Young Royals – Recensione del serial Netflix sui giovani reali svedesi

Ecco la nostra recensione di Young Royals, un drama che coniuga esigenze narrative prettamente teen a spunti sul peso della Corona di un paese.

Gabriele Barducci
Di Gabriele Barducci Recensioni Lettura da 6 minuti
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Young Royals

Young Royals rispecchiain qualche modo – gli standard produttivi del colosso dello streaming dalla grande N per quanto riguarda le produzioni originali dei paesi che ospitano il servizio. Se consideriamo il fatto che gli accordi tra le parti e le case di produzione cerchino da sempre di soddisfare le preferenze dello spettatore medio, da ciò che vediamo in questo titolo possiamo sbilanciarci nel dire che in Svezia i teen drama vanno per la maggiore, secondi solo a prodotti dove il peso della responsabilità di una grossa eredità grava sulle spalle dei protagonisti. Amalgamando queste due cose, il risultato che ne viene fuori è Young Royals, e qui di seguito trovate la recensione di questo esperimento breve, a tratti avvincente, ma assai confuso nella forma finale.

Un The Crown svedese?

Leggendo il plot di base – e guardando in parte le premesse – la prima cosa che salta in mente è che potremmo trovarci dinnanzi a uno show che cerchi di emulare le gesta nobili di un’altra grossa produzione Netflix, The Crown: in questo caso la serie si concentra sul giovane Wilhelm, erede della corona svedese, che dopo una bravata notturna viene mandato nel collegio Hillerska. Il ragazzo infatti è accusato di non prendere seriamente la sua posizione sociale e tutto quello che ne consegue. Le sue bravate vengono mal viste dal popolo, e per salvaguardare il nome – e quindi il potere della corona – la famiglia deve in qualche modo raddrizzare ciò che sta prendendo una brutta piega. Il collegio, con amicizie idealmente più sane e la rigida disciplina che verrà imposta,  potrebbe essere una soluzione, se non fosse che nello stesso collegio saranno presenti giochi di potere, ricatti e invidie ben più pericolose di una bravata adolescenziale.

young royals recensione

Allontaniamoci però dal paragone proposto col titolo sopraccitato. Nonostante le premesse sembrino puntare la penna drammaturgica sulle conseguenze reali di un erede allo sballo, Young Royals alla fine si mostra per ciò che è, ovvero un semplicistico teen drama che sin dalla prima puntata volge i riflettori sulla scoperta di alcune certezze e lati oscuri del giovane principe. Dall’omosessualità ai riti di iniziazione, passando per il gruppo di supporto della famiglia reale – una cellula dormiente attiva in ogni struttura pubblica svedese – e i giochi di potere attivi e passivi derivanti dall’essere un reale (con conseguenti pregi e difetti).

Un’esplosione ormonale senza filtri

Risulta particolarmente interessante l’idea di svelare subitissimo, sin dalla prima puntata, la carta della latente omosessualità del principe. In questo modo è stato possibile “giocare” e utilizzare questa caratteristica nelle maniere più disparate, spalmate nelle sei puntate di questa prima stagione. La struttura del titolo, infatti, gira spesso attorno a questo fatto, coniugando la stretta necessità di trattare il tema come fosse un segreto che scoperto potrebbe far vacillare l’opinione pubblica e la difficoltà di tenerlo tale in un collegio dove tutti vogliono sapere tutto, tra giochi di potere, social e stampa.

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Ci troviamo davanti una scrittura che si palesa schietta e fin troppo semplice, e dove si mostrano già al secondo episodio i veri problemi che – come capita spesso nelle produzioni Netflix – sono da ricercarsi nell’ossatura generale del prodotto. Se seguito distrattamente, la visione di Young Royal può beneficiare del fatto di essere uno show leggero e piacevole da assorbire e metabolizzare. Il problema sorge però nella gestione dei tempi narrativi e dei personaggi che ci vengono presentati. Tutti hanno una faccia e una rispettiva facciata, ma molto spesso non abbiamo tesi che dimostrano il loro effettivo essere. Qualche esempio: se chi non ha i soldi ricatta il principe per risolvere i propri problemi economici, prima dell’arrivo del reale, come faceva a pagarsi la retta? Per non parlare della ragazza che va nel collegio prestigioso e odia la sua famiglia “povera”, ignorando a quanto pare il proprio stato economico (lo stesso della famiglia essendo una figlia a carico). Questa situazione la porterà a pronunciare determinate battute “fuori contesto”, al netto delle sue dichiarazioni verso i propri parenti.

Insomma appare chiaro che il focus principale sia tutto sul principe, i suoi doveri reali – al giro di boa capiteranno alcuni eventi importanti che eleveranno l’attenzione molto più di prima – mentre tutti gli altri comprimari sono sacrificati sull’altare della mediocrità. È anche vero che, in sole sei puntate, anche la stessa finalità da teen drama viene meno, non raccontando nulla di originale rispetto a quanto non si sia già visto da altri serial della stessa categoria. Non stiamo comunque parlando di un titolo completamente negativo. Focalizzando, infatti, l’attenzione sulle relazioni all’interno del collegio, la serie mira sicuramente a creare un fandom al di fuori del titolo che possa crescere su internet, tra ship e tenerezza di coppia. Insomma, come avete potuto vedere dalla nostra recensione, allo stato attuale Young Royals non racconta nulla di nuovo. Qualche buona carta ce l’ha e la gioca subito, ma l’attenzione si fa flebile puntata dopo puntata.

Young Royals
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Voto 6
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