Let It Die – Recensione

Alberto "Allister" De Lorenzis
Di Alberto "Allister" De Lorenzis Recensioni Lettura da 9 minuti
8
Let It Die

Let It Die è l’ultima follia partorita dalla mente di Suda51, nonché gioco d’esordio sulle console di attuale generazione dello studio giapponese di Grasshopper Manufacture. Si tratta di un hack and slash roguelike giocabile prettamente online e distribuito in free-to-play da GungHo Online Entertainment in esclusiva per PlayStation 4. Nato inizialmente con il nome di Lily Bergamo, il titolo ha avuto uno sviluppo piuttosto travagliato nel corso degli anni. Dopo essere stato annunciato sotto il nome attuale nella ormai lontana E3 2014, il gioco ha subito cambiamenti repentini, fino a mostrarsi per come lo possiamo ammirare oggi in questa recente PlayStation Experience 2016 con il suo rilascio effettivo. Noi che aspettavamo questa release da tempo, non ne abbiamo perso sicuramente per scaricarlo e finalmente provarlo a nostra volta. Qui potrete infatti trovare un sunto di questa nostra esperienza personale, che speriamo vi convinca a concedergli un occasione; anche perché insomma… è gratis!

Perché non lo avete ancora scaricato e provato con i vostri occhi?

Benvenuto nella Torre di Barb Senpai!

In un mondo futuro devastato da un cataclisma tettonico, la zona di South Tokyo viene sbalzata nell’oceano diventando un isola a se stante che continua a svilupparsi verso l’alto a causa delle scosse sismiche. Nasce così la leggendaria Torre di Barb, un luogo infernale che custodisce un misterioso tesoro alla sua vetta. Una volta raggiunta verremo accolti da Uncle Death, particolare figura mascotte del gioco e amante di skateboard e golf. Il Cupo Mietitore ci accompagnerà per tutto il corso della nostra avventura in veste di guida e di tifoso, apostrofandoci come “Senpai” nonostante abbia all’incirca 1000 anni in più di noi.Da questo punto in poi verremo lasciati a noi stessi e letteralmente in mutande per l’intera durata del tutorial introduttivo che andrà a seguire. Nudi, inermi ed indifesi dovremmo farci largo a pugni contro i morti viventi che infestano la torre, cercando di andare avanti racimolando come sciacalli armi ed equipaggiamenti dei caduti in battaglia per proseguire. Si tratterà di sopravvivenza dura e pura visto che questi hanno una durata e resistenza limitata. I combattimenti infatti tenderanno sempre ad essere sbilanciati in nostro sfavore, rendendo il gioco un soulslike per via della grande necessità di schivare i colpi nemici prima di apportare qualche danno. Anche perché, dopo una serie di colpi andati bene a segno, potremmo stordire l’avversario ed utilizzare un brutale “Eccidio” per finirlo.

Sei Morto. Tenta ancora.

Terminata questa iniziazione verremmo impietosamente uccisi. Niente paura; d’altronde siamo in un gioco no? Ovviamente stavamo giocando a Let It Die, il miglior gioco di sempre, sulla nostra DEATHSTATION 128 in una vecchia Sala Arcade nel 2026. Confusi? Non preoccupatevi, in qualsiasi momento potremmo fare ritorno nella torre e riprendere la nostra scalata al successo; ovviamente da dove avevamo iniziato! Iniziate a farci l’abitudine fin da subito a questa cosa. Questa volta però, a differenza della nostra prima uscita, potremmo esplorare meglio e con più calma la Sala di Attesa; il nostro decadente santuario personale che utilizzeremo per fare mente locale nel corso della nostra partita. 

In questa stanza neutrale situata alla base della torre, potremo accedere a varie feature come:

– Riposcrigno – luogo dove depositare i vari averi che accumuleremo durante le nostre razzie

– Cassa Ricompense – sportello dove sarà possibile ritirare i vari bonus di login giornalieri

– Freezer Lottatori – cella frigorifera dove tenere i nostri stessi cadaveri che recupereremo (potremo sfruttarli per attaccare altri utenti e recuperare materiali) ad un certo costo dopo la nostra morte

– Choku-Funsha – negozio dove comprare, vendere e sviluppare armi ed equipaggiamenti tramite i progetti

– Mushroom Club – chiosco dove cucinare i vari funghi e creature che troveremo o per ottenere potenziamenti come le decalcomanie (stencil che concedono skill particolari)

– Metro Front – stazione che ci permetterà di utilizzare treni per raggiungere e razziare le basi degli altri giocatori

– Bagno – servizi igienici utilizzati principalmente per tenere segregati i corpi sequestrati durante la loro riconversione (dopo aver razziato le basi altrui potremo portarci a casa i cadaveri dei difensori caduti per riutilizzarli a nostra volta).

Una volta esplorata per bene questa stanza potremo riprendere la nostra ascesa alla vetta. Man mano che saliremo apprenderemo sempre più cose che andranno ad articolare il gioco sempre di più. Ad esempio, sconfiggendo il nostro precedente corpo, che rianimato andrà ad attaccarci, impareremo che esistono vari tipi di nemici nella torre. Quest’ultimo apparteneva alla categoria degli Hater, nemici con il nome contrassegnato in arancione, che sono di solito cadaveri di altri giocatori morti in precedenti partite (uccidendoli guadagneremo punti SPLithium). Come detto in precedenza, anche noi potremmo infestare le torri degli altri giocatori con i nostri gregari personali in qualsiasi momento. Oltre a questi particolari nemici, ci imbatteremo principalmente negli Screamer (morti viventi) e nei Tuber (androidi industriali) oltre a vari Mid-boss e Boss a guardia dei piani più importanti e dei collezionabili presenti in ogni livello.Ovviamente prima o poi ci capiterà di morire contro qualcuno di loro. Non preoccupatevi, la signorina Seto ci concederà l’opportunità di riprendere da dove avevamo lasciato, ovviamente ad un prezzo! Infatti, la Direct Hell, compagnia di assicurazioni post-apocalittica per la quale lavora, ci resusciterà permettendoci di non lasciare andare persi i nostri progressi in caso di morte improvvisa. Questo servizio però andrebbe usato con parsimonia visto che impiega Metallo (valuta speciale del gioco molto rara). Gli unici modi per reperirne sono tramite i bonus di login o comprandone tramite PlayStation Store. Per procedere più velocemente nel gioco inoltre esiste un trattamento riservato per gli utenti abbonati al DH Express, servizio premium che consente nei seguenti trenta giorni dall’attivazione di utilizzare l’Ascensore Reale per risalire la torre senza dover pagare (usualmente l’ascensore standard utilizza monete per raggiungere i piani che abbiamo sbloccato), riceveremo giornalmente una decalcomania limitata ed avremo degli slot aggiuntivi nella nostra borsa. Utilizzando queste microtransazioni potremmo anche acquistare slot di spazio o velocizzare procedimenti, come d’altronde in qualsiasi altro gioco free-to-play. Nonostante questo, il titolo rimane godibile e perfettamente giocabile anche senza spendere un soldo dalle nostre tasche.Per Concludere

Let It Die è un titolo veramente innovativo per il genere. Grazie alla sua particolarità nel permettere ai vari giocatori online di confrontarsi tra di loro in un modo veramente inedito finora riesce ad aggiungere quel qualcosa in più all’esperienza di gioco provata. Risulta inoltre stimolante anche nel porci livelli e nemici autogenerati (e quindi sempre nuovi), ma frustrante per ovvie ragioni; come le meccaniche di combattimento non troppo fluide che ci lasceranno incassare i colpi senza darci la possibilità di evitarli una volta presi.

Alla lunga ripetitivo per via del grinding selvaggio (d’obbligo per proseguire), ma che contribuisce nel suo ad allungare la longevità del titolo, che rimane comunque veramente alta. Divertente e particolare, ma non per tutti, visto che comunque questo genere non è propriamente adatto al grande pubblico e comunque ha bisogno di tempo e dedizione per raggiungere risultati gratificanti. Il level design degli ambienti di gioco potrebbe risultare opprimente e ripetitivo; anche perché il motore grafico del gioco non è sfruttato propriamente e non risulta niente di ché in fin dei conti. Per fortuna la caratterizzazione dei personaggi e la colonna sonora del gioco sono sublimi, grazie al character design del mangaka Yusuke Kozaki e della musica contemporanea raccolta da Akira Yamaoka. Il tutto senza contare il genio creativo di Suda51 che torna a riscattarsi con l’uscita di questo nuovo gioco finalmente. Per l’esperienza che offre e visto il prezzo nullo, è sicuramente d’obbligo il download del gioco (almeno per provarlo).

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco dopo aver testato il titolo per diverse ore, analizzandone le feature e le uniche peculiarità.

Let It Die
8
Voto 8
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Nato e cresciuto nel panorama videoludico con e da mamma Sony. Nonostante la forte passione per il retrogaming, è sempre aggiornato sulle ultime novitá e pronto a condividerle con gli appassionati come lui.