Per fare un’avventura grafica di stampo investigativo che sia anche solo vagamente godibile servono tre cose: un mistero avvincente, degli enigmi o degli indizi non troppo ovvi, e qualche twist messo nei momenti giusti. Non c’è bisogno di storie sensazionali e mai viste prima, ma non bisogna lasciare troppe cose al caso.

Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case è il secondo capitolo della saga realizzata dai ragazzi di Blazin Griffin, che sembrano avere una certa passione per i gialli e i misteri, dato che non si sono dedicati solo alle avventure del celebre detective belga, ma ci hanno regalato prodotti come Murder Mystery Machine. Ma procediamo con ordine e scopriamo insieme questa seconda avventura nella nostra recensione.

Il giovane Hercule e un quadro misterioso

Come ogni mistero, tutto nasce da un compito apparentemente semplice, ma che si complica man mano. Un giovanissimo Hercule Poirot si dirige a Londra a bordo di un traghetto, con il compito di proteggere un quadro prezioso. Una nobile (e viziata) passeggera si lamenta del facchino che le ha fatto cadere la valigia, e da lì parte il dramma: ha perso il suo prezioso portasigarette, un cimelio di famiglia. Questo pretesto apparentemente sciocco sembrerà concludersi con l’attracco a Londra, ma tutto ciò porterà a qualcosa di ben più grave: proprio il giorno dell’inaugurazione della mostra il quadro di Maria Maddalena, che Poirot avrebbe dovuto custodire, viene trafugato. Come se non bastasse, un omicidio è dietro  l’angolo.

Preferiamo non svelarvi troppo della trama, ma vi basti pensare che questi eventi hanno come cornice principale la cara e vecchia Londra, che con la sua atmosfera un po’ polverosa rende misterioso anche l’evento più nobile e frivolo.

Come in ogni giallo, i personaggi e i loro legami sono la chiave di volta del mistero. Ci viene presentata sin da subito una sfilza di uomini e donne, con le loro verità, le loro bugie e i momenti di debolezza che verranno sfruttati dal nostro detective di fiducia per poter risolvere il caso. Il gioco è sottotitolato in italiano e doppiato completamente in inglese, con una particolare attenzione per gli accenti e la recitazione un po’ teatrale (non a caso siamo nel Paese del Bardo).

Nonostante io sia una fan del doppiaggio italiano, anche per deformazione personale, le voci inglesi tendono a impreziosire l’atmosfera, mettendo i evidenza i contrasti fra gli accenti, il particolare quello di Poirot e gli altri personaggi non anglofoni, come Madame Anastasia.

Un gioco da ragazzi (fin troppo…)

Siamo d’accordo che le avventure grafiche non debbano essere necessariamente complesse in modo estremo, ma è chiaro che alcuni titoli sono più adatti ai “veterani” del genere, mentre altri sono dedicati a coloro che vogliono qualcosa di più semplice o che si stanno approcciando solo ora a questa meravigliosa categoria di videogiochi.

Agatha Christie – Hercule Poirot: The London Case punta sicuramente alla semplicità, agli enigmi da risolvere in poco tempo. Il gioco sembra voler accompagnare il videogiocatore, a volte lo prende direttamente per mano rendendo ovvie quasi tutte le soluzioni. Questo non è necessariamente un problema, ma nonostante la sua semplicità ci sono dei momenti in cui ci ritroveremo a cliccare a caso sugli scenari o gli oggetti da analizzare, cosa non sempre piacevole.

La vera attrattiva del gameplay sono le mappe mentali. Dopo aver analizzato minuziosamente le scene del crimine, aver parlato con i personaggi e interagito (sempre in modo limitato) con gli oggetti, metteremo in ordine delle idee che, unendo letteralmente i puntini, ci porteranno a formulare delle deduzioni. Non sarà un meccanismo che sorbirete passivamente, ma dovremo effettivamente ragionarci.

Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case su Steam

Tutto questo rende il gameplay molto più cervellotico, ma alcuni elementi possono renderlo frustrante, come ad esempio dei meccanismi troppo nascosti nella mappa che ci porterà al sopracitato “clicca un po’ ovunque” e potrebbero sbloccarsi solo dopo aver formulato una determinata deduzione.

Passo dopo passo, unirete tutti i pezzi di questo sfaccettato mosaico che sicuramente non ha nulla da invidiare al capitolo precedente, ma che presenta una serie di limiti tecnici nel gameplay, e anche dal punto di vista grafico.

“Gli occhi, cos’è? Sbarellato quello lì!”

Gli ambienti ricchi di oggetti sono piuttosto curati, ma a tutto questo si contrappongono una serie di fastidi grafici notevoli. Non sarà raro vedere il nostro Poirot incastrato fra due personaggi, che continua a camminare su un immaginario tapis-roulant. I movimenti risvegliano i nefasti ricordi di alcune avventure partorite nel lontano 2010, delle belle avventure ma che se giocate ora risultano particolarmente legnose.

Ma il problema più grosso riguarda il design e le animazioni dei personaggi. Quasi tutti sembrano lo stesso modello preimpostato, come se lo sviluppatore avesse solo usato un modello maschile e uno femminile, cambiando solo colori, capelli e qualche tratto somatico. Poca varietà e personalità dal punto di vista estetico, ad eccezione di Poirot e un paio di personaggi principali.

Abbiamo già detto che le animazioni sono legnosissime, ma quelle facciali sono a dir poco disastrose. Non è raro sentire il doppiatore parlare e vedere le labbra dei personaggi completamente sigillate, o che si muovono leggermente, come se fossero dei ventriloqui di scarso talento.
Nei momenti in cui hanno deciso di animare i movimenti della bocca ci si limita ad aprire e chiudere le labbra, trasformando tutti in delle “rane parlanti”.

Infine, gli occhi inespressivi rendono i personaggi particolarmente inquietanti e le scene più drammatiche possono risultare involontariamente comiche.

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Agatha Christie - Hercule Poirot: The London Case

6

I limiti grafici e di gameplay sono evidenti. Il cliccare nel vuoto alla ricerca di indizi può rendere il tutto un po' frustrante, ma il mistero risulta piuttosto avvincente e gli amanti dei gialli potrebbero soprassedere e vivere con entusiasmo questa storia, scoprendo man mano sempre più dettagli riguardo questo entusiasmante caso. Il doppiaggio inglese è ottimo e l'interpretazione degli attori è davvero notevole, seppur un po' troppo teatrale.

PRO
  • Un caso davvero avvincente
  • I colpi di scena non sono sempre prevedibili
  • Hercule Poirot diventerà il vostro nuovo eroe!
  • Gli enigmi sono semplici ma mai banali
CONTRO
  • Poca espressività dei personaggi, graficamente
  • Oggetti importanti troppo mimetizzati
  • Presenti diversi piccoli bug
  • Alcuni personaggi sono poco memorabili
Luciana Perrucci
Traduttrice e revisora (anche) di videogiochi, tra il lavoro, il gaming il suo podcast e le recensioni, Luciana ha deciso che dormire non fa per lei. È fermamente convinta che non arriverà ai 40 anni di questo passo. Tra i suoi generi videoludici preferiti ci sono gli horror, le avventure grafiche e i gestionali. È allergica ad Animal Crossing.

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