Stranger Things 2 Recensione

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 7 minuti

L’abbiamo chiesta, l’abbiamo voluta, l’abbiamo aspettata, e infine l’abbiamo amata. La seconda stagione di una delle serie TV rivelazione originali di Netflix è dunque online, non solo con tutte le puntate disponibili all’esordio, ma anche accompagnata da una trafila di episodi dedicati ai retroscena, con gli attori, i creatori (i fratelli Duffer, Matt e Ross) ed il regista (Shawn Levy, nonché produttore esecutivo) a commentare il tutto. Stranger Things 2 si presenta al pubblico come un seguito diretto degli avvenimenti della prima stagione, anche se le modalità e l’evoluzione della trama in questa prendono decisamente una piega inaspettata. Già, perché li dove la prima stagione ruota tutta attorno alla ricerca del piccolo Will Byers (Noah Schnapp), nella seconda assistiamo non solo all’intreccio di più sotto trame legate a vecchi e nuovi personaggi, ma anche ad una loro crescita, un approfondimento che riesce a scavare a fondo all’interno di ogni singolo interprete. Le sorprese non finiscono qui: durante la stagione c’è inoltre un episodio interamente dedicato a Undici (Millie Bobby Brown), cosa che fino ad ora non si era mai manifestata… e ne scoprirete da soli il motivo.

stranger things 2
Cosa avrà visto Dustin? I costumi non sono l’unico easter egg dedicato a Ghostbusters, trovate gli altri!

Stranger Things 2 ci pone così di fronte a una nuova concezione, dove i personaggi principali ormai sono a conoscenza dell’esistenza “SottoSopra“, e dove le conseguenze di ciò che è accaduto un anno prima si fanno ancora sentire, in alcuni personaggi più di altri. Ciò che minaccia la pacifica cittadina di Hawkins non è più la mortale caccia del Demogorgone, ma qualcosa di molto più oscuro, e soprattutto difficile da individuare. In assenza della ragazzina dai poteri sovrannaturali, a completare il gruppo dei cinque bambini arriva la sorprendente Maxine “Mad Max” (Sadie Sink), californiana arrivata in città con la sua famiglia e il suo fratellastro Billy (Dacre Montgomery), personaggio che erediterà il ruolo di “antagonista umano”, un po’ come accadeva a Steve nella prima parte della stagione scorsa. La crescita di cui parlavamo prima è stata possibile grazie non solo alle new entry, ma anche all’interazione tra coppie di personaggi che fino a quel momento poco avevano avuto a che fare tra di loro: è questo il caso ad esempio del simpaticissimo Dustin (Gaten Matarazzo), che per motivi che non vi sveleremo arriverà a stringere un legame importante proprio con Steve Harrington (Joe Keery). Ovviamente la storia avrà ripercussioni importanti anche in coloro che fanno parte della categoria adulta di Hawkins, con prestazioni di nuovo eccezionali da parte di David Harbour nei panni di Hopper e dell’eterna Winona Ryder, che interpreta Joyce, la madre di Will. Magistrale però è stato il contributo nella stagione di un’altra new entry, Bob, interpretato da Sean Astin (Sam, nel Signore degli Anelli), che riesce fin da subito a catturare la simpatia dello spettatore.

Stranger Things 2
Una sala giochi avrà un ruolo importante nella storia… in quali giochi si cimentano i nostri ragazzi?

Apprezzatissimi, durante la riproduzione delle puntate, il gran numero di easter egg e richiami ad altre opere, disseminati sia nelle location, sia nello stile delle scene, e ovviamente anche le citazioni. Il lavoro svolto dai creatori in Stranger Things 2 va dunque oltre il semplice racconto delle vicende, e si batte a spada tratta contro il problema più grande per un sequel (specialmente con una prima stagione che ha avuto un peso mediatico da capogiro): il background. La seconda stagione tende infatti a chiudere molte delle porte narrative che erano rimaste aperte in precedenza, concedendo ai personaggi di “vivere” loro stessi. Peculiari i casi in cui si notano grandi mutamenti della personalità in base alle situazioni che vivranno alcuni di loro, in particolar modo i piccoli Mike (Finn Wolfhard) e Lucas (Caleb McLaughlin), ma anche i più maturi Jonathan (Charlie Heaton) e Nancy (Natalia Dyer). Le motivazioni? Ovviamente le scoprirete solo guardando la serie.

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Toc Toc…

In queste nove ore insomma ci renderemo conto che di carne al fuoco ce ne sarà molta, e che sarà cotta molto bene. Sul livello narrativo e registico la serie riesce dunque a tenere incollati allo schermo gli spettatori, sfruttando al meglio l’indecifrabilità della malvagia creatura che stavolta minaccerà l’intera popolazione: la differenza principale infatti sarà proprio nel non sapere come affrontare un nemico che non si conosce. Quello che però riesce a far funzionare al meglio la stagione, è la divisione “in gruppi” o in coppie dei personaggi, che per scopi diversi (e tutti dannatamente importanti) si ritroveranno a collaborare per gran parte della trama. Molto utilizzata, specialmente nelle prime battute, la tecnica del flashback, perché molti saranno i punti “oscuri” che verranno chiariti pian piano che si procederà nella storia, e la maggior parte di essi sono legati logicamente a Undici. Dopo il termine della visione, a tenere banco sulla scacchiera dell’hype per la stagione 3 stavolta c’è un “vuoto quasi totale”, dato che come vi abbiamo anticipato, questa stagione porta a chiudere molti dei conti in sospeso, e lascia spazio solamente a un paio di interrogativi legati fortemente agli avvenimenti di Stranger Things 2.

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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.