Correva il lontano 2010 quando timidamente Radiant Historia esordì in Giappone su Nintendo DS. Il titolo è poi giunto in un secondo momento anche nel Nord America, ma purtroppo non è mai arrivato nel Vecchio Continente. Ad oggi, però, anche noi giocatori europei possiamo finalmente mettere le mani sul JRPG targato Atlus, ma in una veste (quasi) del tutto nuova, che rende giustizia ad un titolo del suddetto genere che è indubbiamente passato inosservato per troppo tempo.
Una cronologia perfetta…
Proprio come suggerisce il nome completo, Radiant Historia: Perfect Chronology rappresenta una vera e propria versione rivisitata e corretta dell’omonimo titolo uscito ormai quasi dieci anni or sono, ma arriva con diverse aggiunte che faranno la gioia anche dei fortunati possessori dell’edizione originale. All’avvio del titolo verremo accolti da una opening inedita che ci introdurrà ai vari personaggi che incontreremo nel corso delle trenta ore circa che lo compongono. Nel momento in cui andremo a selezionare una nuova partita, ci verrà chiesto di scegliere tra due modalità: la Perfect Mode, che include già all’interno del gioco e in modo assolutamente naturale le varie aggiunte; e la Append Mode, la quale mostra piuttosto “in un secondo momento” ciò che gli sviluppatori hanno inserito. Va da sé che nonostante il gioco stesso suggerisca quest’ultima a chi non si è mai interfacciato con l’originale Radiant Historia, noi abbiamo comunque optato per la Perfect Mode, ritenuta sin da subito più completa in tutte le sue forme, testando in seguito anche la controparte.
La trama non perde tempo a prendere la carica, e veniamo immersi senza troppi giri di parole all’interno di un mondo dilaniato da una guerra che non sembra trovare la pace. Il nostro protagonista, Stocke, è infatti un agente segreto che lavora per conto del regno di Alistel, da tempo in conflitto con Granorg a causa di un processo di desertificazione che ha portato le due potenze a non allearsi per trovare una soluzione al grave problema che attanaglia il continente entro cui sono situate. Ma accanto a questo tema, si trova quello dei viaggi nel tempo in cui il nostro protagonista si imbatterà in modo quasi del tutto casuale, grazie alle White Chronicles donategli dal suo stesso superiore, Heiss. Questo misterioso quanto potentissimo libro infatti, gli conferirà la possibilità di viaggiare attraverso diverse linee temporali, offrendogli così lo sbalorditivo potere di rovesciare a proprio favore le sorti del destino della guerra, ma anche quello dei compagni di battaglia. Ciò rappresenterà il cuore narrativo del gioco, e non mancheranno situazioni cruciali in cui la nostra scelta potrà portare ad un esito drammatico, o piuttosto ad un avanzamento della vicenda. Ma non temete, poiché a ciascuno di questi difficili momenti corrisponderà un nodo nel quale potremo teletrasportarci ogni qualvolta desidereremo cambiare le carte in tavola. La rigiocabilità del titolo è così assicurata dalla presenza di ben 280 nodi, che saranno in grado di portare con sé una certa varietà all’interno dei numerosi percorsi alternativi.
A fare da contorno all’intera vicenda figura l’eccezionale colonna sonora composta da Yoko Shimomura, diventata ormai celebre per aver lavorato alla serie di Kingdom Hearts, o al più recente Final Fantasy XV. Chiunque abbia già apprezzato le tracce di questi titoli, pertanto, non potrà che rimanere estremamente affascinato anche in questa occasione, grazie ad un lavoro certosino e assolutamente di prim’ordine svolto dalla compositrice giapponese. In più, all’interno di questa riedizione non mancheranno ben quattro brani aggiuntivi, che si vanno a sommare alla già eccezionale soundtrack.
Il turno lo scelgo io
Il gameplay di Radiant Historia: Perfect Chronology non presenta sostanziali differenze rispetto alla versione per DS, se non per qualche elemento di minore entità. Innanzitutto, sono state inserite ben tre difficoltà originariamente assenti: Friendly, Normal e Hard. Chi desidererà godersi maggiormente lo sviluppo narrativo con un basso tasso di sfida, non potrà che scegliere la prima fra le tre, pur con la consapevolezza che non avrà la possibilità di cambiarla in un secondo momento; diversamente, chi selezionerà le altre due, potrà passare liberamente da Normal a Hard e viceversa. La modalità Friendly, nonostante intenda prestarsi ai meno avvezzi al genere, fallisce quasi del tutto nel suo intento, andando di fatto a snaturare il gameplay. L’esperienza di gioco, in tale modalità, risulta per l’appunto fortemente compromessa, dato che colpendo con la nostra spada i nemici con cui ci imbatteremo durante l’esplorazione, questi spariranno. Quel che è peggio, è che il giocatore otterrà in ogni caso l’esperienza e le varie ricompense, senza però aver compiuto alcuna azione concretamente. Il risultato è dunque un vero e proprio impoverimento delle meccaniche, che senza dubbio meritano il giusto spazio all’interno di quello che è pur sempre un JRPG, e non una visual novel. Parlando del sistema di combattimento, possiamo tranquillamente affermare che ci troviamo di fronte ad un titolo decisamente vecchia scuola, grazie alla presenza dei classici turni tipici del genere, sebbene la peculiarità del titolo sia sicuramente quella di svecchiare i modelli maggiormente consolidati, per dare vita ad un sistema fresco e dinamico.
Infatti, una volta nell’area di battaglia ci ritroveremo in una griglia su cui verranno disposti i nostri tre combattenti e i vari nemici, ed è qui che risulterà fondamentale giocare d’astuzia. Per nostra fortuna, sin dalle prime battute avremo a disposizione diverse skill, che ci consentiranno di spingere i nostri avversari a destra, a sinistra, o sulle retrovie, e in tal senso sarà fondamentale sfruttare questo aspetto per uscire trionfanti anche dagli scontri più impegnativi. Condurre buona parte dei nemici in un solo riquadro, infatti, ci permetterà di concatenare più combo e di sconfiggere più mob contemporaneamente. Maggiore sarà il numero delle combo, e migliori saranno le ricompense che riceveremo dagli scontri, i quali – va ricordato – non sono casuali, optando dunque per la presenza dei nemici sulla mappa di gioco. Tuttavia, siate ben consci del fatto che, diversamente da buona parte degli altri JRPG, ogni qualvolta che il primo della serie di attacchi sconfiggerà il vostro avversario, quello successivo non si sposterà su un altro nemico, ma continuerà ad infierire inutilmente su quello che è già stato abbattuto, comportando di fatto una perdita di tempo e di turni non indifferente.
Il gioco in buona sostanza vi invita a prestare grande attenzione alla salute dei mostri contro cui state combattendo, senza attaccare alla cieca, sebbene una scelta simile risulti per certi versi poco condivisibile. Ma l’aspetto più rilevante e interessante del titolo Atlus è senza dubbio il “Change”, che oltre ad essere decisamente atipico, si rivelerà estremamente utile e fondamentale, soprattutto nelle battaglie più ardue. Attraverso questa funzione per l’appunto, avremo l’opportunità di invertire l’ordine dei turni presente nello schermo inferiore della console, e ciò vale sia per il nostro party, che per i mostri che stiamo affrontando. Ciò, infatti, può giocare un ruolo chiave per la realizzazione delle combo più efficaci, in quanto ragionando sulle possibili inversioni di unità e alleati ci consentirà di ottenere il miglior risultato con il minimo sforzo. Sappiate però che invertire i turni avrà un duplice effetto sui nostri protagonisti: da un lato potranno infliggere più danni, da un altro saranno più vulnerabili agli attacchi dei nemici. Una gradevole aggiunta di Perfect Chronology è data poi dalla presenza delle Support Skills, tramite le quali gli alleati non attivi in battaglia, ma comunque presenti in party, di tanto in tanto interverranno sul campo fornendo supporto ora con attacchi, ora con magie curative. Quello realizzato da Atlus è dunque un sistema di combattimento semplice, ma che al di là di qualche leggerissima imperfezione non pecca in alcun modo di scarsa profondità, al contrario.
Un lifting in grande stile
Come già detto in apertura, quello confezionato da Atlus non è che una versione rivisitata e corretta dell’omonimo titolo pubblicato circa otto anni fa. Definirlo remake rappresenterebbe indubbiamente un azzardo, oltre che un’inesattezza. Radiant Historia: Perfect Chronology, infatti, sotto il mero profilo tecnico è rimasto sostanzialmente invariato, migliorando solamente in parte la risoluzione della tuttora gradevole pixel art che caratterizza le ambientazioni e i personaggi. Tuttavia, la nota software house nipponica non si è limitata a questo, apportando importanti modifiche e inserendo aggiunte che vanno ad arricchire fortemente il prodotto confezionato. Nella fattispecie, gli artwork dei personaggi sono stati ridisegnati da zero, ed è stato aggiunto un doppiaggio presente in tutte le circostanze, anche quelle meno importanti. Non mancano poi ulteriori contenuti incentrati sulla trama, tra cui spicca in primis una terza timeline alternativa denominata “Possible History”, nella quale è Nemesia a prendere le redini della situazione. A ciò si aggiunge poi la Vault Of Time, una torre situata all’interno del mondo di Historia dove potremo allenare i nostri personaggi nel corso di una lunga e tortuosa scalata.
Tirando le somme, perciò, si può affermare che a livello contenutistico il lavoro svolto dalla software house è encomiabile, offrendo ai già possessori della prima edizione tanti validi motivi per riacquistare il gioco. Chi invece si ritrova per la prima volta di fronte alla scelta dell’acquisto, non potrà che rimanere colpito dalla qualità di un titolo in cui destini opposti si intrecciano in modo del tutto naturale. Tuttavia, si potrebbe strizzare l’occhio di fronte ad un comparto grafico certamente poco adeguato per la piattaforma su cui gira, ma va da sé che non si tratta affatto di un remake totale, bensì di una vera e propria rivisitazione. A prescindere da ciò, si ha comunque la netta sensazione che si sarebbe effettivamente potuto fare di più su questo fronte.