Prendiamo un’ambientazione orientaleggiante con forti richiami all’estetica synthwave, dei personaggi super-deformed, una giovane ragazza esperta di arti marziali e dei livelli a scacchiera pieni zeppi di nemici da sconfiggere, condiamo il tutto con puzzle ambientali e serviamo con un sistema di combattimento a turni: eccovi servito Keen: One Girl Army, l’intrigante sliding puzzle game sviluppato da Cat Nigiri (Scrash, Necrosphere) e distribuito da Phoenixx Inc. e 2P Games sia su Nintendo Switch che su PC (come nel caso della versione oggetto di questa recensione) tramite Steam. Parliamo insomma di un titolo quantomeno peculiare e dopo esserci tuffati nel suo strano mondo, siamo ora pronti a farvi il nostro responso finale a riguardo.
Kim contro tutti
Kim, una bambina di 8 anni dal look da gothic lolita, vive nel suo piccolo villaggio con Gramma, sua nonna, che è a capo di un dojo di arti marziali che le affida una potente lama tramandata di generazione in generazione. Proprio con l’ausilio di quest’arma, Kim si troverà a fronteggiare una misteriosa organizzazione dai loschi fini che minaccia di distruggere il suo villaggio a suon di orde di zombie e robot. Così Kim, dopo un addestramento/tutorial sotto la guida esperta della nonna, lascia il suo paesino (dal nome poco ispirato di Village, villaggio) per sgominare i nemici, livello dopo livello.
Il gioco si presenta come uno sliding puzzle game molto dinamico, ma non frenetico: nei vari livelli ci troveremo a controllare Kim utilizzando unicamente le frecce direzionali della tastiera e pochi altri tasti, feature che rende Keen: One Girl Army molto comodo da giocare con una sola mano, su fondali a scacchiera che ricordano gli RPG classici. Ogni volta che Kim avanzerà, anche i nemici si muoveranno e prepareranno i loro attacchi; a differenza di giochi come Crypt of the NecroDancer, col quale è impossibile non notare la somiglianza, la componente da rhythm game è assente. Ciò significa che soffermarsi a riflettere sulle mosse non è penalizzato, anzi, è premiato da un sistema di achievement interno che prevede 3 diversi obiettivi in ogni livello, tra cui il completamento dello stesso senza subire danni. Starà al giocatore scegliere se giocare in modo spontaneo o cercare di soddisfare minuziosamente ogni requisito!
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Oltre agli achievement di fine livello, Keen: One Girl Army è ricco di sbloccabili e zone segrete. Nei vari stage, Kim raccoglierà dei token che serviranno a sbloccare dei santuari dove, previo completamento, la determinata bimba apprenderà delle nuove mosse speciali da utilizzare durante i combattimenti. In più, sebbene non sia fondamentale ai fini dell’avanzamento nel gioco, l’esplorazione è ricompensata con delle aree nascoste tutte da scoprire contenenti degli oggetti speciali. Data la natura da puzzle game, una parolina in più va spesa sul level design: i livelli si presentano come scorrevoli e intuitivi nella maggior parte dei casi, il che è agevolato dalla presenza di una mappa di tutti gli ambienti che sarà particolarmente utile in presenza di puzzle ambientali (porte da aprire, leve e pulsanti, massi da spingere…), rendendo più facile il backtracking.
Con le sue 7-8 ore di longevità, Keen: One Girl Army è un gioco complessivamente semplice, con una dolce curva di difficoltà che consentirà al giocatore di superare i livelli con facilità (eccezion fatta per alcuni punti da non sottovalutare). Ciononostante, gli obiettivi di fine livello menzionati in precedenza sono tutto fuorché semplici da raggiungere, per cui preparatevi a rifare più e più volte lo stesso stage per ottenere un punteggio perfetto. Un altro elemento che dilata la longevità del gioco è la presenza di un nutrito numero di achievement anche su Steam, cosa non troppo comune per un titolo indie.
Un Oriente dal retrogusto synthwave
Templi, giardini zen e un gatto a forma di nigiri (evidente easter egg che illustra il nome della casa di produzione); il mondo di Keen: One Girl Army richiama notevolmente l’Oriente sin dai primi minuti di gioco, tanto nelle sonorità che nelle ambientazioni. Avanzando con la storia, ai setting che ricordano l’immaginario tradizionale e rurale di Cina e Giappone si uniscono di prepotenza metropoli, neon, grafiche synthwave e ambientazioni corporate, mentre la colonna vira verso sonorità elettroniche e urban. Anche i character design dei personaggi strizzano l’occhio all’animazione giapponese, sia nei chibi super-deformed che nell’aspetto degli antagonisti che spesso richiama il mondo dei samurai, in un risultato complessivo che è promosso nella sua semplicità.
La storia di Keen: One Girl Army non è sicuramente il punto forte del gioco: nonostante dei personaggi graficamente ben caratterizzati, la trama e le interazioni sono trascurabili e decisamente poco ispirati. Se è vero che in un puzzle game la narrazione non è il catalizzatore delle attenzioni dei giocatori, bisogna anche riconoscere che la cura dei nomi, dei dialoghi e della lore è ciò che rende un titolo memorabile. Purtroppo, tra personaggi e posti che praticamente non hanno nome (si basti pensare a Gramma e Village), dialoghi poco coinvolgenti e con qualche sbavatura ortografica, Keen: One Girl Army non riesce proprio a brillare per il suo comparto narrativo. Volendo trovare il lato positivo di questa carenza, l’assenza di localizzazione in italiano diventa in questo modo uno svantaggio del tutto aggirabile. Vi ricordiamo che il gioco è ora disponibile su Steam al prezzo di €13,29 e sull’eShop di Nintendo Switch a €13,99.