Ci sono videogiochi che, proprio come una bella ragazza, non smettono mai di farsi attendere inesorabili, di farsi parlare intorno e di sentirsi importanti, perché a volte importanti lo sono davvero; e proprio come il più classico dei cliché, dove al primo appuntamento la bella ragazza ritarderà di un’ora circa, Baldur’s Gate 3 non è da meno. Sono passati infatti quasi 20 anni dalla sua ultima apparizione, ma in tutto questo tempo non c’è stato momento, mese o giorno che il titolo non sia stato nominato. Annunciato ufficialmente durante la conferenza di presentazione di Google Stadia nel 2019, Larian Studios ha ora mostrato un discreto quantitativo di gameplay che ha permesso di vedere e capire più da vicino come un videogioco che manca dal panorama mondiale da circa 4 lustri, sarà ancora in grado di dettare legge e imporre il proprio dominio all’interno di un genere che, negli ultimi anni, ha cominciato a godere di un bacino d’utenza maggiore che in passato anche grazie ai titoli realizzati da questo abile studio. Saranno in grado di erigere ancora una volta, attraverso un mix perfetto di ambientazioni evocative tratte da Dungeons & Dragons e un gameplay più dinamico come quello di Divinity: Original Sin 2? Scopriamolo insieme.
Arriva il Mind Flayer
Cominciamo subito col dirvi che Baldur’s Gate 3 si basa proprio sulla quinta edizione di Dungeons & Dragons ed è collocato subito dopo l’epilogo della campagna cartacea Baldur’s Gate: Discesa nell’Avernus. Tutto questo vuol dire che gli eventi ora narrati sono collocati ad una distanza temporale di circa 100 anni dal secondo capitolo principale sviluppato da BioWare. Il Flagellatore Mentale (Mind Flayer) ha attaccato la città di Baldur’s Gate rapendone i cittadini per sottoporli ad orribili esperimenti. Il personaggio da noi controllato è stato anche lui catturato proprio dal temibile Illithid e, suo malgrado, gli è stata innestata una larva all’interno del corpo che contraddistingue il processo di Ceremorfosi. Saremo quindi destinati a trasformarci a nostra volta in un nuovo Mind Flayer. Tuttavia questa nostra situazione ci consente anche di avere alcuni poteri aggiuntivi altresì impossibili. Una volta che il centro abitato è stato raso al suolo sono accorse in aiuto delle viverne pronte a fermare l’avanzata del mostruoso umanoide. Il Nautilus è ora in fuga e costretto ad utilizzare il teletrasporto per fuggire. Questa caccia “all’uomo” non durerà però molto poiché il Mind Flyer è stato avvolto nuovamente dalle fiamme delle viverne e la nave è ormai andata in frantumi.
Un po’ Baldur’s Gate, un po’ D&D
Come ogni altro gioco di ruolo che si rispetti, il prima passo da compiere all’interno dell’avventura è quello della creazione del personaggio di gioco e, in Baldur’s Gate 3, tale meccanica è pressoché enorme. Sarà infatti possibile scegliere tra 15 razze o sottorazze e ben 8 classi che garantiscono “poco più” di un centinaio di variabili possibili, tutte tratte dalla quinta edizione di D&D. Anche gli sviluppatori hanno voluto dire la loro introducendo due particolari meccaniche a livello di gameplay e realizzando delle creature utilizzabili come personaggi principali. In questo modo potremmo quindi usare un avatar predeterminato con un suo nome, una sua storia e tutti i legami che ne conseguono sia nel breve che nel lungo termine. Ciò consente inoltre di appoggiare un secondo arco narrativo oltre a quello già ideato dalla software house come background di gioco.
Anche allestire un campo, tra una missione e un’altra, sarà fondamentale per tessere trame impossibili da conoscere in altro modo. Una scelta che amplia di non poco la già vastissima offerta ludica (circa 60/70 ore per la trama ma con una rigiocabilità mostruosa) che Larian Studios ci metterà fra le mani. Per quanto riguarda invece le due meccaniche inserite dagli autori, sappiamo che la prima riguarda i Punti Ispirazione. Questi “jolly”, nel più celebre gioco da tavolo, vengono dati dal Dungeon Master qualora il giocatore si comporti in modo impeccabile in base al proprio “allineamento” scelto, tuttavia il senior producer David Walgrave ha riferito che tali bonus saranno sempre parte integrante del gioco ma verranno rilasciati quando porteremo a termine delle imprese particolarmente eroiche. La seconda modifica attuata riguarda invece, come dicevamo prima, l’introduzione di personaggi denominati ora “Origin Character” che sono così composti: Guerriera Githyanki Lae’zel, Mago Gale, Chierico Shadowheart, Warlock Wyll e Astarion il Vampiro.
Baldur’s Gate 3 utilizzerà, come la maggior parte dei giochi di questo genere, una visuale isometrica detta anche occhio di falco che ci garantirà una visione totale e immersiva della vasta area di gioco interamente ricreata in 3D. Il motore grafico utilizzato (Divinity 4.0) è lo stesso di Divinity: Original Sin 2 ulteriormente potenziato rispetto al passato. Il titolo non condivide solamente la parte tecnica, ma anche una discreta fetta dell’esperienza del gameplay che gli autori hanno immagazzinato in loro. Le attività in Baldur’s Gate 3 verranno svolte tutte quante in tempo reale ad eccezione dei combattimenti; qui, infatti, l’azione muta nel più classico dei giochi di ruolo proponendo una modalità a turni proprio come nella realtà.
Nelle fasi esplorative, invece, sarà comunque possibile switchare dalla “modalità” in tempo reale a quella a turni e consentire quindi un’analisi più dettagliata dell’area circostante o studiare meglio il dungeon che ci troveremo di fronte poco prima di una battaglia. Durante la fase di attacco le meccaniche classiche del gioco da tavola vengono fuori in tutto il loro splendore: muovere i personaggi facendo attenzione a non consumare la barra dello spostamento (diversa per ogni tipo di classe scelta), svolgere azioni prima e dopo il movimento, cambiare da un personaggio all’altro impartendo ordini , e tutte le più classiche azioni come utilizzare magie, abilità speciali, oggetti, gadget, semplici attività fisiche come spingere un nemico giù da un dirupo o effettuare un salto da un cornicione ad una piattaforma, sono tutti elementi imprescindibili e che faranno la differenza fra la vita e la morte. Anche il posizionamento dei nostri personaggi (per un massimo di 4 nel nostro party) sarà determinante.
I dadi e le conseguenze dei dialoghi
Chi gioca a D&D sa benissimo che chi si trova più in alto gode di un vantaggio rispetto a chi sta più in basso. Ecco dunque che, prima ancora di iniziare una battaglia, la scelta del posizionamento dei personaggi di gioco e lo studio dell’intera area circostante diventerà fondamentale per lo scontro così come la capacità di sorprendere un nemico per poter attivare per primi il combattimento. Queste meccaniche saranno veramente importanti all’interno di tutta l’avventura, e proprio per questo le aree realizzate da Larian Studios godono di una verticalità cresciuta a dismisura. Tutto ciò non solo migliora l’esperienza di combattimento, ma elargisce al gioco una profondità immensa che è difficile anche solamente da spiegare a parole. L’elemento strategico come la vicinanza a un nemico, la presenza di oggetti, barriere, esplosivi o elementi naturali della mappa sono tutti punti che bisognerà tenere sott’occhio per non incappare in una sconfitta. Altro elemento imprescindibile per un gioco mastodontico come questo è senza dubbio l’apparato dei dialoghi: tanti, tantissimi, così come le quest, le scelte legate ad esse e tutti quanti resi in maniera quasi cinematografica.
Ogni dialogo è potenzialmente un susseguirsi di causa effetto sia nell’immediato che nel lungo andare. Il livello d’interattività è pressoché infinito e non ci sarà momento in cui una semplice azione come un furto, una scelta dell’ultimo istante o una risposta sbagliata porti a delle conseguenze altresì impossibili da scoprire con tutte le relative conseguenze, nel bene o nel male. Oltre a tutta questa epopea di combat system e meccaniche da gioco non bisogna poi scordarsi dell’elemento che più di ogni altro contraddistingue le basi di un gioco da tavola come D&D, ovvero il tiro dei dadi. Quasi tutte le azioni che faremo nel corso dell’avventura sono governate del lancio di quest’ultimi: i danni delle armi causati da un attacco, una scelta di dialogo, un’azione che richiama una statistica del personaggio o una competenza e molte altre ancora, necessitano tutte sempre di un tiro che ne definirà la riuscita o meno. Il gioco in questo “aiuta” mostrando sempre il numero minimo che serve per averla vinta, nel caso però in cui non dovessimo farcela, le conseguenze potranno essere a volte drastiche altre volte poco influenti. Il titolo, inoltre, effettuerà anche dei tiri a nostra insaputa per sbloccare magari delle conoscenze avanzate. Sarà infatti possibile, tramite una finestra dedicata, consultare sempre i lanci che il gioco effettua in background ed osservare dove siamo stati più fortunati o meno così da poter avere un’idea di quello che falliamo oppure no.
L’arrivo dietro l’angolo
Baldur’s Gate 3 è tutto questo e molto altro ancora. La versione mostrata dai ragazzi di Larian Studios era ancora una fase non completa di tutti gli elementi tecnici e presentava qualche imperfezione che, con il tempo rimastogli, verrà sicuramente aggiustata. Il titolo al momento è previsto su PC e Google Stadia nel corso di questo 2020 e, come detto dagli sviluppatori, godrà anche di una versione in early access, in arrivo tra pochi mesi, che permetterà agli utenti di mettere mano ancor prima al gioco godendo del lavoro svolto dagli autori e rilasciare commenti e feedback utili per la release finale. Dopo il primo capitolo uscito nell’ormai lontanissimo 1998 e proseguito poi con Baldur’s Gate: Tales of the Sword Coast (prima espansione del 1999), Baldur’s Gate II: Shadows of Amn (2000) e Baldur’s Gate II: Throne of Bhaal (ultima espansione del 2001), l’atteso terzo capitolo di questa saga ventennale è ormai alle porte. L’avventura che ci spetta è enorme, stratificata, vasta, e anche godibile interamente in multiplayer online fino a quattro giocatori (con tanto di cross-platform) oppure a schermo condiviso (offline) per un massimo di due utenti. Non resta che attendere ancora qualche mese, dopotutto, abbiamo atteso quasi vent’anni.