Gestire e portare avanti un progetto tanto ambizioso come quello che si è rivelato essere Westworld non è affatto facile: c’è tanto da fare ma ancor più da dire e spiegare che a volte, mentre guardi la serie, ti viene da chiederti come sia stato possibile trasporre in immagini quello che di sicuro, per quanto complicato, sulla carta stampata risulterebbe più semplice. Ebbene, quei geni della HBO hanno fatto centro anche sta volta, catapultando lo spettatore al di fuori di un mondo che prima sapeva di casa e che ora appare sì lontano ma al contempo vicino nella memoria: andiamo a scoprirlo!
Grandi cambiamenti all’orizzonte…
Westworld è stato “distrutto”, o almeno non è più in funzione, questo è il lascito della seconda stagione: Bernard è rimasto il solo nel parco a sapere cosa è successo mentre Dolores ne è uscita, non senza ferite si intende; gli altri personaggi – come Maeve – hanno oltrepassato la soglia e non ci è dato sapere che fine abbiano fatto. Senza andare oltre, possiamo dirvi che in questa stagione il parco resterà un ombra, un luogo che verrà ovviamente nominato ma che comunque non rappresenterà più la location principale: la vastità del progetto, come dicevamo prima, porterà i nostri protagonisti in giro per il globo, spaziando tra Londra, la Cina ed altre ambientazioni che non vi riveleremo. Ognuno ha i suoi obiettivi e, come da tradizione, starà allo spettatore scoprire i piani di ogni personaggio che comparirà a schermo, e quasi come in un lavoro di ricostruzione, vi consigliamo di partire dai dettagli e di ricordare che non tutto è ciò che sembra in questo particolare universo narrativo.
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Evan Rachel Wood è davvero impeccabile nei panni di Dolores: ci ha messo tre anni a sbocciare ma adesso il suo personaggio è spietato, freddo e spesso cinico, un ruolo sfaccettato che richiede sicuramente molta preparazione e che la nostra protagonista interpreta alla perfezione. Il ruolo più complesso in questa terza stagione di Westworld se lo aggiudica però Jeffrey Wright (e ci domandiamo come abbia fatto a gestire sia suddetto personaggio che il Commissario Gordon che vedremo nel prossimo film di Matt Reeves con Robert Pattinson); l’attore è capace di cambiare faccia a Bernard e di alterarne la voce nell’arco di pochissimi fotogrammi, micro-espressioni quasi impercettibili ma che cambiano tutto: la percezione che si ha è quella di un uomo diviso in due, contrastato e controverso.
Westworld, però, è anche tecnologia pura: in questo terzo atto non mancheranno infatti congegni che noi potremmo solo immaginare oggigiorno ma che qui sono all’ordine del giorno; aspettativi elicotteri che si guidano da soli e che hanno la forma di Droni Spia giganti, motociclette elettriche (molte di quelle viste sono prototipi che esistono già oggi, come alcune targate BMW) ed anche macchine oramai controllate in toto da avanzate intelligenze artificiali, come Audi e Range Rover che spopolano a schermo, per finire poi con armi da fuoco futuristiche e complessi cellulari dalle caratteristiche impensabili per i tempi odierni ma che, almeno in termini di design, potrebbero addirittura ispirare i prossimi modelli che vedremo sul mercato.
Queste gioie violente hanno fine violenta
– Cit Robert Ford