Windbound – Recensione dell’action survival di 5 Lives Studios

Ecco la nostra recensione di Windbound, un poetico survival marinaresco pubblicato da Deep Silver e sviluppato da 5 Lives Studios.

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 14 minuti
7.8
Windbound

Sono stati molti i commenti, non appena il gioco è stato rivelato solo pochi mesi fa, riguardanti Windbound e la sua in un cerro senso spiccata somiglianza con The Legend of Zelda: Breath of The Wild. Se ci fossimo basati infatti solo sui primi video arrivati in rete, avremmo avuto l’impressione di trovarci di fronte ad un clone della perla Nintendo, con un open world mastodontico da esplorare in lungo e in largo, per terra e per mare, procacciandoci armi e potenziamenti per diventare più forti, nel mentre che pensiamo anche a riempirci la pancia. Certo, un paragone simile sarebbe stato azzardato anche solo alla lontana, eppure il primo impatto con le immagini di Windbound ha suscitato tale sensazione in più di un utente. Per fortuna bastano solamente pochi secondi di gioco per rendersi conto che la produzione di 5 Lives Studios è di tutt’altro stampo, un survival game basato sulla navigazione che si è rivelato per molti versi una piacevole sorpresa.

Respirando salsedine

Windbound non ci introduce al gioco con molte parole, anzi, nessuna. Il breve filmato iniziale ci mostra Kara, la nostra protagonista, naufragare con la sua barca a causa di una strana tempesta, per poi svegliarsi senza spiegazione alcuna sulla spiaggia di una terra sconosciuta. Senza sapere che fine abbiano fatto i suoi compagni e il come ci sia arrivata, inizia per la ragazza una continua lotta per la sopravvivenza, ma che si tramuta in un viaggio non solo attraverso le acque e l’arcipelago, ma anche all’interno di una storia antica. Guidata dal suo istinto e da forze ignote, Kara si ritrova senza un’imbarcazione e senza alcuno strumento. Inizia qui la sua avventura tra le isole, affrontando le inaccoglienti acque delle isole  dimenticate, creando la propria imbarcazione, cacciando animali per ottenere cibo e risorse, ma anche sfruttando la flora per gli stessi scopi.

WindboundIl nostro obiettivo tuttavia, oltre alla mera sopravvivenza, non sarà chiaro fin da subito, ma pian piano la tela verrà tessuta rivelando un background davvero interessante. Per tutte le isole, che sono generate e posizionate proceduralmente per ogni capitolo, sono sparse delle torri in cima alle quali troveremo delle particolari chiavi dalla forma di una conchiglia. Ogni capitolo ci vedrà raccoglierne 3, che andranno a potenziare il nostro ciondolo e permettendoci di aprire un particolare portale. I capitoli di gioco sono in totale 5, e ognuno di essi ci farà ripercorrere i passi dell’antica storia di quelle isole e della loro civiltà… ma anche degli spiriti conchiglia che la abitavano.

La storia vera e propria ci è narrata in via testuale dalle torri che raggiungeremo, e in via visiva con dei particolari murales che ci verranno rivelati alla fine di ogni capitolo, una volta attraversato il portale. Dopo ogni capitolo, è sempre posta una parte di gioco molto particolare, che metterà a dura prova le vostre abilità di navigatori: le traversate. Chiaramente, come i capitoli di gioco stessi, la difficoltà delle traversate sarà crescente, con le onde, gli scogli e altro ancora a darci filo da torcere. Chiaramente, non entreremo nei dettagli narrativi per motivi di spoiler. Dopo ogni traversata potremmo usare la valuta di gioco (i Frammenti Marini) per acquistare delle “benedizioni“, utili per migliorare alcuni aspetti di Kara. Questi speciali altari saranno disponibili anche se, purtroppo, soccomberete e ricomincerete il capitolo dal principio.

Windbound

“Come on baby, craft my fire”

Come già detto, gran parte del gameplay è incentrato sull’esplorazione marittima, ma anche terrestre, e soprattutto sul crafting. Ogni isola che visiteremo avrà una conformazione diversa, e i materiali, la flora e la fauna che potremo reperire sono sempre differenti. Alcune isole saranno ricche di bambù, su altre potremo reperire decine si bastoni, su altre potremo addirittura trovare del metallo grezzo! Tuttavia c’è sempre un passo precedente, e sappiate che per ottenere molti di questi materiali, dovrete prima creare uno strumento adatto a raccoglierlo (come un’accetta per il legno, o una pala per l’argilla). Alcuni materiali saranno ottenibili da subito grazie al coltellino che abbiamo in dotazione di deafult, ma ciò che potremo ottenere con esso è destinato a non essere più sufficiente molto presto. Anche il fuoco giocherà una parte importantissima, che ci permetterà di cuocere i cibi, ma anche di creare o plasmare altri materiali (come ad esempio tramutare le pelli di animale in cuoio). Chiaramente le ricette e i materiali necessari per ottenere un determinati oggetti non saranno disponibili da subito, ma si sbloccheranno quando otterrete dei determinati materiali.

Anche le armi hanno un ruolo determinante nel gioco, per cacciare e soprattutto difendersi dalle creature che abitano l’arcipelago, dalle più innocue a quelle decisamente più letali. Oltre al cibo, potrete così ottenere materiali anche per creare armi e tessuti. Alcune armi, quelle particolarmente potenti che potremmo quasi definire “uniche”, sfruttano anche delle gemme nella costruzione, che possono essere estratte anche se non sono molto comuni. Alcuni capi di abbigliamento, infine, ci conferiranno alcuni bonus interessanti.

I will survive

Anche se, a conti fatti, basta un po’ d’abilità e il gioco si potrebbe terminare anche senza troppi upgrade, Windbound dispone di poche ma efficaci caratteristiche da survival. Oltre al crafting, su cui ci siamo soffermati, il gioco pubblicato da Deep Silver ci vedrà costretti a sfamarci, oltre che a curarci. Oltre alla barra della vita disponiamo di una barra gialla molto particolare, che non solo segnerà la nostra stamina (con una sottobarra che si consumerà con ulteriore fatica se la termineremo), ma anche la fame: più fame avremo, più la capienza massima della barra diminuirà, costringendoci a mangiare spesso per rimanere vigorosi e resistenti. La cucina, i funghi e le bacche (questi ultimi due consumabili anche sul posto) diventano quindi indispensabili per non soccombere, e conviene consumarli in breve tempo invece se portati con sé… dato che il cibo è soggetto a deterioramento, sia crudo, sia cotto. Un’attesa troppo lunga farà guastare e divenire inutilizzabile le vivande duramente ottenute.

Altra questione base strettamente survival riguarda l’inventario: già dai primi momenti capiremo che lo spazio sarà indispensabile… e sempre troppo poco. Oltre agli oggetti tenuti “in mano”, potremo portare con noi solo una sacca, e quindi un quantitativo limitato dei vari materiali, cibi ed equipaggiamenti. Per sopperire a questo problema potremo sfruttare anche dei contenitori creati sulla nostra imbarcazione, o rastrelliere dove tenere altre sacche e scambiarle. Una giusta gestione dell’inventario e dell’equipaggiamento equivale ad una progressione più spedita e sicura.

WindboundGuerriera e navigatrice

Anche se potrebbe sembrare un gioco semplice, Windbound è complesso il giusto, anche per quanto riguarda il combattimento e la navigazione. Con i trigger del pad (nel caso si usi questo, e noi abbiamo testato la versione PlayStation 4) gestiremo la mira delle armi melee e da distanza, con la possibilità anche di schivare. Soprattutto nelle fasi iniziali, le armi a disposizione non infliggeranno molti danni, e quindi bisognerà fare molta attenzione, sfruttare l’ambiente per coprirsi e/o scappare, o magari rifocillarsi per continuare in un secondo momento. Alcune creature in particolare, terrene o marine, sono particolarmente arcigne da buttar giù, con addirittura la possibilità di infliggere ingenti danni e status alterati, alcuni anche a distanze incredibili.

La navigazione in ogni caso, rimane il fiore all’occhiello di Windbound: costruire navi sempre migliori, equipaggiarle e così via è soltanto una parte del lavoro (perché di lavoro si tratta, tra raccolta, studio e così via), perché navigare sarà un vero e proprio gioco a parte. La precisione e la fisica con cui è stati riprodotti gli effetti del vento sono encomiabili, con la direzione (variabile) che andrà a influire in modo determinante sulle nostre tratte. Tendere e issare le vele, ruotare e prendere direzioni particolari, fare in modo che la barca sia equilibrata anche nel peso per non farla capovolgere alla minima virata, sono tutte caratteristiche che ci sentiamo di promuovere a pieni voti. La navigazione si rivela quindi una sfida sempre nuova, nonché determinante per la buona riuscita del gioco. Tuttavia mantenere un “basso profilo” può comunque essere una strategia che paga: una semplice canoa di legno è molto più stretta, e può “dribblare” scogli, pesci cattivi e ostacoli in modo più naturale (senza oltre tutto occupare molto spazio).

Windbound

Non si spruzza!

I survival game sono titoli di una complessità mediamente alta, anche quando si tengono su livelli accettabili in quanto a numero di azioni e costruzioni possibili, oltre che variabili. Tuttavia Windbound ci mette di fronte ad una scelta particolare, che possiamo fare a inizio gioco e cambiare in qualunque momento: possiamo giocare il gioco in una modalità più umana, dove morire ci farà ripartire dall’inizio del capitolo con l’inventario ancora con noi (ma purtroppo non la barca), oppure in modalità “sopravvivenza”, che ad ogni morte ci spoglierà di tutti gli oggetti in nostro possesso (tranne i citati oggetti “in mano”) e ci farà ripartire dal capitolo 1. Chiaramente anche i combattimenti sono più difficili, e l’essere punitivo del gioco sfiora livelli estremi, complici anche alcuni bug della telecamera in fasi di esplorazione e combattimento, o alcune imperfezioni generali su terreno e oggetti.

Se non si è masochisti, e si è comunque aperti alle nuove esperienze videoludiche se non si è esperti di survival, Windbound può rivelarsi un giusto compromesso, anche se è necessaria un po’ di pazienza per prendere confidenza, soprattutto perché a parte i comandi base non ci verrà spiegato molto. Anche l’interfaccia di gioco, soprattutto il menù di inventario e crafting, potevano essere creati in modo che fossero più intuitivi.

windbound wormSul piano visivo Windbound mostra una poetica grafica in stile animato, che rende benino nelle fasi a terra, zoppica con i modelli poligonali di envoirement e creature, ma che ancora una volta dà il suo meglio in acqua, anche se su quest’ultima c’è qualcosa in più da dire: questa avventura si basa fondamentalmente sulla navigazione, e per quanto sia gradevole l’effetto schiuma, con tanto di scia lasciata alle nostre spalle dalla nostra imbarcazione… non ci sono spruzzi. Che si siano onde alte, calma piatta o l’inferno delle traversate, non ci sono schizzi d’acqua. Un vero peccato. Non si tratta di uno zero spaccato, sia chiaro, perché un minimo di schiuma bianca si alza dalla chiglia quando solchiamo il mare… ma niente di più.

Ultima menzione va fatta per il comparto sonoro. Per l’intero gioco non sentiremo mai parlare Kara, né nessun altro, quindi non ci sono doppiaggi da giudicare, a meno che non vogliamo calcolare due o tre versi di dolore o gioia che vengono fuori durante il gioco o i video. Le tracce musicali sono 3 o 4 in totale, sempre le stesse, che impareremo facilmente ma che purtroppo verranno a noia quasi subito. Molto gradito tuttavia il “tema” musicale dedicato ad ogni creatura più pericolosa che si incontra, che cambia in base all’animale stesso (sommando questi piccoli temi, si avranno più tracce della soundtrack generale). La localizzazione completa in italiano è un pro decisamente gradito, soprattutto data la complessità.

Windbound
7.8
Voto 7.8
Condividi l'articolo
Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.