Tormented Souls 2 è il seguito dell’acclamato Tormented Souls, un’avventura survival horror che ricalca le atmosfere anni ‘90 di Resident Evil, uscito nell’agosto del 2021 su console e PC, sviluppato da Dual Effect e Abstract Digital, e distribuito da PQube. Visto il successo del predecessore e l’apprezzamento del pubblico, gli sviluppatori hanno voluto dedicarsi ad un seguito dell’avventura, ma sarà riuscito a reggere il confronto col passato e a catturare la nostra attenzione? Andiamo a scoprirlo insieme nella nostra recensione!
Una gita poco piacevole
Partiamo dal fatto che abbiamo amato il primo indimenticabile Tormented Souls, ebbene, possiamo dire che questo seguito è identico in tutto e per tutto. Il gioco narra le vicende di Caroline che, a causa dei disturbi della sorella minore Anna che disegna presenze inquietanti, viene convocata insieme a lei in un convento di suore, che a loro dire avrebbero potuto aiutarle. Così, ignare di cosa le attendeva raggiungono la spettrale cittadina di Villa Hess, dove era ubicato questo fantomatico convento e dove avrebbero dovuto trovare una cura… o almeno è ciò che credevano. Come da copione, si tratterà di un posto colmo di nemici, mostri deformi, trabocchetti ed enigmi da risolvere, e le suore… naturalmente non potevano che essere assetate di sangue, e non vedono l’ora di uccidervi. Esatto, giungerà così il momento di imbracciare di nuovo la vostra fidata sparachiodi al fine di sopravvivere a tutte queste minacce.

Lineare e “familiare”
Quello che forse avremmo voluto che in parte cambiasse, o comunque che migliorasse con l’introduzione di elementi nuovi, è sicuramente il gameplay, che invece è rimasto assolutamente identico al primo Tormented Souls, come sono rimasti identici i menù, l’inventario e la struttura stessa del gioco. Il che vuol dire che non ci saranno missioni secondarie ma solo obiettivi prefissati per progredire nella narrazione della storia in maniera lineare, fino ad arrivare alla fine. Come da prassi, si colpirà tenendo premuto R1 per mirare con la sparachiodi e sparando ai nemici con R2, così come sono rimasti invariati il resto dei comandi con il tasto X per confermare le scelte ed il cerchio per tornare indietro, mentre col tasto triangolo si potrà usufruire dell’inventario della nostra eroina. Inoltre, potrete richiamare la mappa del gioco con il touchpad una volta che l’avrete raccolta all’interno del livello.
Per quanto riguarda i nemici, li abbiamo trovati variegati e molto coriacei, e gli enigmi al solito hanno il loro grado di sfida. Analogamente al primo capitolo dovrete trovare chiavi, esaminare oggetti che ne nascondono altri al loro interno, combinare alcuni oggetti con altri per ottenere quelli necessari per la risoluzione degli enigmi, trovare combinazioni numeriche ed altro ancora.

Siccome sembrava troppo facile tutto questo (sì… come no), troverete anche pochissimi nastri per salvare le vostre partite, come saranno pochissime del resto le munizioni della sparachiodi e delle altre armi che andranno ovviamente usate con parsimonia totale ed assoluta disciplina. Inoltre, avrà un ruolo fondamentale come nel capitolo precedente, anche l’accendino che dovrà essere alternato alle armi da fuoco, in quanto se resterete troppo nell’oscurità, semplicemente, morirete. Come se non bastasse, già a livello medio non ci saranno salvataggi automatici, e dovrete riprendere la partita dall’ultima save room che avete visitato, ripercorrendo intere sezioni già precedentemente affrontate.
Passando invece a parlare del lato tecnico, purtroppo al momento della nostra stesura Tormented Souls 2 ha grossi problemi di glitch grafici, che occorrono specialmente nelle prime fasi, quando si cambia l’inquadratura da un corridoio all’altro, tra ombre sballate, ma anche texture che si inglobano e altro ancora, ma siamo certi che con una delle prossime patch tutto questo sarà sistemato.

Per il resto, come già anticipato, il gioco si presenta esattamente come il predecessore, ovvero con musiche sempre azzeccate rispetto alle atmosfere cupe e tetre del gioco, un doppiaggio di ottima fattura, come anche la traduzione presente anche in italiano, scritta bene e piacevole da leggere e seguire. I modelli dei personaggi non sono il massimo a differenza dei fondali che ricordano davvero i Resident Evil usciti su Gamecube che hanno fatto da sempre la storia dei survival horror.
Per quanto riguarda il framerate nella nostra prova su PS5 non abbiamo avuto mai alcun problema di sorta, come non ne abbiamo mai avuti col suo predecessore quando lo abbiamo giocato alla sua uscita. Nonostante i fondali siano di ottima fattura, il gioco non spicca dal lato grafico, probabilmente per la sua natura di indie, ma possiamo garantirvi che la giocabilità è ai massimi livelli e sarà veramente appagante specialmente per i fan di vecchia data dei classici survival horror alla Resident Evil con enigmi vecchio stampo.