Si sa, massacrare orde di zombie è sempre stato nel panorama videoludico uno dei più grandi e divertenti modi di svagarsi. In un momento storico in cui il genere, asfissiato sempre più da fumetti e serie tv fatte con lo stampino, è dura essere in trepidante attesa per un titolo in cui come lo scopo ed uno ed uno solo: sopravvivere ai non morti famelici. Deep Silver, già nota alla community per la saga Dead Island, assieme a Tripwire Interactive ha deciso di rimettersi nuovamente in gioco con titolo che, dopo essere rimasto esclusiva PC per molto tempo, è giunto finalmente come esclusiva console su PlayStation 4. Riuscirà Killing Floor 2, sequel del fortunato primo capitolo uscito nel 2009, a confermarsi come titolo di punta del genere survival horror? Mettetevi comodi e scopritelo attraverso la nostra recensione!
Un esperimento riuscito male, molto male!
Come accaduto anche nel primo capitolo, la trama in Killing Floor 2 è alquanto irrisoria. A dover di cronaca sappiate che, a differenza del passato, questa volta l’orrida e putrefatta invasione dei zombie riguarderà non solo Londra bensì l’intera Europa. Protagonista in negativo della storia è la Horzine Biotech, una classica azienda priva di scrupoli, che inebriata da certezze e sogni folli di guadagno ha deciso di investire sulle clonazione di uomini; a che scopo? Creare eserciti di militari low-cost per venderli al miglior offerente e, dunque, prendere il massimo producendo il minimo indispensabile. Ovviamente le cose non sono filate per il verso giusto poichè, dalle incubatrici di clonazione, non sono usciti degli uomini bensì delle aberranti mostruosità mosse da un unico fine: ucciderci. Lo scopo del gioco sarà dunque quello di sopravvivere agli Zed, così vengono chiamati, assieme ad altri compagni!
Dopo aver usufruito di un breve ed utile tutorial (consiglio vivamente di non saltarlo) sarà tempo di far piovere sangue sul vostro schermo di gioco. Tralasciando sin da subito la scarna e sopratutto noiosa modalità single player, ci si butterà a capofitto nell’unica e vera essenza del gioco: la componente multiplayer. Prima di iniziare il massacro, si dovrà innanzitutto selezionare uno dei tanti personaggi disponibili che, tralasciando il mero fine estetico, saranno fondamentali in fase di gameplay: infatti ogni personaggio avrà delle abilità speciali che, durante l’esperienza di gioco, verranno man mano ampliate grazie all’esperienza accumulata. Nel mio caso la scelta è ricaduta in primis sul Berserker, un uomo assai potente sotto il lato fisico armato di una grande e potente pala, ed il Pistole che, come da nome, risulta essere portato per maneggiare egregiamente ogni tipo di arma da fuoco.
Importante sarà la scelta del personaggio all’inizio del match poichè sarà perpetua fino alla conclusione e, soprattutto, attenzione se sceglierete di utilizzare ad esempio le armi da fuoco con il Berserker, poiché non aumenterete il suo grado di esperienza visto che non starete utilizzando delle armi corpo a corpo; non siate troppo “fantasiosi” nell’uccidere zombie bensì restate sempre coerenti sulla prima scelta di gameplay; potrete sempre cambiare personaggio nella partita successiva. Come detto in precedenza, ogni personaggio potrà essere personalizzato in svariati modi procurandosi i vari gadget attraverso il giocare partite su partite oppure, come accade in molti altri titoli, prender mano al vostro portafogli ed acquistarli mediante i Pack Skin.
Pioggia di Sangue
A livello di gameplay questo titolo, pur avendo in sè poche modalità, riuscirà ad essere alquanto longevo e soprattutto ostico. Nella prima modalità di gioco online ci troveremo infatti a dover sopravvivere a dieci ondate di non-morti, diversi tra loro per resistenza e danni (alcuni lanceranno dell’acido, altri delle scariche elettriche mentre altri ancora creeranno delle vere e proprie barriere psichiche), e dunque la cooperazione con gli altri utenti online sarà fondamentale. Essendo come già detto diversi tra loro, il giocatore dovrà studiare ogni singola debolezza e resistenza di ciascun zombie per poter sopravvivere a qualsiasi cosa gli si porrà davanti. Per differenziare ancor di più l’esperienza di gioco tra un’ondata e l’altra, i giocatori potranno recarsi in uno special market posto nella mappa per migliorare costantemente la propria armatura, ma soprattutto cambiare il proprio armamentario: tutto ciò sarà decisamente utile per affrontare i diversi Boss presenti nella modalità.
La seconda ed ultima modalità online presente, metterà contro i giocatori tra di loro. Una squadra interpreterà gli Umani, mentre la seconda sarà composta dagli Zed con la possibilità anche (per uno dei giocatori della squadra) di divenire il Boss di turno a fine match, generando dunque un vero e proprio massacro. Il divertimento è tanto, soprattutto se giocato tra amici, ma se proverete tutto ciò in single player e/o senza fidati amici… l’esperienza complessiva di Killing Floor 2 risulterà alquanto scialba e, ribadisco, noiosa.
Metallo allo stato puro!
Sotto il lato tecnico, i ragazzi di Tripwire Interactive hanno svolto un lavoro senza lode e senza infamia. A livello di game design le mappe di gioco sono piuttosto variegate tra loro e la diversa caratterizzazione dei Zed risulta alquanto soddisfacente. La componente online risulta stabile senza mai intaccare in alcun tipo di problematica legata al net code e, pur essendo il gioco alquanto frenetico, sono risultati praticamente assenti cali a livello di frame rate. Unica nota negativa sotto questo aspetto è la presenza fastidiosa di lunghi e ripetitivi caricamenti che, in casi estremi, mi hanno obbligato a dover resettare il gioco per poterne usufruire.
Da amante spassionato di DOOM, non posso che elogiare l’ottimo ed azzeccato comparto sonoro del titolo. Musica metal vecchio stampo, infatti, accompagnerà le vostre lunghe sedute di massacro di Zed. Qui di di seguito vi espongo un fantastico esempio, buon ascolto:
https://youtu.be/-FX-2W5trZQ
Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4, dopo aver giocato la modalità single player ed aver passato diverse ore in multiplayer online.