Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi è il sequel che i Saiyan meritano

Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi è una serie di tie-in imperfetta ma divertente, ma come è riuscita a rapire il cuore di milioni di appassionati?

Giona Corucci
Di Giona Corucci Analisi Lettura da 9 minuti

Dragon Ball non è estraneo al mercato videoludico sin dal periodo del NES, ma sono pochi i titoli a lui dedicati che hanno l’onore di essere definiti dei cult. Una di queste è proprio la serie Budokai Tenkaichi, o per meglio dire i tre episodi numerati che hanno riempito le case – e le console – degli appassionati.

Supera ogni limite

Il primo Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi è uscito nel 2005 come esclusiva per PlayStation 2. Il gioco si poneva come una vera e propria rivoluzione per i tie-in dedicati all’opera di Akira Toriyama, visti gli oltre ottanta personaggi presenti e la libertà di movimento offerta al giocatore. L’obbiettivo del team di Spike fu quello di creare un gameplay semplice e intuitivo, ma che desse davvero la sensazione di essere all’interno dei combattimenti dell’anime e del manga. In questo aiutò la distruttibilità degli ambienti di gioco, dove intere strutture potevano essere disintegrate dai possenti colpi e onde energetiche di Goku e compagni.

Il titolo non fu apprezzato particolarmente dalla critica alla sua uscita, ma ben presto è riuscito a catturare l’attenzione dei fan di tutto il mondo. La moltitudine di contenuti presenti, come Portale Z e Torneo Mondiale, così come l’ottima colonna sonora, hanno ulteriormente contribuito a creare una vera e propria esperienza videoludica. Il risultato è un gioco pieno di difetti, ma che dimostra pienamente l’enorme potenzialità delle idee degli sviluppatori.

Evoluzione Z

A solo un anno di distanza, Spike ha realizzato per PlayStation 2 e Wii il seguito Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 2. In un lasso di tempo così ristretto, il team giapponese riuscì a migliorare notevolmente non solo la formula di gioco, ma l’intera struttura del prodotto. Uno dei punti forti della produzione era sicuramente la modalità storia, chiamata avventura del drago, ampliata con un mondo esplorabile in volo, missioni secondarie, sequenze prese da quasi tutta la serie, e persino interessanti scenari alternativi.

Gli eterni rivali

Il gameplay fu inoltre migliorato, forte anche di una telecamera maggiormente comoda, ma sempre rimanendo negli standard di un picchiaduro adatto a tutti. Grazie anche all’aggiunta di ulteriori personaggi giocabili, 129 nella versione PS2 e ben 135 su Wii, e a nuove arene e modalità, Budokai Tenkaichi 2 divenne ancora più popolare del suo predecessore, e a detta di molti il migliore capitolo della trilogia.

Battaglia Z suprema

Nel 2007, sempre su Wii e PlayStation 2, la serie principale si concluse con la pubblicazione di Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 3. Un’opera che aumentò ulteriormente la quantità di contenuti, con nuovi stage, 161 personaggi giocabili, multiplayer online, la modalità battaglia suprema e molto altro. Un titolo che riuscì ulteriormente ad affinare il buon gameplay del suo predecessore, un picchiaduro che trovò quel giusto equilibrio per farsi realmente apprezzare da ogni tipo di giocatore, dal meno esperto a quello più navigato.

Questo terzo capitolo ha ottenuto giudizi contrastanti dalla critica – come l’intera trilogia in realtà – ma ebbe un enorme successo nel fandom. Ancora oggi molti lo ricordano come uno dei migliori videogiochi dedicati all’interno universo creato da Toriyama. Chiaramente il gioco aveva anche i suoi difetti e omissioni, ma si presentava come un perfetto omaggio verso quello che Dragon Ball ha significato nella cultura pop degli anni zero del 2000.

Il periodo sperimentale

La serie principale di Spike si è conclusa con l’affermarsi delle console di settima generazione e dell’alta definizione. Il team di sviluppo ha comunque continuato il suo percorso di sviluppo con videogiochi dedicati a questo filone del franchise, oltre ai due Raging Blast, seppur in via maggiormente sperimentale.

Battaglie tag in portatile

Dragon Ball Z Tenkaichi Tag Team, uscito come esclusiva PSP nel 2010, recuperava la formula tipica dei Budokai Tenkaichi, introducendo la meccanica degli scontri a coppie. L’opera in questione ha sicuramente dei limiti rispetto ai precedenti episodi numerati, meno personaggi e arene non distruttibili, ma il risultato fu un prodotto che riuscì pienamente a trasportare la formula all’interno di una console portatile.

Ultimate Tenkaichi in azione

Dragon Ball Z Ultimate Tenkaichi, uscito su PS3 e Xbox 360 nel 2011, è invece una creatura praticamente a parte. L’opera si presentava con uno stile grafico curato e dettaglio, diversi contenuti e un buon cast di personaggi. Il gameplay però era completamente diverso da quello che i diversi Tenkaichi hanno offerto fino a quel momento, dando una maggior importanza alla spettacolarità visiva e ai QTE. Un risultato che ha deluso sia la critica che il pubblico, tanto che Spike si è praticamente “messa da parte” per dare maggiore spazio ad altri sviluppatori come Dimps con la serie Xenoverse e Arc Systems Works con l’acclamato FighterZ.

Il potere della community

Nel passare degli anni, i Budokai Tenkaichi sono entrati nel chiacchiericcio dei fan di tutto il mondo. In molti hanno iniziato a ricordare i pomeriggi spesi nelle battaglie nei tornei o con guerrieri improbabili come Arale e il Generale Blu (magari con qualche amicizia distrutta nel mentre). Una parte della community ha perfino iniziato a produrre mod per i giochi della serie, inserendo continuamente nuovi contenuti come personaggi, stage, musiche o livelli della storia.

Un esempio delle molteplici mod dedicate a Budokai Tenkaichi 3

Una serie di eventi e contenuti che hanno reso la serie di Dragon Ball Tenkaichi un vero e proprio pilastro per i videogiochi dedicati al brand. Un fenomeno che dimostra che non importa essere sempre perfetti per creare qualcosa di speciale all’interno della memoria e del cuore delle persone.

Il futuro

L’annuncio di un nuovo capitolo, nel corso del Dragon Ball Games Battle Hour 2023, ha praticamente scosso l’intero mondo videoludico su internet. Un piccolo teaser che non mostra il gioco in azione e che alla fine dura meno di un minuto, ma che con il suo ottimo montaggio e un perfetto linguaggio di marketing, è riuscito a far saltare dalla sedia praticamente tutti.

Le informazioni condivise al momento sono praticamente nulle, infatti il publisher giapponese non ha nemmeno confermato quale team di sviluppo si sta dedicando al prodotto, o le piattaforme al quale è destinato. Al momento l’unica cosa confermata è che i lavori sono ancora nelle fasi iniziali, quindi è probabile che debba passare minimo un anno prima della sua uscita.

A soli pochi giorni dopo il reveal, le discussioni dei videogiocatori sono già pieni di teorie su questo nuovo progetto: il tipo di gameplay che ci verrà proposto, la quantità di personaggi presenti, la possibilità di arene completamente distruttibili, un piano di DLC costante come quello di Xenoverse 2, o magari una storia maggiormente ampliata. Qualunque siano i piani dietro questo prodotto, Bandai Namco ha un compito decisamente importante da portare a termine.

Il pubblico si aspetta un’opera che riesca a raggiungere la qualità nei loro ricordi, o che sia anche solo degna della fama che si è creata. L’unica cosa da fare al momento è augurare buon lavoro al team di sviluppo, e augurare a noi stessi che riesca davvero a creare il miglior prodotto possibile su una formula che, nel bene e nel male, è ormai nel cuore di milioni di persone.

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Io vivo e corro con il vento, ma la mia passione per la cultura pop è rimasta ancorata sin da quando ho ricordo. Ne è passato di dai tempi delle demo nelle merendine, e sono diventato un appassionato di molti settori di questo mondo: dai videogiochi al cinema, fino all'animazione e perfino la letteratura. In questo periodo della mia vita, spero di portare contenuti di qualità all'interno di Game Legends.