Hands On Sniper: Ghost Warrior 3 – Gamescom 2016

Gianluca "Gianz" Bianchini
Di Gianluca "Gianz" Bianchini Impressioni Lettura da 5 minuti

Alla Gamescom in questi giorni abbiamo visto parecchi sparatutto in prima persona: dal classico Call of Duty di Activision al nuovo Battlefield di DICE, passando per varie interpretazioni del genere come ad esempio Titanfall 2. Tra questi giganti, prova a farsi spazio Sniper: Ghost Warrior 3. Il gioco di CI Games però è molto differente dal resto: innanzitutto è uno shooter che si focalizza solo sul single player, ma soprattutto, viene identificato molto più precisamente come tactical shooter.

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Nella demo, provata all’interno dell’area stampa, si partiva dal rifugio del protagonista: nel gioco infatti, l’hub di tutte le missioni, oltre allo shopping e al banco per modificare le armi, sarà una piccola caverna situata all’interno della mappa del gioco. In questa mappa si potrà viaggiare liberamente, tramite anche fast travel, per raggiungere i luoghi delle missioni. Dopo aver scelto una missione suggerita dai ragazzi di CI Games, abbiamo raggiunto il luogo in cui dovevo trovarmi per iniziarla. Gli obiettivi saranno spesso delle missioni di recupero dati, o liberare gli ostaggi o semplicemente prendere il controllo di una zona.

L’equipaggiamento che ci porteremo dietro ovviamente farà la differenza, in quanto non si potrà accumulare un arsenale come in altri shooter: avremo la possibilità di portarci dietro un’arma primaria, ovvero un fucile da cecchino, un’arma secondaria, un fucile da combattimento, e anche una pistola ricordandosi di badare alle munizioni, in quanto non ve ne saranno in giro per ricaricarle. Queste tre armi selezionabili delineano perfettamente le tre parole del titolo: abbiamo nello stesso soldato lo Sniper, il Guerriero e il Fantasma. Un gadget importantissimo è il drone, che può essere usato per una preliminare recognizione, esplorando l’area per scovare le guardie nemiche presenti. Ovviamente, il drone può essere tranquillamente riconosciuto dai nemici, che si allarmeranno non appena lo vedranno, andando a penalizzare la vostra copertura.

Una volta finito con il mio piccolo drone, che si muove agilmente e in modo impeccabile sia in esterna che dentro a luoghi chiusi, ho cominciato a stuidare la mappa e come sfruttare al meglio il mio fucile. Ovviamente questa è l’arma principale del gioco, per cui avremo tutta una serie di informazioni affinchè il nostro colpo vada a bersaglio, come la direzione e la forza del vento. Avremo poi dei mirini scalabili che ingrandiranno l’obiettivo. Una volta preparato il tutto, si prende un bel respiro, premendo il grilletto sinistro, e poi si spara. Siccome CI Games punta molto sul realismo, qualsiasi colpo inferto con un fucile simile è morte certa, ma durante la prova ci hanno assicurato che sarà possibile allestire dei “colpi da maestro” riuscendo ad uccidere anche due nemici con un proiettile, se questi sono ben allineati e non troppo distanti l’uno dall’altro.

Dopo aver eliminato i primi obiettivi, facendo attenzione che fossero isolati rispetto alle altre guardie, mi sono addentrato nella struttura (che tra l’altro era una bellissima chiesa abbandonata) con la pistola silenziata e con discrezione ho cominciato a perlustrarla. Siccome il drone aveva fatto il suo dovere, sapevo già dove si trovavano i nemici, indicati da una freccia, quindi farli fuori senza farsi vedere è stato molto facile.

Purtroppo ho finito la missione senza usufruire dell’AK-47, ma mi è stato assicurato che nelle missioni più concitate sarà difficile riuscire a rimanere in incognito, per questo spesso è consigliato portarsi dietro diversivi come C4 o altri oggetti simili. L’unico appunto da fare è sul lato tecnico: sebbene il gioco punti molto su un gameplay tendente alla simulazione, il comparto grafico non é al passo con le altre produzioni di cui parlavamo sopra. Basteranno le idee di CI Games per poter affrontare la marea degli fps di questo inverno? Lo sapremo solo all’uscita, il 27 Gennaio del prossimo anno.

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Gioco da ormai 15 e passa anni ai videogames, il più dei quali sono stati titoli di Nintendo. Ma ho anche giocato spesso alle saghe divenute classiche anche nella scorsa generazione appartenenti ad altre piattaforme. Ma Zelda rimane Zelda, una fetta del mio cuore c'ha la triforza disegnata sopra.