Death Stranding 2: perché abbiamo bisogno di un sequel, tra certezze e speranze

In attesa di Death Stranding Director's Cut, fantastichiamo su un possibile Death Stranding 2, tra novità, conferme ed evoluzioni della serie.

Paolo Saccuzzo
Di Paolo Saccuzzo - Staff Writer GL Originals Lettura da 13 minuti

Aggiornamento 25/5: Death Stranding 2 è stato confermato da Norman Reedus, che ancora prima dell’annuncio di Kojima del nuovo progetto ha avuto modo di confermare il fatto che Kojima Productions sta lavorando al sequel. A questo link tutti i dettagli.

Il recente annuncio di Death Stranding Director’s Cut ha riportato alla luce il desiderio dei fan di vedere in futuro un ipotetico Death Stranding 2. Death Stranding è senza alcun dubbio uno dei titoli più controversi della storia dei videogiochi. Annunciato ufficialmente durante l’Electronic Entertainment Expo del 2016, l’opera targata Hideo Kojima vedeva il celebre autore lontano dal brand di Metal Gear Solid per la prima volta dopo decenni. Nonostante il celebre director abbia lavorato ad altre opere nel mentre, dal 1987 al 2015 la sua produzione è sempre stata strettamente legata alla saga nata su MSX2 con il primo Metal Gear.

Il momento di dire addio al brand sembrava arrivato già nel 2014 dove, con la collaborazione di Guillermo del Toro, incantò il mondo intero con la demo P.T., un Playable Teaser che avrebbe dovuto fare da prologo a Silent Hills, nuovo capitolo della saga horror di Konami. Kojima e l’azienda giapponese però terminarono la loro collaborazione per via di alcune divergenze, cosa che portò alla cancellazione del progetto. Tali screzi tra le parti coinvolsero anche Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, titolo il quale arrivò sul mercato completo solo in parte. Come dicevamo, l’annuncio di Death Stranding nel 2016 portò tanta gioia nei fan ma anche molto sospetto, visto che nei mesi successivi le informazioni attorno al titolo latitavano così come i filmati di gameplay. Quello che sarebbe arrivato l’8 novembre 2019 avrebbe totalmente stravolto gli equilibri del mondo videoludico.

I corrieri come te sono stati messi su un piedistallo

Lo si era capito già dai video di gameplay rilasciati dopo i trailer narrativi mostrati dopo l’annuncio: Death Stranding avrebbe visto come protagonista Sam Porter Bridges, un uomo chiamato a consegnare una grande varietà di oggetti ai pochi sopravvissuti rimasti in un mondo “post apocalittico”. Sostanzialmente, il giocatore avrebbe dovuto interpretare un corriere. La cosa portò varie ironie sui social, e molti etichettarono il titolo come Walking Simulator, ovviamente in maniera dispregiativa.

Death Stranding

Prima di spiegare perché Death Stranding necessiti di un sequel, è giusto prima sfatare questo mito: tutti i giochi sono dei Walking Simulator, o almeno tutti quelli non sportivi. Prendiamo per esempio Uncharted, dove siamo chiamati a interpretare un personaggio che deve andare da un punto A a un punto B camminando e, nel mentre, facendo fuori il maggior numero di persone. In Uncharted si cammina, e tanto, e questo stesso discorso si può fare anche per tutti i giochi in terza e in prima persona. In Death Stranding si cammina? Sì, come in tutti i giochi. In Death Stranding si consegnano pacchi? Sì, ma non si fa solo questo, visto che ci sono fasi stealth, fasi sparatutto, fasi in cui si utilizzano dei veicoli, crafting, esplorazione e strategia. Quindi no, Death Stranding non è un Walking Simulator, o almeno lo sarebbe se tale etichetta venisse affibbiata a tutti i titoli che vedono un personaggio avanzare camminando.

Bastone contro corda, fucile contro filo

Nonostante questa premessa, è giusto specificare che Death Stranding è lontano dall’essere un titolo perfetto, ed è proprio il gameplay uno dei punti in cui l’opera di Kojima pecca maggiormente. Se l’aspetto principale dell’opera, ovvero quello del “corriere” è curato magnificamente, tutte le fasi che fanno da contorno al titolo sono decisamente migliorabili in un ipotetico Death Stranding 2.

Death Stranding

Per quanto le fasi di shooting siano curate come da tradizione per un’opera diretta da Kojima, lo stesso non si può dire dell’intelligenza artificiale dei nemici, spesso deficitaria. Sempre parlando di scontri, il punto debole dell’opera è senza alcun dubbio lo scontro con i boss. Le boss fight sono visivamente meravigliose ma, nel concreto, sono banali e ripetitive, e alla fine ci si limita a sparare all’impazzata senza una vera e propria strategia.

Un altro elemento che porterebbe sicuramente giovamento in un possibile Death Stranding 2 è l’introdurre una maggior varietà di missioni secondarie, magari approfondendo il background narrativo dei personaggi coinvolti in queste quest. In parallelo, una maggior tipologia di veicoli utilizzabili non farebbe altro che aumentare la varietà con la quale è possibile affrontare certe missioni.

In tal senso, sembra che ci saranno delle novità nella Director’s Cut di Death Stranding. Tra le caratteristiche aggiunte ci saranno nuove missioni della storia principale, scontri con meccaniche di combattimento avanzate, un poligono di tiro, una catapulta da carico per consegnare merci meno fragili, un robot che ti aiuterà a portare ulteriori carichi e una pista da corsa. Che tutto questo sia un preludio a quello che vedremo in un ipotetico Death Stranding 2?

Ti aspetterò sulla Spiaggia

L’aspetto più interessante del mondo di Death Stranding è sicuramente legato all’impianto narrativo. Nel prossimo futuro sulla terra si verificano una serie di esplosioni, che hanno innescato una serie di eventi soprannaturali noti come Death Stranding. Questo è solo il presupposto di una trama che vede coinvolti feti rinchiusi in delle capsule, fantasmi proveniente dall’aldilà che infestano il nostro mondo, esseri umani in grado di resuscitare, pioggia che al contatto distrugge ogni cosa con la quale entra in contatto e così via. Il background narrativo di Death Stranding è folle, e proprio per questo funziona, e un ipotetico Death Stranding 2 potrebbe approfondire ulteriormente l’affascinante narrativa ideata da Hideo Kojima. Inoltre, vari punti di Death Stranding sono rimasti irrisolti, come il destino di Higgs, le intenzioni di Amelie, l’evoluzione di Fragile e il futuro della razza umana, la cui fine è solo rimandata.

Spezzare legami per crearne di nuovi

Uno degli elementi che contraddistinguono Death Stranding è il concetto di legame, sia a livello narrativo che a livello di gameplay. Se da un lato la missione di Sam Porter Bridges è proprio il dover riconnettere gli Stati Uniti d’America (ribattezzata per l’occasione UCA, United Cities of America), l’intero gioco è basato sui legami con gli altri giocatori, in una collaborazione “invisibile” che vede tutti gli utenti connessi cooperare tra loro al fine di costruire attrezzature utili lungo il cammino.

Death Strandng

Come però viene specificato dal personaggio di Mama durante l’opera: “È necessario spezzare legami per crearne di nuovi. Non si può rimanere legati a tutto“. Hideo Kojima nel corso della sua lunga carriera ci ha insegnato come sia stato sempre in grado di non legarsi troppo al passato, rivoluzionando sempre il franchise di Metal Gear Solid di capitolo in capitolo. Nessun capitolo della saga di Metal Gear è identico al precedente, e ogni nuovo episodio aveva un tratto caratteristico che lo rendeva iconico a suo modo, sia a livello di gameplay che a livello tematico. Non a caso non esiste alcun Metal Gear Clone, perché la formula creata da Kojima non è replicabile in alcun modo. Death Stranding 2 potrebbe portare avanti questa tradizione, rimanendo fedele al suo predecessore a livello spirituale ma rinnovandone l’intera infrastruttura. Come? Questo solo Hideo Kojima lo sa. Sicuramente, risulta difficile credere che Death Stranding 2 punterà nuovamente in maniera quasi esclusiva al concetto di consegnare oggetti, ed è molto probabile che se questo sequel si farà allora il leggendario Director troverà un modo per far nuovamente discutere di sé e del suo prossimo titolo.

Vivere ogni giorno pensando a come sarà l’indomani

La domanda che non ha ancora avuto una chiara risposta, però, è sempre quella: perché abbiamo bisogno di Death Stranding 2? Sì, Hideo Kojima con un possibile sequel avrebbe la possibilità di aggiustare il tiro, migliorando alcuni lati del gameplay poco convincenti. Sì, con un sequel quell’affascinante universo verrebbe nuovamente esplorato, magari con nuovi dettagli che renderebbero ancor più interessante l’intera narrativa. E sì, un sequel potrebbe evolvere il predecessore come già fece Kojima con la saga di Metal Gear. Ma nel concreto, perché abbiamo bisogno di un nuovo Death Stranding? Perché l’opera di Kojima è arrivata a ridosso di uno degli eventi più catastrofici della storia del genere umano: il Coronavirus. Se c’è una cosa che ci ha insegnato Death Stranding è che le cose più importanti per noi esseri umani sono proprio i legami, e dopo oltre un anno di quarantene e zone rosse, questo valore è diventato ancora più importante.

Perché abbiamo bisogno di Death Stranding 2? Perché mai nessun gioco aveva parlato in maniera così calorosa, romantica e umana della bellezza delle interazioni tra esseri umani e di come esse siano la chiave per la salvezza del mondo. Abbiamo bisogno di Death Stranding 2 perché abbiamo bisogno di rivivere quelle emozioni, di rituffarci in quel mondo disastrato eppure al contempo incredibilmente accogliente. Abbiamo bisogno di Death Stranding 2, ne abbiamo bisogno noi così come l’industria videoludica, perché da quell’8 novembre 2019 il mondo dei videogiochi non è stato più lo stesso; perché solo Death Stranding 2 ci può far rivivere le emozioni che abbiamo vissuto in Death Stranding.

Kept you waiting huh?

Speranza a parte, questo Death Stranding 2 vedrà davvero la luce un giorno? Per quanto stando ad alcune fonti l’autore giapponese sembra sia in trattativa con Microsoft per la realizzazione di un titolo tripla A, il fatto che Sony stia nuovamente puntando sul marchio Death Stranding con la già citata Director’s Cut potrebbe essere un segnale positivo per il futuro della saga. Qualsiasi sia il futuro di Hideo Kojima, tra il già menzionato accordo con Xbox e la teoria che lo vede legato al misterioso Abandoned, si spera che Death Stranding 2 possa davvero vedere la luce un giorno, portandoci nuovamente in quel conturbante mondo che tanto ha fatto discutere e che ancora oggi fa parlare di sé.

Il gioco ha debuttato su PlayStation 4 l’8 novembre 2019 prima di approdare su PC il 14 luglio 2021. L’edizione Director’s Cut su PlayStation 5 verrà lanciata il 24 settembre. Per chi possiede la versione old gen del gioco potrà aggiornarla al prezzo di 9,99 euro. Per chi invece vorrà acquistare ex novo la Death Stranding Director’s Cut dovrà pagare 49,99 euro. Se volete sapere la nostra sul titolo di Hideo Kojima, vi invitiamo a leggere la nostra recensione che trovate a questo link.

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Staff Writer
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.