Wicked: Parte Due Recensione, un finale intenso… ma con meno impatto

Abbiamo visto Wicked: Parte Due, la seconda parte dell'adattamento cinematografico del musical scritto da Winnie Holzman e Stephen Schwartz. Ecco la nostra recensione

Giorgio Maria Aloi
Di
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Recensioniwicked
Lettura da 9 minuti
8.5 Ottimo
Wicked: Parte Due

Wicked – Parte 2 (Wicked For Good) è un film del 2025 diretto da Jon M. Chu e ha un cast composto da Cynthia Erivo, Ariana Grande, Jonathan Bailey, Ethan Slater, Michelle Yeoh, Jeff Goldblum, ecc. Si tratta del sequel diretto di Wicked, e adattamento cinematografico del secondo atto del musical scritto da Winnie Holzman e Stephen Schwartz, a sua volta tratto dal romanzo Strega – Cronache Del Regno Di Oz In Rivolta di Gregory Maguire (una rivisitazione e prequel de Il Meraviglioso Mago Di Oz di L. Frank Baum). La prima parte era stata distribuita nelle sale un anno fa (il 21 Novembre 2024 ed ora è disponibile su Sky e Now TV) ed ora è arrivata la seconda al cinema, il 19 Novembre 2025.

Da quando si è opposta al Mago Di Oz (Jeff Goldblum), Elphaba (Cynthia Erivo) è stata soprannominata la Malvagia Strega dell’Ovest dagli abitanti di Oz, che la credono perfida. Elphaba vive in esilio nella foresta di Oz, continuando la sua lotta per la libertà degli animali di Oz e cercando disperatamente di rivelare la verità sul Mago. Nel frattempo, Glinda (Ariana Grande) è diventata la figura popolare del regime del Mago e viene soprannominata Glinda la Buona (o la Buona Strega Del Sud), mentre Fiyero (Jonathan Bailey) diventa il capitano delle guardie del Mago, sebbene dubiti ancora della colpevolezza di Elphaba.

Una seconda parte più disillusa e meno fiabesca

Dopo una prima parte introduttiva, magica e particolarmente ambiziosa, è arrivato il secondo atto dell’adattamento cinematografico del noto musical che ha illuminato Broadway nel lontano 2003, con il difficile compito di non deludere le aspettative. I due film diretti da Jon M. Chu sono divenuti un fenomeno, tanto da riuscire ad attirare anche i meno avvezzi al genere. Una storia che gode di un buon comparto tecnico (buona regia, fotografia coloratissima, CGI convincente, canzoni mai ingombranti, scenografie coinvolgenti, costumi ben realizzati, ecc.) e tratta tematiche importanti e di cui si ha bisogno di parlare in questi tempi difficili (razzismo, pregiudizio, discriminazione, l’importanza di andare oltre le apparenze, l’amicizia, ecc).

La prima parte era tutta magica, fiabesca e piuttosto pomposa, mentre la seconda parte abbandona gli elementi fiabeschi, pur mantenendo quelli fantasy, e si sposta verso il dramma e un contesto più disilluso. Si esce dall’accademia e ci si addentra sempre di più nella terra di Oz, tra la voglia di smascherare la verità o tra chi regala al popolo qualcosa in cui credere, anche se sono bugie. Dopo la visione della seconda parte, ci si rende conto che l’opera poteva benissimo essere raccontata in un’unica pellicola, e in quel caso avrebbe avuto un impatto differente.

Il difetto nella prima parte stava nell’eccessivo minutaggio e nella riduzione nel ritmo, e stavolta si presenta il problema opposto: minutaggio ridotto e ritmo frettoloso. Questo non impedisce ai due film di avere riscontri positivi, perché ci sono diverse ragioni per apprezzarli, ma la storia si sarebbe potuta raccontare meglio in un’unica pellicola, concentrandosi sulle parti essenziali. Un po’ come si è fatto a Broadway – ma si sa che i tempi a teatro sono diversi da quelli del cinema e non è detto che alcuni elementi funzionino allo stesso modo, in entrambi i medium.

Non un prequel, ma una rivisitazione

La prima parte si presentava come un prequel, narrando per bene le origini della Strega Dell’Ovest e la Strega Buona Del Sud e arrivando quasi al preludio di quello che è successo ne Il Meraviglioso Mago Di Oz. Wicked – Parte Due non è un prequel, ma una rivisitazione del romanzo di Baum raccontata da un’altra prospettiva. È come vedere un “dietro le quinte” della storia, e questa scelta è coerente con il film precedente, mantenendo l’attenzione sulle due protagoniste e lasciando ai margini Dorothy e i suoi amici. Per chi non conosce Il Mago Di Oz, può risultare poco chiaro. Se invece si conosce già l’opera originale, dopo aver visto il musical si guarderà la storia da un’altra prospettiva, senza forzature, e si osserveranno i personaggi del Mondo Di Oz sotto un altro aspetto.

Wicked trova lo spazio per riferimenti politici (soprattutto, a quelli attuali) e mostra come la linea di confine tra il bene e il male e quella tra ciò che è giusto e sbagliato vengono messe spesso in discussione. Qui, il Mago di Oz è come il politico che offre al popolo qualcosa in cui credere (spesso una bugia), distraendolo dalla verità e da ciò che sta architettando dietro le quinte. Gli abitanti della Terra di Oz credono a ciò che vogliono credere, mentre Elphaba viene dipinta come “cattiva”, quando in realtà, a modo suo, vuole solo far “aprire gli occhi”.

Una parte musicale meno incisiva, ma più introspezione

Se la prima parte era ricca di canzoni e coreografie, che velocizzavano la trama senza mai risultare invadenti, nella seconda ci si è concentrati maggiormente sull’introspezione dei personaggi (cosa che non dispiace) e meno sulle canzoni. Sono meno incisive e, sebbene anche queste non risultino invadenti e arrivino al momento giusto, l’impatto è minore, e molte non rimangono impresse nella mente come altre (salvo un paio, di cui una riesce ad emozionare e a far scendere qualche lacrima: For Good).

Quest’anno, però, si ha la possibilità di vedere ben tre versioni del film: una completamente in italiano, una completamente in inglese e una “ibrida”, ovvero con il doppiaggio italiano e le canzoni in lingua originale. Guardando la versione “ibrida”, si ha la possibilità di sentire le abilità canore degli attori e molti dimostrano di essere talentuosi, in primis Ariana Grande e Cynthia Erivo.

Il film vanta un buon cast e ogni attore è adatto al ruolo assegnato, ma le due figure che rubano la scena sono sempre le colonne portanti della storia. Per quanto riguarda il canto, nulla da ribattere: la Grande è già di suo una cantante e sa farlo, ma Erivo è un passo avanti all’interprete di Glinda. Glinda e Elphaba sono le vere protagoniste ed è giusto che ci si concentri su di loro: due amiche che hanno preso strade diverse e sembrano che siano l’una contro l’altra, ma la loro amicizia in realtà, non è mai scomparsa. Sebbene si trovino su due fronti opposti, si vogliono bene e lo si intuisce tra una scena e l’altra.

Anche se si è spinto un po’ troppo sulla velocità, un po’ come Elphaba che vola via a tutta velocità con la sua scopa, Wicked – Parte Due arriva a un finale commovente, emozionante e sorprendente. Sì, non è un musical perfetto, ma vale la pena guardarlo. Se il primo film invitava a guardarsi dentro, questo nuovo invita a guardarsi attorno e a lottare per ciò in cui si crede e per le persone a cui si vuole bene. Wicked è diventato un fenomeno cinematografico che ha tutte le carte in regola per lasciare un segno nel pubblico, con i suoi difetti “passabili”.

Wicked: Parte Due
Ottimo 8.5
Voto 8.5
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