Nell’ampio panorama dei giochi di ruolo, Superstizione si distingue per la sua impostazione profondamente narrativa e solitaria. Ideato da Alberto Furlan e pubblicato da NessunDove, questo GDR porta il giocatore a immedesimarsi in un Oracolo che, nonostante il silenzio degli dèi, deve trovare il modo di infondere speranza nel proprio villaggio attraverso rituali e racconti. Un’esperienza intima e immersiva, perfetta per chi ama la narrazione emergente e la costruzione di mondi.
Il gioco si articola in un periodo di tre anni in-game, suddiviso in quattro stagioni per anno, ognuna delle quali è segnata da un rituale. Il giocatore, attraverso il manuale e gli strumenti forniti, dovrà immaginare e descrivere il significato di ogni rito, il suo impatto sulla comunità e l’evoluzione della propria figura come Oracolo. Superstizione non offre un sistema di dadi o combattimento, ma si basa su una struttura di scrittura libera che permette un’ampia gamma di interpretazioni e variazioni.
Un’esperienza narrativa immersiva
Il punto di forza di Superstizione è senza dubbio il suo forte coinvolgimento narrativo. Ogni scelta compiuta dal giocatore influisce sullo sviluppo del villaggio e sulla percezione dell’Oracolo. La mancanza di divinità reali costringe il protagonista a creare nuovi miti e simboli, ponendo domande profonde sulla fede e sulla necessità di credere in qualcosa.
Il gioco fornisce spunti e indicazioni per aiutare a strutturare i rituali, ma lascia al giocatore la libertà di definirne i dettagli, trasformando l’esperienza in una sorta di esercizio creativo e introspettivo. A chi ama scrivere, creare mondi o esplorare tematiche spirituali e antropologiche, questo GDR offrirà un’esperienza unica.
Materiali di qualità e presentazione curata
Dal punto di vista della produzione, Superstizione colpisce per la qualità dei suoi materiali. Il manuale è ben curato, con un’estetica minimale ed evocativa, perfettamente in linea con il tono del gioco. Inoltre, la presenza di una plancia pieghevole aiuta a organizzare il flusso narrativo e a gestire gli eventi stagionali.
Anche la struttura del manuale è studiata per rendere l’esperienza di gioco fluida e intuitiva. Le regole sono spiegate con chiarezza, evitando inutili complessità che potrebbero ostacolare il processo creativo. Il focus rimane sempre sulla narrazione, permettendo al giocatore di immergersi completamente nel ruolo dell’Oracolo senza dover continuamente consultare il regolamento.
Rigiocabilità e libertà creativa
Uno dei grandi pregi di Superstizione è la sua elevata rigiocabilità. Ogni partita può prendere direzioni molto diverse a seconda delle scelte del giocatore e dei rituali ideati. La mancanza di una trama predefinita fa sì che ogni esperienza di gioco sia unica e irripetibile.
Inoltre, il gioco può essere adattato a diversi stili narrativi. Alcuni giocatori potrebbero voler dare un tono più mistico e spirituale alla storia, mentre altri potrebbero concentrarsi su un approccio più realistico, esplorando le dinamiche sociali e politiche del villaggio. Questa libertà creativa è un valore aggiunto per chi ama i giochi di ruolo orientati alla narrazione.
Superstizione non è un gioco per tutti. La sua natura solitaria e narrativa lo rende più adatto a chi ama scrivere, riflettere e costruire storie profonde piuttosto che a chi cerca sfide strategiche o combattimenti. Tuttavia, per chi apprezza questo tipo di esperienza, si tratta di un GDR affascinante e originale, capace di offrire momenti di grande ispirazione e coinvolgimento emotivo.