Come un fulmine a ciel sereno, torniamo a parlare di una vecchia conoscenza: non solo negli ultimi anni l’editore polacco Klabater ci ha visto lungo, proponendoci un ottimo Regalia: of Men and Monarchs di Pixelated Milk, ma durante la Gamescom di Colonia di 2 anni fa ci presentava in anteprima un ancora acerbo titolo dedicato alla rivoluzione francese, interessante quanto ambizioso. Purtroppo il nostro primo approccio con We. The Revolution fu abbastanza fugace a causa delle tempistiche di fiera – e come capirete tra poco, anche a causa della natura in gran parte testuale del titolo – ma oggi, dopo la sua uscita nell’etere, siamo pronti ad analizzarlo a fondo e a dare il nostro giudizio definitivo.
Proprio di giudizio tratta il gioco dei polacchi di Polyslash, perché all’interno di We. The Revolution vestiremo proprio i panni di un giudice di corte, nel pieno periodo della rivoluzione francese, dove nonostante la vittoria dei rivoluzionari alla Bastiglia la situazione di Parigi risulta tutt’altro che stabile, e i focolai di malcontento – soprattutto violenti – sono all’ordine del giorno.
Ordinaria amministrazione
Prenderemo quindi il controllo di Alexis Fidèle, ma il nostro compito sarà tutt’altro che semplice. Dopo un breve tutorial dedicato a un piccolo caso di liti di quartiere (dove anche il nostro figlioletto sarà coinvolto), i casi che ci si pareranno davanti saranno sempre più angusti e intricati. Badate bene, il nostro compito non sarà quello di risolvere un caso, non si tratta di un gioco investigativo, ma sarà quello di utilizzare i fatti a nostra disposizione per scoprire – tramite un piccolo puzzle – le domande che sarà possibile fare all’imputato, e scegliere attentamente quali porre, perché sia la platea, sia la giuria, sono all’ascolto. La giuria suggerirà un proprio verdetto, ma saremo noi stessi a dare il giudizio definitivo. Chiaramente ogni nostra singola scelta avrà delle ripercussioni determinanti nella nostra popolarità, ma anche nelle azioni e nella risposta del popolo, che siano gente comune, aristocratici o rivoluzionari. Assoluzione, prigione, o pena di morte tramite ghigliottina? La scelta dovrà essere ponderata per più di un motivo.
Facciamo però un passo indietro: per poter dare il nostro verdetto, dovremo analizzare attentamente tutti i documenti a nostra disposizione, disposti ordinatamente sulla nostra scrivania. Venendo a conoscenza dei fatti, avremo un ottimo quadro generale della situazione. Il nostro compito però, ben presto, non si limiterà solo a sparare una sentenza, ma anche di compilare un rapporto (dalla parte burocratica), e parlare alle persone in piazza (perché la nostra importanza è destinata a crescere). Quest’ultima meccanica si presenterà in varie occasioni, come momenti particolari della storia, o quando condanneremo a morte una persona, ma anche quando dovremo convincere delle personalità importanti a parteggiare per noi. Sceglieremo quindi se essere umili o austeri, aggressivi o manipolatori, ma sempre facendo attenzione a non rendere sospettosa o irritata la folla o la persona che abbiamo di fronte!
Tuttavia, ci troviamo solamente di fronte alla punta dell’iceberg. Una cosa fondamentale infatti, sarà anche tener conto del flebile equilibrio che lega la figura paterna del nostro Alexis all’interno della famiglia: alcuni dei nostri verdetti avranno un’influenza anche sui due figli, sulla moglie e sul padre del nostro giudice, così come anche le attività casalinghe o familiari che decideremo di intraprendere al termine della giornata di lavoro.
L’importanza, pesa
Arriviamo quindi a non dover solamente gestire una corte, ma anche la nostra influenza su tutto il territorio di Parigi, dove la sottile linea rossa tra i focolai di rivolta e la quiete dei cittadini può rompersi da un momento all’altro. Tutto questo, senza dimenticarsi degli alleati che ci daranno una mano (e per questo motivo dovremo accumulare sempre più consensi) ma anche dei cospiratori e dei poco di buono che si aggirano per le strade della capitale francese. Nostro compito sarà anche quello di rendere la città un quartiere più vivibile, dando un nostro tocco – con eventuali conseguenze – ai vari quartieri… tipo una statua, o migliorie alle strutture.
Tutto ciò va quindi a delineare diverse fasi del gioco, una moltitudine di meccaniche accatastate una sull’altra che creano un pot pourri decisamente variegato, ma che tuttavia non trova l’eccellenza in nessuna delle sue sfaccettature. Uno dei problemi principali di We. The Revolution sta proprio nel voler fare tante, troppe cose, tutte contemporaneamente, e molte di queste non sono appaganti come altre. Se a questo aggiungiamo il fatto che circa il 90% del gioco è basato sulla lettura, i ritmi saranno parecchio lenti, e questo fa sì che il gioco di Polyslash sia adatto solamente a una piccola nicchia di giocatori.
La legge è uguale per tutti?
Il nocciolo della questione è questo: We. The Revolution non è un titolo per tutti. L’opera è appagante, intrigante e longeva, tuttavia quelli della lentezza e della moltitudine di meccaniche ristrette in un unico gioco sono solamente due dei difetti che possiamo trovare: ad esempio l’estrema quantità di documenti da analizzare, dialoghi da seguire, e soprattutto importanti nozioni sulle quali può basarsi una difficile alleanza, sono tutte quante indispensabili per godere appieno dell’esperienza, ed è per questo che una localizzazione migliore sarebbe stata indispensabile. Già, purtroppo non sarà possibile godere di questo titolo anche in Italiano, ma solo in Inglese, Polacco e Francese. Filosoficamente parlando, e strategicamente parlando, We. The Revolution riesce nel suo intento del tenerci costantemente sul filo del rasoio, forse anche troppo, ed è per questo che una frase meno chiara o una situazione non interpretata al meglio potrebbero infastidire non poco. Artisticamente parlando il gioco è semplice, ma dannatamente consono; è però corredato di una colonna sonora anonima e veramente poco presente. Il lungo periodo di sviluppo perciò ha portato Polyslash a creare un titolo carico di significato, ma che purtroppo non potrà avvicinare tutti.