La saga di Dark Souls è riuscita con il suo arrivo a brevettare un nuovo genere, il quale si è poi posizionato affianco ai più classici Hack and Slash finendo per coniare l’etichetta di Souls-like. Moltissimi sviluppatori hanno seguito la profittevole scia di From Software, variando in alcuni casi caratteristiche tipiche del genere al fine di creare una propria identità, ottenendo quindi un miglior riscontro sul fronte dell’innovazione. In questa categoria si posiziona Arboria, un GDR dark-fantasy che potremmo definire Souls-lite, in quanto lascia le fondamenta della serie dei Souls già a metà del proprio cammino, prendendo strade completamente diverse.
Nel corso degli scorsi giorni abbiamo avuto la possibilità di provare il gioco nella sua primissima versione Early Access, rilasciata sulla piattaforma di Steam da qualche giorno. L’opera si è presentata con moltissime mancanze e con qualche bug che ha minato l’esperienza, come l’assenza del doppiaggio invece previsto e la sola localizzazione in lingua inglese. Tuttavia, delle fondamenta per il prodotto finale sono state costruite, quindi vediamo insieme cos’è riuscito a fare lo sviluppatore indipendente Dreamplant con Arboria, la sua primissima opera.
Il viaggio di Arboria
L’avventura di Arboria prende piede in uno stilosissimo mondo dark fantasy, completamente a tema green, popolato quindi da arbusti, treant e piante di ogni tipo. Anche i nemici e le ambientazioni non fanno eccezione, nonostante gli avversari siano molto spesso anonimi insetti non in grado di stupire particolarmente sul fronte artistico. Il giocatore ha il compito di vestire i panni di uno Yotun, guerriero fittizio pronto a gettarsi nelle profondità del Durnan per sconfiggere i propri nemici, proseguendo nel mentre in una sceneggiatura non particolarmente approfondita dopo le prime fasi.
Ci troviamo innanzi a delle mappe generate proceduralmente con una cura non indifferente, che brillano sul livello del game design ma peccano ovviamente nei collegamenti fra le varie zone. Al momento della prova ci è stato possibile esplorare l’unico bioma presente, oscuro, tetro e affascinante, ma alla lunga ripetitivo in quanto continuamente riproposto con gli stessi modelli. Il combattente si prepara subito ad affrontare creature negli angusti scenari, armato di armi e abilità trovate sul posto, concatenabili per creare spettacolari combo. Sotto questo fronte, l’esperienza si mostra senza dubbio divertente, anche se l’intero gameplay risulta un po’ legnoso in diverse occasioni.
La varietà di armi e abilità è tuttavia alquanto soddisfacente, e permette di superare le stanze con continua curiosità su cosa sia possibile trovare, in modo da variare gli strumenti a disposizione dopo quasi ogni scontro. È infatti possibile detenere una sola abilità, arma e armatura per volta, e una volta scambiate queste scompariranno per sempre senza permettere alcun ripensamento in merito. Inutile dire che l’aggiunta di ulteriori variabili non potrà far altro che favorire l’effettiva longevità dell’opera, ancora da testare una volta rilasciata la versione finale.
Non è indifferente la mancanza della stamina, che rende la ludicità dell’esperienza più piacevole e immediata, anche se è spiacevole la mancanza della pausa in-game. L’ulteriore caratterizzazione del gameplay arriva una volta giunta la morte del personaggio, che potremmo considerare, come già detto, fittizio. Nonostante sia possibile migliorare con le ore di gioco il suo equipaggiamento e le sue statistiche, una volta deceduto questo andrà perso per sempre assieme a quanto ottenuto, ma per fortuna il suo cammino non finirà così. Le attività secondarie svolte nel corso dei vari scenari portano infatti a un potenziamento del successivo arbusto da comandare, che presenterà statistiche nettamente migliorate grazie al favore divino acquisito.
Radici robuste ancora da annaffiare
Purtroppo, i contenuti giocabili sono ristretti all’osso, ma la software house è riuscita a gettare delle solidissime basi per un possibile ampliamento nel corso dei prossimi mesi. Il character design è infatti semplicemente fenomenale, e dona una linfa vitale non indifferente all’esperienza. Pur porgendo il fianco su diversi fronti, la fase Early Access di Arboria è riuscita tutto sommato a convincerci, grazie alle meccaniche che rendono l’esperienza ben differente dai classici Souls-like. Nonostante i presupposti per un’avventura affascinante e divertente, i lavori sono ancora in alto mare per diverse caratteristiche non riuscite, soprattutto per quel che riguarda la varietà dei contenuti e la narrazione decisamente da rivedere. Speriamo quindi che il gioco venga ampliato a dovere dallo sviluppatore e che riesca a essere finalizzato quanto prima possibile!