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BPM Bullets Per Minute – Recensione: la cavalcata rock delle Valchirie

Spesso e volentieri le produzioni indipendenti puntano su esperienze uniche nel proprio genere per attirare a sé un pubblico sempre più bombardato da produzioni caratterizzate da comparti tecnici maestosi e budget multimilionari. BPM Bullets per Minute è proprio una di queste opere, uno sparatutto indie dal grandissimo potenziale che al netto di alcuni piccoli problemi è riuscito a divertirci moltissimo grazie a un’idea decisamente diversa dal solito che ci vedrà dar fiato alle armi a ritmo di musica rock e metal, il tutto accostato a uno stile visivo a suo modo unico. Se siete curiosi di scoprire se BPM Bullets per Minute meriti la vostra attenzione, non dovete far altro che continuare a leggere la nostra recensione.

Tanto divertimento e rigiocabilità in BPM Bullets Per Minute

BPM Bullets Per Minute si è quindi dimostrato in sede di recensione come un titolo dalla triplice natura, una parte da rhythm game, una da rouguelike e una da sparatutto in prima persona. Quest’ultima ricorda per velocità e costruzione del gameplay quella di Doom, con battaglie feroci e adrenaliniche contro eserciti di creature infernali. In tal senso, dobbiamo presentare un piccolo appunto poiché, tolte le bossfight, molte delle creature minori sono esteticamente poco originali e forse sarebbe stata necessaria una maggiore caratterizzazione dei nemici. Buono invece il sistema ruolistico, con la possibilità d’investire il bottino raccolto durante gli scontri per potenziare le vostre abilità che però, come in ogni roguelike, perderete nel caso in cui dovesse sopraggiungere il game-over. Ci è parsa invece ottima la divisione dei livelli di difficoltà presenti, i quali possono cambiare in modo radicale l’esperienza; i livelli di sfida sono quattro (addestramento, facile, difficile e incubo) e praticamente in ognuno ci sono caratteristiche specifiche che vanno a modificare il gameplay, tanto da creare quattro modi diversi di provare il prodotto.

L’addestramento è una sorta di tutorial sul campo, i piani completabili sono pochissimi e i nemici, oltre a essere poco numerosi, fanno anche danni ridotti. A facile la situazione diventa già più complessa con diversi livelli aggiuntivi da completare per arrivare alla fine, danni standard e un numero di avversari normale. A difficile le cose cambiano considerevolmente, non solo per la crudeltà dei mob standard, ma soprattutto perché arrivano sul campo vere e proprie unità avanzate come le Streghe dei Ghiacci, che rendono ancora più ardui gli scontri. I boss poi acquisiscono abilità secondarie e modificatori aggiuntivi che li rendono ancora più forti e difficili. Ad esempio, il primo boss può cambiare le proprie abilità e attaccare con mosse elementali del fuoco o, ancora, può rimpicciolirsi per complicare la vita del giocatore, il quale dovrà faticare molto di più per colpirlo. A incubo le cose semplicemente diventano quasi impossibili. con nemici numerosissimi e abilità secondarie spaventose. Insomma, abbiamo fortemente apprezzato questa diversificazione dell’esperienza in base alle scelte del giocatore, un passo in avanti di non poco conto rispetto al mero aumento numerico degli ostili e dei danni subiti che è la prassi nei videogiochi odierni.

Tutto a ritmo di musica

BMP Bullets Per Minute è quindi un indie molto particolare che fa della musica una delle parti centrali dell’esperienza ludica. Ogni azione nel contesto del titolo, compreso premere il grilletto, ricaricare, saltare e schivare, va effettuato a ritmo di musica con addirittura una certa attenzione sulle note specifiche. Ad esempio, la ricarica delle armi va effettuata sulle note semiminime del pezzo, mentre gli spari sulle minime e semiminime. Questo contesto musicale rende il gioco una sorta di ibrido fra un rhythm game, uno sparatutto e un roguelike spassosissimo da provare soprattutto per gli amanti del genere rock più spinto. Tuttavia, in qualsiasi momento è anche possibile disinserire dal menù opzioni il sistema ritmico per lasciare al giocatore maggiore libertà di movimento sul campo, il che a conti fatti rende l’esperienza più facile da gestire, soprattutto se si intende proseguire nei più avanzati e perigliosi androni dei mondi vichinghi. Indubbiamente, disattivando il sistema ritmico si perde parte dell’esperienza originale, ma il prodotto è comunque godibile e il tempismo nelle azioni diventa necessario solo per aumentare il moltiplicatore di punteggio, lasciando al giocatore la possibilità di muoversi e agire come preferisce e garantendo anche un margine d’errore molto superiore.

Prima abbiamo accennato a un mondo costituito dalla mitologia norrena; ebbene, la storia di BPM Bullet per Minute è invero estremamente criptica e finalizzata esclusivamente per fare da sfondo al gameplay. Quello che sappiamo è che Goll e le altre creature della stessa specie delle Valchirie sono chiamate a liberare i mondi vichinghi dai demoni e dalla corruzione che ormai dilaga in ognuno di essi. A questo concetto narrativo abbastanza aleatorio si va a fondere il gameplay di un FPS alla Doom e un roguelike alla The Binding of Isaac e su questo ultimo punto (quello del roguelike) è facile individuare come moltissime delle scelte compiute dagli sviluppatori ricordino tantissimo le discese infernali di Isaac negli abissi della sua mente. Infatti, esattamente come in TBOI, i livelli sono divisi in piani, ciascuno costituito da un numero procedurale di stanze chiuse piene di nemici. I luoghi degli scontri sono prevalentemente ristretti e abbastanza contenuti e localizzati in questa fittizia versione metal del mondo norreno. Le valchirie hanno a loro disposizione armi da fuoco e armature che vengono generate “casualmente” per provare a difendersi dai demoni, ognuna con caratteristiche specifiche e punti di forza e debolezza unici.

BPM Bullets Per Minute

Vi sono pistole, revolver, fucili a pompa, lanciarazzi, mitragliatrici a canne rotanti e molto altro, insomma strumenti di morte per deliziare tutti i palati e permettere ai player di massacrare i demoni a ritmo di musica con la propria arma preferita. Parliamo al plurale quando ci riferiamo alle valchirie e alle entità che controlleremo perché vi sono circa 10 personaggi e, in modo similare a TBOI, ognuno presenterà una build iniziale specifica. Goll ha ad esempio una vita di 100 hp (per un massimo di 4 colpi da poter subire) ed è equipaggiata con una pistola semiautomatica. Freyr parte invece con 150 hp di scudi non rigenerabili (vi ricordano qualcosa con i Souls Heart di TBOI e il Blu Baby?) e un potentissimo revolver. Vi sono poi altri personaggi che però preferiamo non anticiparvi così che possiate scoprirli da soli. Insomma, ogni run può essere iniziata in modo diverso per aumentare considerevolmente la rigiocabilità totale.

 

Delle rockstar con le pistole

La componente estetica di BPM Bullets Per Minute è paradossalmente la componente più soggettiva in questa recensione, perché lo stile grafico appare a dir poco peculiare e se da un lato marchia a fuoco l’opera con una fortissima originalità, dall’atra parte potrebbe infastidire alcuni player a causa di una scelta cromatica molto forte e per la presenza d’immagini che spesso tendono a sfocarsi. Durante la prova siamo rimasti molto soddisfatti dallo stile grafico poiché si adatta benissimo alla scelta della musica di sottofondo, facendoci immergere in un inferno metal a forza di beat ed effetti a schermo. In termini di prestazioni, il progetto di Awe Interactive ha saputo difendersi piuttosto bene su PlayStation 4, senza eccessivi cali e con una strutturazione addirittura di calibrazione dello schermo in base agli strumenti di imput e dell’immagine sullo schermo utile e funzionale. Quindi, da un punto di vista esclusivamente tecnico, il titolo riesce comunque a mostrarsi in modo più che sufficiente, anche se comprendiamo che la scelta estetica possa non rientrare nei gusti di tutti i giocatori.

BPM: Bullets Per Minute

8.4

BPM: Bullet Per Minute è un titolo dalle eccellenti qualità, uno sparatutto divertentissimo con una buona rigiocabilità e stile da vendere. La nostra prova su PS4 ci ha lasciati estremamente soddisfatti e siamo convinti che il titolo possa fare la gioia di tutti quei player che amano la musica rock e le battaglie infernali in stile Doom.

Samuel Raciti
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.

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