Nintendo Switch è una piattaforma che, nel corso degli ultimi anni, ha visto un continuo arrivo di titoli e produzioni di vario genere. L’attuale politica dell’azienda giapponese permette a diversi studi e titoli con uno specifico pubblico demografico di farsi strada sul mercato. In questa recensione andiamo ad analizzare Amnensia Memories, ovvero il remake di quell’Amnesia per PlayStation Portable, uscito originalmente per PlayStation Vita e ora nuovamente disponibile per la famosa console ibrida. Se volete, vi proponiamo a questo link anche la recensione di Amnesia Later X Crowd.
Una sfortunata coincidenza
Come da titolo gli sviluppatori di Otomate hanno ideato una storia legata fortemente al tema delle memorie. La protagonista, infatti, si trova da un momento all’altro senza alcuna memoria, visto che uno spirito ha occupato una parte importante spazio nella mente della giovane. Il tutto porta alla decisione di quattro specifici mondi, ognuno legato a un simbolo delle carte da gioco tradizionali, che determinano anche il ragazzo con cui bisogna passare la maggior parte del tempo.
Preferiamo non dilungarci ulteriormente nella storia, ovviamente per non cadere in qualche genere di spoiler. L’importante è sapere che ogni diramazione porta il giocatore in eventi e situazioni completamente differenti le une dalle altre. I toni cambiano in ognuna delle storie percorribili, dove ad esempio alcune saranno maggiormente legate a qualche genere di mistero, o altre maggiormente alla situazione amorosa. L’unica cosa che rimane salda è il tema della memoria, il motore centrale di tutte le vicende.
Una caratteristica interessante è come lo scenario relazionale si modifichi in ognuno dei mondi, con personaggi che presentano differenti ruoli, o coi contatti all’interno del cellulare della protagonista. La curiosità derivata dalla stessa struttura, e dalla breve longevità di ogni percorso, porta a un certo grado di rigiocabilità all’intera esperienza.
Lodevole anche la qualità della sceneggiatura, che riesce a mantenere alto l’interesse fino al raggiungimento dei titoli di coda. Amnesia Memories non vuole essere un prodotto complesso che utilizza un lessico o argomenti complicati, ma piuttosto vuole creare un’esperienza dal tono comico e surreale. Uno stile che rende l’opera una lettura leggera e adatta per ogni genere di pubblico, seppur con un occhio rivolto maggiormente verso quello femminile.
Purtroppo, questa sua grande accessibilità è limitata da una traduzione scritta esclusivamente in lingua inglese. Una scelta sicuramente dettata dal mercato, ma che automaticamente è in grado di allontanare possibili interessati. A livello sonoro è disponibile esclusivamente il doppiaggio giapponese che, attraverso una certa esagerazione nella direzione vocale, si dimostra ben congegnato per l’atmosfera generale.
Il potere delle visual novel
In questa recensione di Amnesia Memories evidenziamo come il gameplay non voglia in alcun modo rivoluzionare lo stile delle visual novel. Il gioco propone così una molteplice serie di dialoghi, con immagini e artwork di personaggi che cambiano con il proseguire della storia. A livello di personalizzazione e impostazioni è presente tutto quello che un fan del genere è in grado di desiderare: molteplici slot di salvataggio, modificare la velocità dei dialoghi, eliminare o meno il doppiaggio in determinati personaggi, decidere la funzione dei tasti o anche mandare automatizzare lo svolgersi degli eventi. In questo senso, l’opera pubblicata da Aksys Games non è invecchiata di una virgola.
La parte maggiormente interattiva della storia principale rimane legata alle scelte morali. In determinati momenti della storia, il giocatore è chiamato a dare delle specifiche risposte per raggiungere uno dei molteplici finali disponibili. Un’ulteriore caratteristica che aumenta il grado di rigiocabilità, vista la curiosità di scoprire ogni possibile destino della protagonista e dei giovani ragazzi.
Il gioco presenta anche una piccola sezione dedicata ai minigiochi, completamente slegati dall’attività principale. Al suo interno è possibile partecipare a delle partite di morra cinese e air hockey, in modo da staccare dai diversi intrighi narrativi proposti dagli sceneggiatori. A livello strutturale sono veramente molto semplici e, per questo, è molto difficile che qualcuno decida di dedicarsi a questo lato della produzione.
Un vero peccato che queste piccole attività non siano comunque integrate all’interno dell’avventura, magari per tappare qualche piccolo momento morto o d’interazione dei personaggi. Qualche ulteriore compito secondario, magari perfino slegato dall’avanzare della narrativa, poteva rendere maggiormente varia l’esperienza principale (ma forse un po’ fuori focus).
A dir la verità esistono due parti intere del gioco da dover sbloccare, ma preferiamo non rovinare la sorpresa ai possibili interessati.
Un’impronta artistica
Il lato artistico è uno dei punti fondamentali di Amnesia Memories. All’interno di ogni storia percorribile sono sbloccabili diversi artwork, che raffigurano alcune importanti sequenze narrative. Ognuna di esse presenta un’ottima cura stilistica, in un tripudio di colori da lasciare piacevolmente sorpreso l’utente finale. Gli sviluppatori hanno ben pensato d’inserire una sezione galleria, dove poter osservare nuovamente tutti i disegni attualmente conquistati nelle proprie partite.
Apprezzabili anche gli artwork di ambientazioni e personaggi nella parte principale del gioco, anche se per natura stessa del genere sono piuttosto ripetuti. Dal lato musicale, invece, l’opera si presenta con temi adatti al contesto e niente di più. L’opening iniziale di Kaori Oda, ovvero Reverberation, riesce però a entrare in testa grazie a un ottimo utilizzo degli strumenti e alla voce del cantante.
L’operazione di porting effettuata per l’occasione è ben realizzata. Nella nostra partita non abbiamo riscontrato alcun genere di bug o glitch di sorta, così come una completa assenza di rallentamenti sia in modalità portatile che casalinga. Inoltre, confermiamo che è possibile giocare l’intera avventura attraverso il touch screen, compresi i due minigiochi citati.