Catwoman: dalla mitologia egizia all’intrattenimento

Catwoman è uno dei personaggi dei fumetti più affascinanti, controversi e misteriosi di sempre.

Redazione
Di Redazione Lettura da 5 minuti

Catwoman è uno dei personaggi dei fumetti più affascinanti, controversi e misteriosi di sempre. Eroina e al tempo stesso anti-eroe, ha il privilegio di essere stata inserita all’undicesimo posto nella classifica dei 100 più cattivi personaggi dei fumetti da IGN, ma al contempo, anche di comparire in posizione 20 nella classifica degli eroi dei fumetti più importanti, dalla stessa azienda di San Francisco. L’origine di questa figura, così presente nella cultura di massa fin dalla prima apparizione nel 1940, va ricercata addirittura nell’antico Egitto in cui il legame donna/gatto diventa “virale” fino ai giorni nostri.

Fonte: Pixabay

La dea Bastet: donna con volto di gatto

Il personaggio di Catwoman è nato dalla creatività di Bob Kane e Bill Finger nel 1940 sotto la supervisione della casa madre DC Comics. Non tutti sanno però che Selina Kyle, vero nome di Catwoman, nella sua prima apparizione ufficiale non mostrava alcun riferimento al gatto nel proprio vestiario: l’idea, infatti, veniva messa in opera soltanto dalla seconda comparsa in poi, creando l’icona che tutti conosciamo.

Ma facciamo un leggero passo indietro e andiamo a scoprire le origini della trasformazione nel look di questo personaggio. L’ispirazione per il completamento del personaggio deriva dalla dea egizia Bastet, che veniva raffigurata come appunto una donna con volto di gatto. E l’associazione non è banale: il ruolo della dea, secondo le credenze nell’antico Egitto, era infatti quello di proteggere le donne, ed ecco la similitudine con Catwoman, nemica di Batman che rappresenta invece l’universo maschile. La mitologia di Bastet è davvero vasta, con un fascino divino del personaggio che non è per nulla tramontato. Ne riconosciamo le sembianze anche in una slot machine virtuale su un casinò online: il gioco che presenta oltre 40 rulli e il cui nome è Cat Queen, dall’inglese “gatta regina”, fra faraoni e piramidi, mostra proprio nel volto di gatta della dea, il simbolo vincente più ambito.

Catwoman nella propria celebre storia ha cambiato non soltanto “ruolo”, passando da furti a opere di solidarietà per poi infine tornare a essere ladra, ha anche attraversato la transizione da analogico a digitale, da fumetto a film, a serie tv, ma anche videogame, meme di Facebook, GIF e altro ancora.

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Inoltre, ha vissuto cambiamenti nel proprio abbigliamento come forse poche altre icone nate con i fumetti, mentre al cinema il suo personaggio è stato interpretato da tante attrici tanto famose e affascinanti, quanto completamente diverse fra loro, fra cui citiamo Michelle Pfeiffer, Halle Berry, e ancora Camren Renee Bicondova, protagonista nella serie Gotham in onda su Fox dal 2014 al 2019. C’è tanta attesa per vedere invece la “nuova” Catwoman nel film The Batman in uscita in Italia a marzo del prossimo anni e che sarà interpretata da Zoe Kravitz, figlia della nota rockstar e già protagonista del doppiaggio nel film d’animazione del 2017, LEGO Batman.

Il gatto, nella cultura di massa è associato alla figura femminile forse più di qualsiasi altro animale. A conferma di questa ipotesi, oltre alla già citata Catwoman, esistono altri riferimenti nella cinematografia ad esempio come il celebre gatto rosso di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, o ancora il gatto siamese della strega Kim Novak, poi personaggio anche nella saga di Dylan Dog, e per concludere citiamo l’iconico Salem, il gatto parlante che dispensa consigli e anche qualche scherzetto nella serie Sabrina Vita da Strega. Indubbiamente questo forte legame utilizzato e sottolineato a più riprese dalla cinematografia, dai fumetti e dai giochi è in larga parte attribuibile all’influenza che la dea Bastet protettrice delle donne ha avuto nel corso dei secoli.

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