Death Stranding Director’s Cut: un “dettaglio” non piace a Kojima

L’idea di Hideo per Death Stranding Director’s Cut consiste nella cura in ogni dettaglio: quale di essi è andato di traverso a Kojima?

Alessandro Bozzi
Di Alessandro Bozzi News Lettura da 3 minuti

Hideo Kojima fa parlare di sé pure quando sbadiglia, ma un dettaglio di Death Stranding Director’s Cut sembra non andargli proprio a genio. In realtà, non si tratta proprio di dettagli da niente, ma nel grande schema delle cose è possibile che si tratti di sottigliezze. Non che ce lo saremmo aspettati proprio da lui.

Probabilmente, il visionario e leggendario game designer nipponico è meglio identificabile con uno degli aforismi che ne hanno consacrato l’intera filosofia. «Il 70% del mio corpo è composto da film», così si definisce lui da sempre, «ma il resto sta a voi.» L’amore per il cinema è palese, ma la coerenza (apparentemente) forse un po’ meno.

Nonostante Kojima sia riconoscibile per il piglio cinematografico che ne definisce il game design, infatti, quello di chiamare “Director’s Cut” la riedizione del suo Death Stranding è un dettaglio che sembra davvero non andargli giù. Probabilmente la scelta in merito al titolo sta a Sony, di cui il giovane IP rimane un’esclusiva.

Non si tratta nemmeno di un commento in un’intervista: Kojima lo ha dichiarato apertamente su Twitter. Riportiamo qui sotto il tweet in lingua giapponese per mero dovere di cronaca, ma il profilo Reddit che lo ha riportato ha anche tradotto il contenuto in modo breve e conciso: il nuovo nome non piace.

Non sappiamo se l’influenza del game designer sarà sufficiente a causare un’inversione di rotta, ma con un’uscita a settembre è improbabile che la Director’s Cut trovi il tempo di passare all’anagrafe. Mancano solo due mesi: le copie saranno già in fase di stampa, e i marchi sono comunque già stati registrati.

Ad un “regista” videoludico affermato come Kojima, dunque, non piace che la visione più autoriale del titolo originale venga apertamente chiamata come tale. La traduzione del tweet nota però che un taglio del regista consiste nell’inclusione di contenuti tagliati in precedenza, mentre in questo caso ne sono stati creati di nuovi.

In altre parole, dunque, l’apparente ironia della situazione consiste in realtà nell’ennesima conferma dell’amore per il cinema di Hideo Kojima. La cura certosina in stile Stanley Kubrick non manca: basterà questo impegno a convincere i fan ad abbandonare le teorie di complotto su Abandoned?

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Classe 1989, viene introdotto ai videogiochi dal padre durante l'età prescolare con DuckTales: The Quest for Gold su DOS (dopo essersi innamorato dell'omonima serie animata) in veste di spettatore. Inizia a giocare con Boulder Dash con un polveroso Commodore 64. Al decimo compleanno esordisce nel gaming moderno con Crash Bandicoot 3: Warped, per poi perdersi nel mondo Nintendo con Pokémon Versione Oro. La ricerca di uno sbocco professionale per la sua passione videoludica lo ha portato su GameLegends.