Dracula: L’Amore Perduto è un film del 2025 scritto e diretto da Luc Besson (regista di film come Léon, Lucy, Dogman, Nikita, ecc.) e ha come interpreti Caled Landry Jones, Christoph Waltz, Zoë Bleu, Guillaume de Tonquédec, Matilde De Angelis ed altri. È ispirato dal romanzo Dracula scritto da Bram Stoker ed è stato proiettato in anteprima alla scorsa Festa Del Cinema Di Roma, che si è svolta dal 15 al 26 Ottobre, mentre è arrivato al cinema il 27 Ottobre.
Transilvania, XV secolo. Il principe Vladimir (Caled Landry Jones), dopo la perdita improvvisa della sua amata, rinnega Dio, ereditando così una maledizione eterna: diventare un vampiro. Condannato a vagare nei secoli, sfida il destino e la morte stessa, guidato da un’unica speranza: ritrovare l’amore perduto.
Un altro film su Dracula
Quante trasposizioni cinematografiche del romanzo di Bram Stoker sono state fatte? Quanti film sui vampiri ispirati dal libro, anche in parte? Tante, e avendo appreso di un ennesimo adattamento di Dracula (o di qualsiasi altra opera letteraria, attenzione), l’effetto sorpresa è pressoché nullo. Tuttavia le domande che sorgono spontanee sono: faranno un altro film su questo personaggio? ma era necessario?
Questo non fa pensare a nessuna “novità”, però non si deve cadere nel pregiudizio. Possono esserci 2, 5 o 100 adattamenti del romanzo di Bram Stoker, ma ognuno ha la propria impronta autoriale e il proprio tocco. C’è il Dracula di Bram Stoker, il Dracula di Francis Ford Coppola (1992) e tanti altri. Italo Calvino una volta disse Un classico non smette mai di dire ciò che ha da dire, sottolineando l’importanza della lettura dei classici e della loro reinterpretazione. Luc Besson dimostra che il vampiro ha ancora qualcosa da dire, e dà un’impronta differente al Conte, esplorando il suo tormento, i suoi sensi di colpa, il suo dolore, il suo misoteismo e la sua rinnegazione a Dio, e il suo senso di vuoto lasciato dalla perdita di una persona amata.

Non chiamatelo “Coppola”
Per chi ha visto Dracula Di Bram Stoker realizzato da Francis Ford Coppola, viene in automatico il pensiero che ci sia un parallelismo tra i due film e che entrambi abbiano voluto rendere la storia romantica. Forse Besson vi si sarà ispirato, ma non è assolutamente lo stesso tipo di film e ha dato una sua versione differente. Sono due adattamenti dello stesso romanzo, e seppur entrambi abbiano dato spazio al romanticismo, ci sono delle differenze tra loro.
Il film del 1992 è un po’ più complesso ed esplora sia l’ossessione che il peccato, per poi culminare con la liberazione, intrecciando tutto in modo indissolubile. Lì, quando Dracula rivede Nina riconosce in lei la reincarnazione della sua amata e il suo amore, che lo aveva portato a viaggiare, era divenuto possesso. Besson, invece, presenta un Dracula segnato dalla perdita della sua amata e quando vede Mina, ne resta incantato ma non arriva a sfiorare l’ossessione. L’amore trattato qui è quello più puro, mirato al rispetto della libertà altrui e alla redenzione di sé stessi.

Più romantico, meno horror
L’amore è la colonna portante di questo film, tanto che regge tutto il peso e lascia poco spazio ad altri generi. Molto romantico, ma non c’è quasi nulla di horror, e quando prova ad esserlo fa fatica, e tende ad essere mordente in un altro modo. Ma non è un problema, perché è grazie a questo aspetto romantico che si può esplorare un aspetto di Dracula mai esplorato prima (o meglio, non esplorato in questo modo). Quello che cerca Dracula non è solo il suo “amore perduto”, ma anche la pace. Quando incontra Mina, non vuole condannarla alla sua stessa maledizione, ma “lasciarla libera”. Non è questo il vero amore, in realtà? Non è possesso, ma anche rispetto della libertà dell’altro/a.
Dal punto di vista emozionale, il film di Besson raggiunge il suo obiettivo e tocca le giuste corde. Per questi motivi, può attirare l’attenzione anche di chi snobba il genere horror, perché qui di horror non c’è quasi nulla. Permette pure di entrare in empatia con il vampiro, in modo naturale. Se invece, si cerca una storia horror e un vampiro spaventoso, non si troverà e chi cerca il brivido, resterà deluso.

Lasciare un segno… non per tutti
Besson è riuscito a far provare emozione, ma è stato attento anche nel comparto tecnico. Le scenografie sono ben realizzate, riuscendo a ricostruire le ambientazioni degli anni 400 e quelle degli anni 800, mostrate dopo il salto temporale dal prologo di Dracula. Il tocco realistico è stato accompagnato dal trucco convincente e dai costumi non curatissimi. Però, in compenso, c’è una buona regia, un cast composto da attori che hanno lasciato interpretazioni magistrali, ad esempio, Caled Landry Jones che ha saputo incarnare questo Dracula che voleva realizzare Besson o Christoph Waltz che dove appare, fa sempre la sua figura. Il film vanta anche un orgoglio italiano, ovvero Matilda De Angelis che ha dato tutta sé stessa.
La trama scorre con il giusto ritmo, che è stata suddivisa in modo accurato in due parti: la prima incentrata sulle origini di Dracula, mentre la seconda si concentra sull‘amore e sulla continua ricerca della pace. C’è una colonna sonora discreta realizzata da Danny Elfman, ma c’è una pecca nella CGI per quanto riguarda la realizzazione dei gargoyle.
Purtroppo, questa pellicola sarà una versione non compresa da tutti e sta dividendo l’opinione pubblica. Sarebbe un peccato non dare una possibilità a questo film, perché ha tutte le carte in regola per lasciare il segno, così come Dracula lo lascia con i suoi canini al collo delle sue vittime. Non si avrà una pellicola horror né una fedele al romanzo, ma il sacrifico della quasi fedeltà ha portato a dare un aspetto del famoso vampiro che è interessante esplorare e su cui provare anche una certa emozione.