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We Are Football – Recensione, fate largo alle donne!

We Are Football sta arrivando in città, e noi rispondiamo alla convocazione proponendovi la nostra recensione. Il nuovo gestionale a tema calcistico per PC è nato dalla mente geniale di Gerald Köhler, padre della nota serie Football Manager, con la collaborazione di THQ Nordic. Si tratta di un titolo fresco, ma in grado di profumare anche di vintage, grazie a diverse feature e ad alcune scelte grafiche che approfondiremo più in là. Si tratta, dunque, di un’opera colma di pregi, ma anche di difetti, alcuni piuttosto marcati. Nonostante questo, però, grazie alla cura maniacale dei dettagli, riuscirà a ritagliarsi uno spazio nel mercato dei manageriali di calcio e, in futuro, avere la possibilità sgomitare con il mostro sacro Football Manager per la prima posizione di questa categoria videoludica. Una sfida in stile FIFA versus PES all’orizzonte? Capiamo.

Andiamo a scoprire di cosa si tratta: ci aspettano una marea di partite, di interviste e, soprattutto, di vittorie. Pronti? Via!

We Are Football Recensione

Scegli la tua squadra

We Are Football consente di personalizzare al meglio la propria esperienza di gioco: è disponibile, oltre alla classica modalità in giocatore singolo, anche la nuova modalità Due giocatori: in questo caso, dunque, voi e i vostri fratelli o sorelle smetterete di litigare perché in questo modo potrete giocare contemporaneamente. Una volta che avrete scelto la vostra modalità preferita, sarete chiamati a fare una scelta importante: decidere in quale club andare ad allenare, oppure lasciare la scelta nelle mani del fado. Nel caso in cui sceglieste la seconda opzione, vi troverete davanti alla prima scelta azzeccata degli sviluppatori: sarete chiamati a rispondere a una serie di domande, le cui risposte andranno a configurare le vostre caratteristiche. Insomma, se sarete un manager più attento al bilancio, alla psicologia o ai rapporti con la stampa, dipenderà esclusivamente dalle vostre risposte. E non è finita qui, perché in base alle vostre caratteristiche, vi verranno proposte tre squadre, una per volta. Fate la vostra scelta in maniera ponderata perché, nel caso in cui non trovaste la squadra dei vostri sogni, potreste iniziare la vostra avventura da allenatore disoccupato. In questo caso, potrete indicare quale squadra si vorrebbe allenare (ne potrete scegliere quattro) e in quale nazione, serie minori comprese (tre opzioni).

Una volta scelta la squadra, riceverete alcuni Punti Azione, una sorta di valuta che vi consentirà di velocizzare alcune azioni o di avere la meglio nel corso di trattative particolarmente complicate. Tra le azioni che potrete velocizzare, troviamo: miglioramenti dei calciatori, miglioramenti dello stadio, miglioramenti delle strutture di allenamento. Un meccanismo vecchio che, semplicemente, non funziona, e anzi non aggiunge niente all’esperienza di gioco. Arriviamo poi purtroppo al più grande problema di questo titolo, ovverosia l’assoluta mancanza di licenze. Sognavate di acquistare Mbappé e di farlo giocare nella Pergolettese? Non sarà possibile. Portare Halland alla Sambenedettese? Neanche. E con questo viene meno un po’ il senso dei titoli manageriali calcistici: rendere possibile l’impossibile.

We Are Football Recensione

Proseguiamo la nostra recensione concentrandoci su una delle novità introdotte in questo titolo: livello e abilità. Ogni atleta, infatti, è contrassegnato da un livello, al quale corrispondono stelle di vari colori. Stesso discorso per le abilità: in questo caso però, oltre al colore troverete dei + o dei -, che vi daranno la dimensione dello sviluppo del calciatore in una determinata abilità. Sviluppo che sarete in grado di personalizzare grazie ai Punti Azione, come detto, e anche grazie alla scelta degli allenamenti: sarete voi infatti a pianificare le sedute di allenamento, a meno che non vogliate delegare questo compito al vostro vice.

La grande cura dei dettagli

In We Are Football potrete visitare diversi musei. Come dite? Musei in un manageriale di calcio? Sì, avete capito bene. THQ Nordic ha pensato di realizzare un museo in 3D dedicato a ogni squadra presente nel titolo. La realizzazione non è un granché dal punto di vista grafico, ma è senza dubbio un ottimo modo per far conoscere agli sportivi la storia di club magari meno noti. Potrete fare la stessa cosa con il centro sportivo presso il quale la squadra per cui lavorate si allena instancabilmente al ritmo delle vostre urla. In tutto questo, perché non metterci un bel tour dello stadio? E c’è di più: ogni miglioramento che apporterete al vostro stadio o al vostro centro sportivo lo potrete ammirare con i vostri occhi. Potrete, dunque, ammirare la crescita del vostro club, che passa anche dallo sviluppo delle proprie infrastrutture.

La vera chicca però è un’altra: potrete infatti scegliere la destinazione del vostro ritiro a inizio stagione. Normale amministrazione, penserete voi, e vi sbagliate di grosso. Ogni location è accompagnata da una foto e dalle caratteristiche della stessa, tra le quali spiccano la qualità del sonno, svago e strutture d’allenamento. La scelta della sede del ritiro è fondamentale, perché allenarsi e dormire bene in strutture all’avanguardia vi darà una marcia in più nel corso della stagione. E mi raccomando… scegliete una destinazione con poca vita notturna. Ci siamo capiti. Anche perché stiamo parlando di un titolo nel quale, prima delle partite in casa, è possibile provocare un’interruzione: se si tratterà un fanatico pagato, un faro che si spegne improvvisamente o un irrigatore che parte a caso, lo deciderete voi.

L’OST è davvero calzante. Non è statica, ma varia a seconda del momento: coinvolgente prima delle partite, trionfale dopo una vittoria e meravigliosa quando si esplora l’interfaccia, tra una trattativa e l’organizzazione degli allenamenti della settimana. Insomma, è necessario sottolineare la bontà della colonna sonora perché non è cosa scontata in titoli come questi. Per questo, nonostante c’entri poco in una recensione riguardante un manageriale calcistico, desideriamo rimarcare il buon lavoro fatto dai compositori. Davvero, non vi sentirete mai spinti a spegnere le musiche del gioco perché non sentirete la necessità di ascoltare altro, nonostante, sia chiaro, sarete liberi di farlo.

Altro punto a favore sono le animazioni, quella del sorteggio su tutte. Che si tratti del sorteggio della coppa nazionale o della Coppa dei Campioni, non farà alcuna differenza: vi sembrerà di essere a Nyon a scoprire con passione quale squadra dovrete affrontare. Al contrario, la scelta di rappresentare le azioni delle partite con il mezzobusto del calciatore e alcune linee che indicano, all’occorrenza, la direzione dei passaggi, i tiri e i dribbling, non convince. Troppo scarna e poco coinvolgente: persino i famosissimi pallini 2D della concorrenza sarebbero stati una scelta migliore.

La vera novità introdotta in We Are Football e, più in generale, nel micro-mondo dei gestionali calcistici è l’avvento delle squadre femminili. Per questo abbiamo deciso di dare spazio a questa novità nella nostra recensione. Purtroppo, come nel caso dei colleghi uomini, senza l’ombra di una licenza. Poco male, perché i signori di THQ Nordic, con questa scelta, hanno fatto la storia del genere. Il calcio in salsa rosa è in continua espansione, anche nell’universo videoludico: FIFA, simulatore calcistico, già da qualche hanno ha introdotto le giocatrici femminili. Passando a tutt’altro sport, il basket, abbiamo il caso di NBA 2K: anche qui le donne sono arrivate, grazie all’introduzione di alcune squadre della WNBA nel gioco. Insomma, era ora che le calciatrici trovassero spazio anche in un gestionale calcistico.

Il grande dubbio

We Are Football è, nonostante le gravissime mancanze, un titolo discreto. Il vero problema è che ha poco o nulla di davvero innovativo, soprattutto guardando alla concorrenza. Per questo, c’è da chiedersi per quale motivo gli appassionati del genere dovrebbero scegliere questo titolo a discapito di realtà che, negli anni, si sono consolidate come leader del settore. Poche novità, scelte discutibili, la mancanza di licenze rendono questo titolo semplicemente non all’altezza.

Andiamo a vedere nel dettaglio i problemi che affliggono il titolo nato dalla mente di Gerald Köhler, padre proprio di Football Manager. Intanto, l’interfaccia è confusionaria: troppi elementi a schermo, a volte il giocatore ha la sensazione di non sapere cosa fare. La stessa sensazione si ha quando si entra in partita: troppi dati, troppi elementi, non è accattivante e non è in grado di trascinare il giocatore nell’evento. A questo, come abbiamo visto, si aggiunge la terribile animazione delle cosiddette azioni salienti. Un mezzo disastro.

We Are Football Recensione

La gestione dei trasferimenti è, semplicemente, inadeguata. Scegliere i calciatori da acquistare è macchinoso, lento e decisamente troppo complesso. Purtroppo, questa particolare feature paga lo scotto della mancanza delle licenze, che per forza di cose la rende meno accattivante e funzionale. Persino Hattrick, gestionale di calcio gratuito per PC e smartphone, ha una sezione Trasferimenti più efficace.

Altra gravissima mancanza del titolo pubblicato da THQ Nordic è la totale assenza del comparto online: la modalità multi-giocatore, dunque, è confinata al locale. La speranza è che questa venga implementata in futuro, perché in caso contrario We Are Football sarebbe un gioco “monco”: è ormai impensabile non implementare il multiplaying online in titoli come questi.

In definitiva, i problemi di questo titolo superano di gran lunga l’ambizione degli sviluppatori che, nonostante tutto, sono stati in grado di dar vita a un titolo con una buona base dalla quale ripartire in futuro. Si sappia, però, che c’è tantissimo lavoro da fare.

We Are Football

5.5

I tanti difetti, i pochi pregi e la sensazione che non ce ne fosse realmente bisogno, rendono We Are Football un titolo superfluo. Le fondamenta sulle quali si basa restano buone, ma i problemi stanno nel complesso: nessuna feature introdotta nel titolo sviluppato da THQ Nordic è degna di nota. L'unica nota positiva è l'introduzione del calcio femminile, la prima volta per un gestionale calcistico. Il resto è un mix abbastanza povero. Peccato, perché un'alternativa credibile ai colossi del genere sarebbe servita non poco, e non è comunque detto che questa non possa essere una buona base da cui partire per lavorare e migliorare.

Raffaele Palmieri
Videogiocatore dalla nascita: al posto del biberon, stringevo tra le mie manine un controller del NES. Nintendaro per scelta, tradisco il mio grande amore costantemente con Sony e Microsoft.

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