Stranger of Paradise: è nato ufficialmente il multiverso di Final Fantasy?

Nella giornata odierna vogliamo stuzzicare i fan con teorie e speculazioni riguardanti l'atteso Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin.

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Analisi Lettura da 9 minuti

In questi giorni abbiamo avuto modo sia di scoprire più nel dettaglio che di mettere le mani su Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, nuovo gioco targato Square Enix ma sviluppato da Team Ninja, nota casa di sviluppo che ha lavorato anche a Ni-Oh (se siete curiosi di sapere la nostra a riguardo, ecco la recensione). Per questo Stranger of Paradise ci ha fatto accendere la lampadina, considerato soprattutto il sottotitolo “Origin”: origini di cosa? La domanda è sorta quasi spontanea e, in un periodo storico in cui i multiversi sono quasi la normalità, abbiamo provato a unire i puntini. Quanto vi riporteremo sono solo teorie o spunti da cui partire, una chiacchierata tra fan per capire se dietro a questo nuovo progetto si nasconde davvero qualcosa di più grande e complesso. Prima di entrare nel dettaglio però, vi ricordiamo che se siete curiosi di sapere come abbiamo trovato la demo, ecco la nostra anteprima dedicata.

Le origini di cosa?

Per iniziare dobbiamo fare un enorme passo indietro, visto che in un primo momento si pensava che Stranger of Paradise fosse un prequel a tutti gli effetti del primo Final Fantasy. Tuttavia, come è stato confermato dagli stessi sviluppatori, il titolo sarà una sorta di rivisitazione della storia originale, che verrà reinterpretata e gestita in modo diverso. In ogni caso, l’incipit narrativo è il seguente: il mondo è stato invaso dall’Oscurità, essenza che è riuscita a corrompere anche il potere dei cristalli. Il popolo di Cornelia, regno a cui i protagonisti fanno riferimento, ha cominciato ad indagare sulla questione, attribuendo questa minaccia a Chaos, un’entità ancora priva di aspetto che deve essere fermata a tutti i costi. Se nella prima demo il gruppo composto da Jack, Jed e Ash sconfiggevano Garland per impedirgli di diventare Chaos, nella seconda parte della versione di prova scopriamo invece che dietro alla maschera di questo guerriero si nascondeva una ragazza chiamata Neon. Anche la fanciulla era partita con dei compagni per eliminare Choas, salvo però rimanere in trappola dopo l’uccisione dei suoi amici.

La ragazza dichiara che, secondo alcuni studi, Chaos in realtà non esiste ed è solo frutto di dicerie, dunque il suo piano era quello di diventare questo essere per poi farsi uccidere e ridare speranza e orgoglio a un popolo sul baratro del collasso. Tuttavia Jack, ovvero il personaggio che controllerete, non la pensa allo stesso modo, e più degli altri è intenzionato a completare la missione. Neon decide quindi di unirsi al trio, formando un bel party da 4 e ricordando a tutti le parole della profezia: “Quando il mondo sarà avvolto dall’oscurità, giungeranno quattro guerrieri della Luce”. Tuttavia, è emerso anche che il nome completo del protagonista di Stranger of Paradise è Jack Garland che, inevitabilmente, porta proprio al cattivo principale della prima fantasia finale. Non è da escludere quindi che sarà proprio il povere Jack, alla fine, a diventare Chaos, ma bisognerà vedere se davvero sarà così e in che modo le circostanze lo porteranno a diventare l’essenza assoluta del male più puro.

Chaos è ovunque

Partiamo dicendo che escludiamo quanto appena detto su Jack, quindi leviamo dall’equazione la possibilità che lui diventi il “cattivo”. I vestiti dei protagonisti sono abiti moderni, e lo stesso Jack ha in mano un telefonino. Questi due particolari fanno presagire che il gruppo non venga esattamente da quel tempo, ma siano più affini ad ambientazioni stile Final Fantasy XV. L’impressione più grande è che il party sia “obbligato” a portare a termine questa missione, magari per tornare al proprio tempo e alle proprie origini. Anche nel primo Final Fantasy, infatti, i quattro protagonisti vengono catapultati in quel mondo senza sapere il perché e senza avere memorie del loro passato, gli unici oggetti in loro possesso sono i quattro cristalli che tengono nelle proprie mani. Giunti davanti al re,  la loro apparizione veniva poi interpretata come l’inizio della profezia già citata in precedenza e da quel momento la trama di gioco cominciava a svilupparsi. Il titolo però prende fin da subito le distanze dall’opera originale: se in Final Fantasy il gruppo di eroi, consapevole di essere i Guerrieri della Luce, viene mandato al palazzo di Garland per liberare la principessa, in Stranger of Paradise questi, oltre ad essere consapevoli fin da subito del loro status, sono stati mandati appositamente per distruggere Chaos.

Qui arriva il bello, dato che le differenze non finiscono: se la mappa è praticamente la stessa di Final Fantasy, il Castello di Cornelia non è minimamente presente e, nel luogo in cui avrebbe dovuto trovarsi, c’è invece quel campo di grano che viene usato come tutorial quando si avvia la demo. La sensazione avuta dopo aver visto il palazzo di Chaos nella sua piena forma e la non presenza del castello di Cornelia, è che il gruppo si stia muovendo nel passato per cambiare alcune cose che non sono andate per il verso giusto, magari annullando il loop temporale su cui si basava la trama del primo Final Fantasy. Quest’ultimo, infatti, giocava molto su diverse linee temporali, narrando fatti che avvenivano su piani diversi ma che, contemporaneamente, avevano ripercussioni sul presente. So che il discorso può sembrare complicato ma, al netto di quanto emerso, sembra che i protagonisti possano fare la stessa cosa.

E allora perché multiverso?

Per rispondere a questa domanda bisognerà prima capire la direzione che vuole prendere Stranger of Paradise, visto e considerato che non è detto che i protagonisti possano muoversi solo ed esclusivamente in quell’universo. Infatti, non è da escludere che Chaos stia agendo su più piani o anche su più universi, ed è proprio per questo che non riescono a trovarlo. Il gruppo potrebbe dunque incontrare altri iconici eroi della saga e finire proprio all’interno dei loro universi. Questa ipotesi è data anche da una location specifica nel gioco, ovvero quella della seconda demo. I più attenti, infatti, avranno sicuramente notato che questa zona è molto simile alla Riserva di Sunleth presente in Final Fantasy XIII. Questo potrebbe non dire nulla, ma alcuni utenti si sono cominciati a domandare perché delle aree presenti in altri capitoli principali coesistano in questo Stranger of Paradise.

Ad incrementare la credibilità su questa tesi è il fatto che lo stesso Producer Fujiwara ha affermato che il mondo del primo Final Fantasy è stato preso come principale fonte d’ispirazione, ma il gioco potrebbe non connettersi con la storia originale. Stranger of Paradise è proprio una reinterpretazione che per certi versi modifica l’immaginario della saga. In virtù di questo e di quanto abbiamo potuto capire del backgroud dei protagonisti, viene naturale pensare che il quartetto si possa “connettere” anche ad altri mondi. Strange of Paradise: Final Fantasy Origin ad ora fa della trama la sua arma più grande per alimentare l’hype dei fan, dato che non è ancora chiaro se il tutto sia un qualcosa di direttamente collegato agli eventi del gioco singolo, alla saga generale o a qualcosa di totalmente assestante, più in stile Dissidia. Quest’ultimo, per chi non lo sapesse, è un universo parallelo creato unicamente per essere un campo di battaglia dove l’intero mondo è governato da due divinità distinte e parallele: Cosmos, la dea dell’armonia, e il già citato Chaos. Quest’ultima figura dunque torna spesso, bisognerà vedere il suo ruolo nella nuova produzione targata Team Ninja.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.