Il franchise di Call of Duty è uno dei più remunerativi della game industry, e Activision lo sa molto bene. Così come la sua IP ha la capacità di far innamorare milioni di giocatori, così il publisher si impegna costantemente a lavorare nella sua evoluzione. Nel 2019 fu la volta di Modern Warfare e gli inediti Warzone e Call of Duty Mobile, poi giunsero l’ottimo Black Ops Cold War e il più deludente Vanguard. Quest’anno la storia si ripete e la line-up del franchise si appresta ad aggiornarsi con Warzone 2.0, l’imminente Warzone Mobile e l’attesissimo Call of Duty Modern Warfare 2 che vi proponiamo in recensione. Proprio di fronte a una così elevata quantità di novità per i fan della serie, ciò che aspettavamo maggiormente era proprio questo nuovo titolo principale, sequel diretto del capitolo del 2019. Dopo aver giocato la campagna, il multiplayer e tutte le altre interessantissime novità, siamo finalmente pronti a darvi il nostro verdetto per una delle opere più attese del 2022.
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Il ritorno della Task Force 141
Apriamo la disamina partendo nientemeno che dalla campagna, elemento che normalmente viene lasciato in secondo piano per dare più spazio al multiplayer e modalità ad esso relative. Tuttavia, trattandosi di una continuazione della storia della Task Force 141, in molti avevano aspettative importanti riguardanti la trama e i possibili risvolti. Anche noi eravamo ansiosi di scoprire cosa sarebbe successo in questa nuova campagna, ma ciò che abbiamo visto ci ha lasciati in parte molto soddisfatti, in parte leggermente delusi.
Questo perché la campagna di Call of Duty Modern Warfare 2 è assai differente rispetto a quella vista nei precedenti titoli. Si abbandona la narrazione dinamica vista in Black Ops Cold War e Vanguard, conditi con alcune missioni secondarie, a favore di una maggiore linearità. Se nel 2019 il primo Modern Warfare gettava le basi della caratterizzazione dei personaggi sui loro rapporti interpersonali, l’attuale capitolo fallisce leggermente in tal senso, dato che non riesce sempre a definire in modo chiaro ogni volto del cast.
Le fondamenta di ognuno dei membri della Task Force 141 vengono delineate dai piccoli momenti di intermezzo tra un livello e un altro, così come nei momenti più importanti di ogni singola missione. Non possiamo neanche dire che sono state toccate tematiche particolarmente delicate, soprattutto perché il comparto narrativo resta sempre ancorato sull’approccio tattico, con qualche retrogusto leggermente politico. La storia di Modern Warfare 2 resta così piuttosto semplice e non si sbilancia mai più di tanto né con particolari plot twist – che i fan del capitolo originale ricorderanno sicuramente – né con morti impattanti nel team di Ghost, Price e Soap.
Ciò che, invece, abbiamo amato della campagna è la sua capacità di contrapporsi in modo netto al multiplayer, distaccandosi totalmente dalla frenesia degli scontri e abbracciando maggiormente dinamiche e meccaniche di gameplay atipiche per il franchise. La storia di Modern Warfare 2 è fatta non solo di scontri a fuoco, ma anche di operazioni tattiche e fasi stealth particolarmente impegnative. Infatti, sebbene sia vero dire che la campagna racconta la storia di una guerra moderna, quello che ci mostrano Activision e Infinity Ward è un conflitto silenzioso, politico e informatico.
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Una campagna differente, ma memorabile
Questo si traduce in livelli molto variegati dove dovremo o fornire supporto aereo alla Task Force, o lavorare in squadra per infiltrarci in una base nemica o, ancora, passare silenziosamente in una città senza farci notare dai soldati avversari e costruendo l’equipaggiamento con i materiali trovati in giro. La varietà ludica è anche l’elemento di maggior forza della campagna, che dona all’opera un tocco di originalità che non ci saremmo mai aspettati.
Nello specifico, abbiamo apprezzato moltissimo una missione in cui, assieme a Price, dobbiamo infiltrarci all’interno di basi nemiche ripulendo l’area con fucili da cecchino. Ancor più sensazionale è stato il livello in cui, nei panni di Soap, dovevamo farci strada in una cittadina notturna nascondendoci dai soldati nemici e costruendo l’equipaggiamento con materiali di fortuna trovati in giro. Insomma, la campagna di Call of Duty Modern Warfare 2 si è così rivelata estremamente interessante soprattutto per quanto riguarda l’impianto ludico, mentre pecca in modo più o meno evidente nella narrazione e nella storyline in sé.
Ancor più interessante, ma allo stesso tempo anche deludente, è il fatto che non si giunge a una vera e propria conclusione definitiva. Chi ha già completato la campagna o ricorda bene gli eventi della trilogia originale, saprà bene verso quale direzione Activision sta portando la storia di Modern Warfare. L’arrivo di un sequel potrebbe sembrare scontato a questo punto ma, a dirla tutta, ci chiediamo seriamente se il publisher sia davvero convinto a riproporre ancora una volta una missione di un certo spessore, soprattutto se considerata l’attuale situazione in termini di politica estera. Veterani di Call of Duty: avete capito a cosa ci riferiamo, vero?
Tanta varietà per il multiplayer
Chiusa la parentesi del single player, apriamo l’enorme diatriba legata al multiplayer online rispondendo subito a una domanda: si, abbiamo apprezzato moltissimo l’intero impianto multigiocatore in tutte le sue sfaccettature e modalità. Tra queste troviamo chiaramente le classiche partite come dominio, deathmatch a squadre o uccisione confermata, più alcune interessanti novità.
Tra queste non possiamo non citare il Moshpit in terza persona, aggiunta inedita per la serie che permette di giocare un deathmatch con una prospettiva completamente nuova. Avevamo già avuto modo di provare questa novità durante il periodo di beta, che ci ha concesso un primo sguardo a ciò che ci saremmo trovati nella versione completa del titolo. Confermiamo quanto questa modalità sia interessante, soprattutto per coloro che vogliono provare qualcosa di nuovo.
Un piccolo difetto che abbiamo sottolineato nelle nostre prime impressioni era il passaggio dalla terza alla prima persona quando si utilizzava qualsiasi tipo di mirino, mentre adesso la visuale rimane ancorata alla terza persona. Questo chiaramente escludendo l’utilizzo di alcuni mirini per le lunghe distanze. Siamo felici di vedere che Activision e Infinity Ward hanno ascoltato anche questo feedback dei giocatori prima di pubblicare il titolo, tuttavia non possiamo non specificare che tale modifica comporta un frequente problema relativo alla mira stessa.
Capita piuttosto spesso di trovarsi in situazioni in cui, sparando da un angolo, ci si ritrovava a far fuoco su un muro ed era quindi necessario esporsi molto. Si tratta chiaramente di un fatto inequivocabile e che non è possibile raggirare, c’è poco da fare. In ogni caso, è solo una delle tante piccole incertezze che il Moshpit in terza persona si porta sulle spalle, ed è palese che il team di sviluppo non ha riposto moltissima attenzione nella realizzazione di tale modalità.
“Un vero campo di battaglia”
Più interessanti sono invece le modalità Guerra Terrestre e Invasione, che gettano il giocatore su un piano completamente più esteso in match che gettano le loro regole su dominio e deathmatch a squadre. Le mappe sono molto più grandi e la quantità di giocatori cresce a 32 per partita, con una mole importante di bot che entrano in campo per entrambe le fazioni. Se uniamo a questi fattori la presenza di veicoli, elicotteri da cui rientrare in gioco e l’apparizione frequente di casse con serie di uccisioni, capiamo quanto queste modalità rispecchino gli standard del gameplay di Battlefield.
La sensazione che trasudano Guerra Terrestre e Invasione è quella di trovarsi in un vero e proprio campo di battaglia, dove a ogni angolo può venir fuori un soldato nemico e a distanza, nascosto su chissà quale tetto, può trovarsi un cecchino. Parliamo quindi di novità molto interessanti ma che forse non fanno proprio per noi, che invece abbiamo amato qualcosa di completamente nuovo.
Silenzio radio
Parliamo dell’intero comparto multiplayer cooperativo, ovvero una parte di Call of Duty Modern Warfare 2 completamente incentrata sull’approccio tattico assieme un amico o un giocatore casuale. Finora possiamo trovare tre missioni, molto distinte tra di loro, che consigliamo di cominciare assieme un amico. La prima, più interessante, prevede l’infiltrazione tattica tramite lancio HALO in una cittadina, con l’obiettivo di trovare e raccogliere alcuni materiali nucleari, scegliendo assieme l’approccio strategico per ogni punto strategico.
Le altre due missioni seguono la falsariga della prima, gettando due giocatori in un’enorme mappa aperta con obiettivi specifici e una grande libertà di decidere come procedere. Altri piccoli dettagli: non è possibile creare set di equipaggiamenti prima di scendere in campo – anche se potremo trovare armi in giro per la mappa – e dovremo quindi sfruttare al meglio tutto ciò che avremo a disposizione, così come la comunicazione con il nostro compagno.
Inutile dire che, in chiamata su Discord con un vostro amico, questa può essere la modalità più divertente e immersiva di Call of Duty Modern Warfare 2, nonché la sorpresa più grande che Activision e Infinity Ward hanno riservato per noi. Peraltro, sappiamo già che altre missioni saranno aggiunte nel futuro prossimo, motivo per cui non vediamo l’ora di scoprire quali altri livelli ci aspetteranno.
A far da contorno all’intero impianto ludico, elemento cardine dell’intera esperienza multiplayer di Call of Duty, sono ovviamente le mappe. Saremo onesti con voi: non siamo pienamente convinti del lavoro fatto con Modern Warfare 2. Riconosciamo con oggettività che è presente una discreta varietà di level design, in termini di struttura, dimensioni e direzione artistica dei livelli. È innegabile che il team di sviluppo abbia lavorato molto sul cercare di diversificare quanto possibile ogni singola mappa, e in questo ha ottenuto un risultato piuttosto notevole. A conferma di quanto avevamo già affermato durante la prova della beta, ciò che manca davvero sono delle mappe iconiche, memorabili, in cui i giocatori possono essere felici di entrare in campo. Diciamocelo: quanto era bello vedere che la mappa del match sarebbe stata Rust? Ecco la sensazione che manca.
Nell’attuale Modern Warfare 2 sono forse soltanto due o tre le mappe davvero interessanti, su di un totale di 16 scenari dove la maggior parte di essi finisce ben presto per finire nel dimenticatoio o nell’essere realmente soltanto un contorno piuttosto che protagonista della partita. Ancor peggio è l’impossibilità di modificare la mappa, con il rischio di finire in un’area autostradale, quindi verticale da far paura, piena di veicoli pronti ad esplodere, cecchini e granate.
Ad esserci piaciuti sono invece i mondi più aperti delle partite cooperative, dove le grandi proporzioni della mappa sono davvero perfette per la tipologia di modalità. Danno sempre al giocatore sia la possibilità di decidere con libertà come approcciarsi a un determinato obiettivo, sia un giusto livello di sfida quando si trova di fronte un limite, che sia strutturale o nemico.
Assieme alle mappe, il secondo co-protagonista dell’impianto ludico di Call of Duty Modern Warfare 2 è ovviamente il gunplay, così come il gameplay in ambito più ampio. Infinity Ward ha chiaramente ripreso quanto fatto con il Modern Warfare del 2019, modernizzando alcune piccolezze e smussando dove necessario. Tuttavia, sono presenti alcune novità come la già citata modalità in terza persona o la possibilità di aggrapparsi a dei bordi per sbirciare ed eventualmente far fuoco con delle pistole, sebbene non sia un’aggiunta che offre qualcosa di realmente impattante sul gameplay.
Crediamo però che sia stato fatto un lavoro davvero egregio con le armi, sia in termini di quantità che di personalizzazione. Nello specifico, grazie al sistema delle piattaforme è ora possibile costruire nuove tipologie di fucili partendo da alcuni di base. Facciamo un esempio: portando un M4 a un livello superiore possiamo sbloccare un M16, mantenendo buona parte delle modifiche che abbiamo sbloccato in precedenza. Si tratta infatti di un sistema che velocizza la progressione e l’ottenimento di nuove armi ma che allo stesso tempo lo rende più completo e personalizzabile.
Meno convincente è invece il modo in cui sono state modificate le specialità, ora leggermente più complesse e a tratti addirittura confusionarie. Potreste trovarvi a cercare dei tutorial per capire il nuovo funzionamento delle specialità, ma la faremo breve: soltanto due perk possono essere attivi per l’intera durata della partita, mentre altri due si attiveranno automaticamente in fasi più avanzate. Un piccolo pregio relativo a questo sistema è la presenza di una buona dose di specialità a disposizione del giocatore e, comunque, fa bene all’intero impianto ludico.
Un lancio tecnicamente incerto
Ci avviamo verso la conclusione della disamina valutando il comparto tecnico di Call of Duty Modern Warfare 2 che, come avrete già sentito da moltissime altre fonti, è purtroppo ancora piuttosto instabile. I crash sono stati più frequenti di quanto vorremmo ammettere, soprattutto durante la campagna, e abbiamo potuto assistere a una triste quantità di bug in tutte le modalità. Stesso discorso lato server, che attualmente possono creare glitch e lag durante le partite.
Non allarmatevi però, chiaramente non parliamo di una situazione critica o, peggio, di un titolo con gravi problematiche. Pensiamo soltanto che l’opera necessiti ancora di una lunga serie di aggiornamenti per risolvere le incertezze tecniche che rischiano di gravare sull’esperienza complessiva. Senza poi dimenticare che si sente davvero molto il bisogno di un maggiore bilanciamento delle armi e degli equipaggiamenti, dato che ci sono alcune eccezioni che rischiano di rompere il gioco se usate in modi specifici su determinate mappe.
Per quanto riguarda l’impianto visivo e sonoro, invece, possiamo confermare la cura nei dettagli riposta da parte di Infinity Ward, che ha confezionato un’opera artisticamente impeccabile in ogni aspetto. Non serve dire che Call of Duty Modern Warfare 2 è un piccolo spettacolo per gli occhi in ogni singola situazione, esprimendo il suo vero potenziale durante la campagna – dove le scene sono chiaramente più tarate dagli sviluppatori – e nel corso di alcune partite cooperative.
Abbiamo già specificato che la varietà scenica è un un punto di forza degli scenari, ma non vi abbiamo ancora parlato di quanto sia stato sorprendente il comparto sonoro. Non parliamo della soundtrack, che a tratti neanche viene riprodotta per via dei bug tecnici, bensì di tutti gli effetti sonori. Per fare un esempio, ci ha sorpresi vedere come, durante una missione della campagna, quando sparavamo da un elicottero di supporto e i colpi esplodevano a terra vicino i nostri alleati, potevamo sentirne lo scoppio dal microfono della Task Force.
Speriamo anche di vedere una miglioria per quanto riguarda tutti i bot, che risultano sempre fin troppo poco intelligenti. Ci è capitato di vedere soldati nemici compiere azioni incomprensibili o restare fermi di fronte un muro in attesa di essere uccisi. Insomma, in una gara di furbizia i bot di Modern Warfare 2 non si ritroverebbero sul podio, e la cosa ci è dispiaciuta perché rovina non poco l’esperienza di gioco, soprattutto durante le partite cooperative.