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Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, Team Ninja vuole scrivere la storia

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è stato uno degli annunci più controversi di questo E3 2021, vista e considerata la natura del gioco. La demo è stata resa disponibile quasi subito dopo l’annuncio, tuttavia soffriva di diversi problemi tecnici che ne impedivano l’utilizzo, ma dopo che questi sono stati risolti abbiamo finalmente avuto modo di metterci le mani sopra e provare questa versione dimostrativa del gioco. Per quanto concerne il lato tecnico, il trailer suggeriva che questo lasciasse molto a desiderare, e purtroppo dopo la nostra prova dobbiamo confermare quanto ipotizzato. C’è anche da dire che abbiamo provato quello che crediamo sarà proprio l’inizio dell’avventura, quindi abbiamo potuto farci un’idea più precisa sull’esperienza generale.

Non scambiatelo per una copia di Nioh in salsa Final Fantasy solo perché a lavoro c’è Team Ninja, il prodotto ha dei richiami ma riesce a mantenere sana la sua anima mantenendo in modo ottimale le distanza con la precedente produzione della software house. Sicuramente il tutto è sensibilmente più accessibile anche per chi non è avvezzo ai souls-like, e in più siamo rimasti piacevolmente colpiti anche dal coraggio narrativo mostrato fin dalle prime battute.

Cosa racconta Stranger of Paradise Final Fantasy Origin?

La storia, come suggerisce anche il nome, è un prequel del primo Final Fantasy, quindi racconterà, appunto, le “origini”. Già si capisce in modo chiaro come si ritroveranno alcuni personaggi conosciuti dai fan storici, e affrontarli in questa nuova salsa attira e non poco. La struttura di gioco richiama subito Nioh, dato che è chiaro che non ci sarà nessuna mappa enorme ma sarà tutto suddiviso in missioni da completare negli appositi scenari. Nomura, inoltre, ha rivelato qualche piccolo retroscena che già fa venire l’acquolina in bocca: già durante Dissidia Final Fantasy Duodecimsi stava pensando a un gioco in cui fosse necessario conquistare gradualmente dei luoghi, quindi il genere dei souls sposa benissimo questa visione, in un Final Fantasy che unisse violenza e rabbia. Nomura ha tenuto per lui queste idee fino a quando non ne ha sviluppato un concept per un nuovo progetto. Perfino la scelta del nome non è casuale, visto che sebbene sia qualcosa di diverso, vi scorre il sangue di un vero Final Fantasy.

Nella demo facciamo subito la conoscenza dei tre protagonisti: Jack, Ash e Jad, che si presentano come quelli che diventeranno i Guerrieri della Luce. Non sappiamo nient’altro di loro, ma sappiamo che il loro scopo è quello di addentrarsi in un palazzo per sconfiggere Caos. Dopo poco vi ritroverete davanti al celebre Garland, nemico storico della prima fantasia finale e colui che sarà destinato a diventare una delle più grandi calamità del pianeta. Jack, più di tutti, sembra quello spinto da un odio insaziabile, come se avesse dei motivi personali che si nascondono dietro alle sue azioni.

Impugna il tuo destino 

Dal punto di vista del sistema di combattimento il gioco è un passo in avanti notevole rispetto a Nioh, ma andiamo per gradi. Allora, non sarete costretti a livellare una sola classe, man mano che otterrete le armi specifiche potrete sbloccarne diverse, nella demo ne erano presenti 3: spada a due mani, mago e lancere. Potrete passare rapidamente tra due classi equipaggiabili, con tanto di cambio di assetto generale e non solo di arma. Quindi potrete buildare la classe da mago con equipaggiamenti specifici e così via, così da creare classi ibride o pure, adattandovi alle varie situazioni. La struttura del level design – inutile negarlo – è quella dei souls, quindi preparatevi ad affrontare diversi nemici capaci di infliggere ingenti danni. Tuttavia Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin è molto più accessibile di quanto possiate immaginare, e con 3 livelli di difficoltà diversi. Il titolo mette a disposizione 2 modalità di parata, una classica utile per evitare la maggior parte dei danni fisici, un’altra più complicata da eseguire che vi garantirà un contrattacco, e soprattutto se usata contro mosse specifiche, di rubare l’abilità all’avversario (con un quantitativo limitati di utilizzi). Queste funzionano come se fossero una sorta di item: il Piros può lanciarvi palle di fuoco, se bloccherete il colpo con la parata speciale potrete usare fino a 3 volte anche voi lo stesso attacco. Ci sarà anche la schivata, ma ad ora non ci è sembrata decisiva quanto il resto.

I nemici droppano un gran numero di pezzi d’armatura, quindi anche se morirete durante la run potrete comunque “potenziarvi” man mano. Quando otterrete punti abilità, li prenderete automaticamente per tutte le classi che avete, così da livellare in modo omogeneo. Ci saranno una sorta di cristalli che hanno la medesima funzione dei falò: vi ricaricheranno le pozioni, la salute, e faranno tornare in vita tutti i nemici. Inoltre ci sono attacchi speciali che potranno essere sbloccati ed equipaggiati, tutto sarà facile da fare con il risultato di un sistema di combattimento profondo ma intuitivo. Se “romperete” la stamina di un nemico, potrete eseguire un attacco finale che oltre ad ucciderlo vi ricaricherà tutti gli MP, fondamentali per le mosse speciali. La demo si è conclusa con lo scontro contro Garland, spettacolare e allo stesso tempo complesso. Il sistema di combattimento ha dato il meglio di sé in questo frangente, mostrando quanto potenziale hanno queste fasi di gioco.

Conclusioni 

In conclusione crediamo che non dovete sottovalutare Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin solo per la sua natura di souls-like e per il comparto tecnico, indubbiamente, ad ora arretrato. Questo forse è il solo vero neo riscontrato nella demo che, in fin dei conti, abbiamo comunque trovato scorrevole e piacevole. Il gioco sembra frustrante in alcuni casi, ma una volta capite bene le meccaniche e come sfruttare il sistema di combattimento, la progressione scorre abbastanza liscia e senza intoppi. Inutile dire che il gioco ci ha incuriositi parecchio, il connubio tra Square Enix e Team Ninja potrebbe nascondere più di una sorpresa e, con il senno di poi, forse il trailer può fuorviare. Dopo averlo abbondantemente provato però, vi consigliamo di tenerlo d’occhio, prendendolo ovviamente come un esperimento che potrebbe davvero sorprendere.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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