ci sentiamo d’esprimere riguarda una durata non proprio esaltante, riassumibile in circa cinque ore di gioco. Ludicamente parlando, Close to the Sun s’identifica come esperienza spiccatamente horror, seppur non troppo complessa. L’opera si potrebbe infatti dividere in due fasi distinti, una più esplorativa e l’altra più “adrenalinica”. Nel primo caso, ci ritroveremo a doverci muovere tra le varie zone della nave per scoprire nuove informazioni e avanzare nell’avventura, lunghe fasi in cui guardarsi attorno che fortunatamente non smorzano il piacere di giocare grazie ai tanti dialoghi che potremo ascoltare nel mentre, alle diverse note lasciati dai membri dell’equipaggio che leggeremo e ai vari enigmi in cui potremo imbatterci di tanto in tanto.
In termini di puzzle, l’esperienza non si presenta mai troppo ostica ma riesce comunque a diversificare il viaggio che andremo vivendo in-game, rendendolo più variegato e stimolante. Secondariamente, trovano poi posto alcune situazioni in cui ci ritroveremo faccia a faccia con qualche pericolosa presenza pronta a mandarci all’altro mondo. In questo caso potremo solo correre il quanto più velocemente possibile cercando di non farci raggiungere, pena un repentino game-over. Tali sezioni non risultano mai particolarmente pesanti e fortunatamente non sono state inserite in quantità tale da annoiare il giocatore di turno, ma al contempo è indubbio che si sarebbe potuto fare qualcosa in più per arricchire il tutto e rendere così il prodotto finale più dinamico. Avendo giocato su console, abbiamo ovviamente dovuto abbandonare la dolce sicurezza offertaci da mouse e tastiera per utilizzare il DualShock di casa Sony, con un risultato comunque assolutamente positivo, seppur inizialmente sia stato necessario giochicchiare con la sensibilità della visuale per sentirci più a nostro agio.
La nave degli orrori
Da un punto di vista più squisitamente tecnico, l’opera si presenta con un comparto artistico d’impatto che rappresenta indubbiamente la colonna portante dell’intero impianto visivo. Le ambientazioni sono suggestive e ben strutturate – nonostante un level design a corridoi delle mappa spesso molto semplicistico – e giocando si sente un con forza un perenne senso d’ansia e inquietudine, come se qualcosa ci stesse perennemente osservando nell’oscurità, pronta a divorarci. Il passaggio da PC a console ha portato a qualche chiaro compromesso, ma di base il risultato finale ha saputo rivelarsi più che apprezzabile. Nel suo essere una produzione indipendente, Close to the Sun sfoggia piacevoli giochi di luci e ombre, una buona conta poligonale e diversi apprezzabili dettagli applicati su superfici e oggetti dello scenario, con alcuni scorci da incorniciare.
Al contempo, però, abbiamo assistito a qualche instabilità del frame-rate nelle situazioni più concitate e a un generale pop-up degli oggetti in lontananza piuttosto evidente, il tutto affiancato inoltre da qualche ritardo nel caricamento delle texture e ad animazioni non proprio al top. Di grande impatto si è invece rivelato il comparto audio che grazie a una colonna sonora assai piacevole, a una convincente campionatura audio fatta di stridolii, tonfi in lontananza e sbuffi di fumo, e a un doppiaggio italiano di buon livello, accompagnerà più che egregiamente l’utente dall’introduzione fino ai titoli di coda. Piccola nota a piè pagina per quanto riguarda i sottotitoli, che in qualche caso anticipavano le battute di 2/3 secondi buoni.