Japan Studio: Sony sta lentamente chiudendo la software house?

Sony starebbe chiudendo la software house Japan Studio secondo alcuni report dell'ultima ora. Molti sono i dipendenti che starebbero lasciando l'azienda.

Andrea Ferri
Di Andrea Ferri News Lettura da 2 minuti

Cose strane stanno accadendo all’interno della software house Japan Studio. A distanza di una manciata di ore dallo State of Play, l’evento Sony PlayStation in cui verranno mostrati e svelati numerosi prodotti e non solo, sembrerebbe che la casa di sviluppo interna all’azienda nipponica sia in procinto di chiudere. Secondo un rapporto stilato da una testata giornalistica estera, quasi tutto il personale interno della software house sta venendo licenziato. L’unico team rimasto, ovvero il Team Asobi (gli sviluppatori di Astro’s Playroom), sembrerebbe essere ancora in piedi

Sempre la nota testata, sembrerebbe abbia ricevuto diverse comunicazioni da altrettante fonti che hanno affermato come, l’amato sviluppatore a capo dello studio, abbia lasciato andare quasi tutto il personale interno poiché in scadenza di contratto. Gli sviluppatori in questione, assunti con contratti annuali, non hanno a quanto pare ricevuto buone notizie riguardo una possibile proroga o assunzione a tempo indeterminato. Solamente il Team Asobi, rimasto quasi del tutto invariato, continuerà ad esistere e lavorare per lo più come uno studio solista all’interno di Japan Studio. Secondo quando riferito, anche il personale di localizzazione e aziendale dovrebbe rimanere. Alcuni dei dipendenti saranno assorbiti nel Team Asobi, mentre per tutti gli altri non ci sarà nulla da fare. Tra questi segnaliamo l’importante produttore di Bloodborne e ben tre figure chiave che, tutte insieme, hanno formato un nuovissimo studio: Bokeh Game Studio.

Il motivo dietro tutta questa “manovra” sembrerebbe essere davvero molto semplice e scontato. Lo studio starebbe chiudendo a causa degli scarsi ricavi degli ultimi anni, complice ovviamente anche la pandemia da Covid-19. L’intento della software house era quello di focalizzarsi su prodotti quasi esclusivamente improntati per il mercato giapponese, cosa che a Sony non è andata affatto giù. L’azienda avrebbe logicamente preferito uno produzione di lavori su scala ben più ampia. Altre voci dicono che il destino della software house fosse già segnato tempo addietro, quando Allan Becker lasciò l’azienda.

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Da bambino mi innamorai subito della cultura pop, dei videogames, degli anime e del cinema. Cresciuto a suon di VHS, la posta di Sonia e di partite alla PS1, sono anche un avido collezionista di tutto quello che mi passa per le mani. Il mio amore più grande? Toy Story, al quale sempre sarò fedele verso l'infinito, e oltre!