Le fantastiche avventure di Capitan Spirit – Recensione, la quiete prima di Life is Strange 2

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Recensioni Lettura da 9 minuti
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Le fantastiche avventure di Capitan Spirit

Come siamo a conoscenza l’annuncio di Life is Strange 2 è stato accolto con molto entusiasmo e timore sia dalla critica che dai fan: vuoi perché il primo capitolo è stato un autentico turbinio di emozioni, la paura di rovinare un franchise del genere per gli appassionati è sempre dietro l’angolo. La vera sfida per Dontnod, nota casa di sviluppo del gioco, sarà proprio quella di ripetere e migliorare quanto fatto in precedenza, compito senza dubbio non facile. Per questo è stato rilasciato Le fantastiche avventure di Capitan Spirit, prologo di Life is Strange 2 dove possiamo fare la conoscenza del nuovo protagonista Chris, un bambino che ha perso la mamma in un incidente stradale e che vive con il papà, ex giocatore di basket di successo e caduto in una forte depressione dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa della moglie, vuoto che cerca di colmare con l’abuso di alcool. Questo demone ovviamente si ripercuote sulla vita del bambino, giovane sognante che si rifugia nell’immaginario dei supereroi per evadere da una realtà che non è proprio super.

Capitan Spirit, abbiamo bisogno di te!

Come detto in precedenza Chris è un bambino apparentemente sano ma, come un tutte le famiglie, ci sono problemi che non possono essere affrontati. Charles vorrebbe essere un papà giusto, buono e premuroso, purtroppo però l’abuso di alcol lo rende sciatto e lavativo, soprattutto nei confronti di suoi figlio. Il ragazzo vuole bene al padre, capisce inconsciamente che sta male e, come un vero supereroe, vuole aiutare il papà a uscire da questo tunnel. Si sobbarca delle faccende di casa: lava, cucina, sistema i panni sporchi, tutto quello che dovrebbe fare un genitore responsabile. Tutte questo però rimbalza completamente al padre, troppo preso dal suo dolore per vedere cosa realmente sta perdendo, ovvero lo stesso Chris. Per quanto concerne la trama ci fermeremo qui, anche per non anticiparvi altro e lasciarvi il gusto della scoperta: come nel primo Life is Strange, empatizzare con il protagonista sarà fondamentale per calarsi nelle vicende narrate nel gioco. Dontnod ha sempre fatto vedere che in ogni famiglia ci sono drammi veramente grossi: dalla morte del padre di Chloe, al passato burrascoso di Rachel, le storie narrate dalla casa di sviluppo non sono particolarmente felici e facili da digerire.

Calarsi nei panni di un bambino, per chi non lo fosse, è sicuramente un’impresa ardua, ma le azioni che compirete, il modus operandi del ragazzo e il modo in cui parla, vi faranno presto ragionare come lui, in modo istintivo e naturale. Comprendere la situazione sarà difficile, ma prendere le parti del ragazzo sarà spontaneo. Essere un genitore non è senz’altro semplice, ma Charles si è complicato la vita da solo. L’impressione che abbiamo avuto è quella di un giovane che vorrebbe vivere la spensieratezza della sua età, essere come gli altri compagni e divertirsi come tutti. La realtà però non è spesso come vorremmo, per questo serve un supereroe in grado di renderla migliore, SUPER! Chris d’altro canto ha un superpotere davvero importante, quello di creare un mondo con la sola forza dell’immaginazione. Questo elemento, ovvero la fertile mente dell’infante, sarà la colonna portante dell’intera produzione, che adesso non affronterà più le tematiche delle crisi adolescenziali, ma si soffermerà su un argomento ancora più scomodo e complesso, quello di un bambino che si trova improvvisamente a dover diventare adulto per affrontare una vita troppo dolorosa.

Immaginare non costa niente

Come detto in precedenza, l’immaginazione sarà centrale tra le vicende. Proprio per questo oltre ai soliti comandi classici visti in Life is Strange (in questo capitolo dotati di una nuova interfaccia più colorata), adesso ci sarà anche un comando che attiverà in alcuni casi i “poteri” di Chris. Il ragazzo in questi casi potrà interagire con l’ambiente circostante, così da sembrare un supereroe a tutti gli effetti. La casa di sviluppo ha deciso di dare al giocatore la possibilità di modellare Chris secondo i propri gusti personali, dal mantello alla maschera, così da rendere comunque l’utente centrale per l’esperienza di gioco. In questo episodio si è dato anche moto più spazio ai puzzle, stile “trova la chiave nascosta e apri la porta”. Niente di complesso, ma di questi esempi ve ne potremmo fare davvero tanti. Tutto è molto fluido ma soprattutto coerente con l’immaginazione del ragazzo, intento mentre svolgerà le sue faccende domestiche anche a salvare il mondo. Chris dunque riesce a “piegare” la realtà al suo volere, così da renderla più sopportabile e allo stesso tempo interessante. La location dunque sarà una vera e propria tela bianca che il giocatore si troverà a dipingere secondo i propri gusti personali. Questa sorta di libertà è portata a un livello superiore rispetto al primo Life is Strange perché, come ben noto, la fantasia non ha limiti.

Questo prologo tuttavia sarà particolarmente lineare, ma il prodotto vi metterà a disposizione un ingente numero di compiti secondari che, se completati o meno, potranno cambiare sia il protagonista che la concezione che avrete su di lui. Dal punto di vista tecnico il gioco ha uno stile grafico che richiama perfettamente la serie, il motore grafico infatti è l’Unreal Engine 4, affidabile e funzionale. Le fantastiche avventure di Capitan Spirit non soffre di gravi problemi  tecnici, anche perché la velocità con cui si svolgono le varie azioni non è particolarmente caotica. Le musiche sono come al solito ispiratissime, in grado di aggiungere quel tocco di stile che riesce a emozionare l’utente e a tenerlo incollato al televisore nei momenti più carichi di pathos.

In conclusione possiamo dire che Le fantastiche avventure di Capitan Spirit è un prologo ben realizzato, in grado di tenere sulle spine il fruitore del prodotto con scene che fanno venir voglia di scoprire di più sul ragazzo e sulla vita che sta avendo. Non sottovalutate l’opera poiché il titolo si è dimostrato un “Life is Strange” a tutti gli effetti, lasciandoci curiosi, sorpresi e interdetti quasi allo stesso momento. Non legarsi al ragazzo è impossibile, sia perché stiamo parlando di un bambino, sia perché quello che sta passando non può non colpire chiunque, che abbia vissuto certe situazioni sulla propria pelle, oppure che per sua fortuna non abbia mai dovuto scontrarsi con questo tipo di realtà. Non dovete credere che il titolo sia per bambini, nonostante il protagonista sia uno di loro, la software house affronta temi dolorosi e maturi, argomenti e situazioni che un giovane a quell’età non è in grado di affrontare, sia per ingenuità sia per una mancanza d’esperienza. Le basi per ricreare e migliorare quanto fatto con il primo Life is Strange ci sono tutte, dopo aver giocato al prologo non vediamo l’ora di mettere le mani sui successivi episodi.

Le fantastiche avventure di Capitan Spirit
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Voto 8
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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.