Visage – Recensione dell’horror sviluppato da SadSquare

Visage sarà stato in grado di soddisfare i fan ancora in lutto per la prematura scomparsa di quel P.T. targato Hideo Kojima?

Paolo Saccuzzo
Di Paolo Saccuzzo - Staff Writer Recensioni Lettura da 8 minuti
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Visage

P.T. di Hideo Kojima, partito per essere un semplice teaser giocabile di quel Silent Hills che non ha poi mai visto la luce, fin dal giorno della sua pubblicazione ha ispirato molti sviluppatori indie per le loro opere, rivoluzionando di fatto il panorama dell’horror in prima persona. Inutile sottolineare come nessuno sia riuscito ad avvicinarsi alla qualità dell’opera targata Kojima, e molto spesso questi titoli risultavano più come delle mere copie carbone senza anima di P.T. che dei veri giochi a tutto tonto. Visage però è una notevole eccezione a questa regola. Sviluppato dal piccolo team SadSquare Studio di Montreal, Visage è uscito dall’Early Access il mese scorso e merita di essere preso sul serio, perché a differenza di tutti i “P.T. Clone” venuti prima, questo mostra fin da subito una grande ambizione di fondo. Visage sarà quindi in grado di soddisfare i fan ancora in lutto per la prematura scomparsa di Silent Hills?

All work and no play makes Jack a dull boy

In Visage non c’è spazio per i convenevoli fin dal suo prologo, dove saremo testimoni di un’inquietante scena in prima persona in cui un uomo uccide quella che sembra essere la propria famiglia, per poi puntare la pistola su sé stesso e premere il grilletto. A questo punto prenderemo i comandi di un uomo di nome Dwayne Anderson, che vive da solo nella stessa casa in cui sono avvenuti gli omicidi appena menzionati. Chi siamo noi? Quale verità si cela dietro quel macabro omicidio? E quali altri misteri nasconde questa oscura abitazione? Numerose persone sono state protagoniste di inquietante incidenti in questa casa e toccherà a noi scoprire le loro storie mentre ci faremo strada durante l’avventura.

visageVisage non è una storia dalle risposte facili. Come ogni buon mistery horror che si rispetti infatti, ci si può godere l’esperienza sia a livello superficiale o andando ad approfondirne – grazie alle miriade di indizi presenti – l’intricata narrativa. Se sei quel tipo di persona che ama speculare grazie agli elementi che la narrativa di una storia offre, Visage è la storia giusta per te, ma se invece ti aspetti una trama chiara e un finale tradizionale e soddisfacente potresti rimanere fortemente deluso.

Come ogni buon mistery horror che si rispetti, Visage non è una storia dalle risposte facili.

In Visage ci saranno vari elementi di gameplay presi direttamente dai grandi esponenti del genere, dai classici enigmi in stile survival-horror ad un sistema di sanità mentale che induce allucinazioni se si verificano una certa quantità di eventi inquietanti o si trascorre troppo tempo nell’oscurità. Lo schema di controllo del gioco, che consente di tenere oggetti con entrambe le mani o in un piccolo inventario, richiede una certa pratica prima di riuscire a prenderci dimestichezza. Nello specifico potrebbero comportare alcuni problemi oggetti come la mazza o il piede di porco, i quali seppur possono essere trasportati con una mano, le richiederanno entrambe per essere utilizzati. Questo, nella maggior parte dei casi, si traduce o nel dover posare un oggetto nell’inventario oppure nel far direttamente cadere a terra uno dei due oggetti se non abbiamo più spazio. Se fosse stato un titolo da una manciata di minuti come P.T. questo problema non sarebbe stato eccessivamente fastidioso, ma visto che Visage può durare la bellezza di dieci ore la cosa potrebbe diventare presto frustante.

Anche il design dei puzzle è ripreso a piene mani da P.T., e anche in questo caso la soluzione ludica adottata scricchiola non poco. Se nell’opera di Kojima la risoluzione degli enigmi con “tentativi casuali” funzionava, visto che tutta l’esperienza si svolgeva in un corridoio, nel caso di Visage il fatto che il titolo sia molto più ampio rende questa meccanica meno efficace. Vi ritroverete infatti ancora a fare cose parecchio casuali come bussare tre volte ad un muro a caso per aprire una porta in un altro punto dell’abitazione, o ancora sarete chiamati a mettere una pantofola specifica su un letto per evocare un fantasma. Molto spesso ci ritroveremo bloccati e le uniche vie per procedere saranno due: o frugare per la mappa in modo casuale oppure consultare una guida un paio di volte.

Vieni a giocare con noi, Danny?

Qualunque sia la critica fin qui rivolta al titolo per quanto concerne il gameplay, bisogna ricordare il fatto che Visage sia un gioco horror e va valutato soprattutto per la sua componente orrorifica. Da questo punto di vista il titolo targato SadSquare Studio funziona egregiamente. Per quanto Visage potrebbe non essere impressionante tecnicamente, graficamente la casa che saremo chiamati ad esplorare appare incredibilmente reale. Questa snervante verosimiglianza rende ogni rumore ed ogni ombra più terrificante di quello che dovrebbe essere in realtà. Vi avvertiamo, Visage non è per i deboli di cuore o per coloro facilmente sensibili e impressionabili, poiché i jumpscare saranno sempre dietro ad ogni angolo e non avranno alcuna pietà di voi. E questo vale sia per i neofiti del genere che per i veterani che vivono a pane e horror. Visage colpirà sempre quando meno ve lo aspettate, anche quando credete di essere al sicuro. A rendere l’atmosfera del titolo così azzeccata ci pensano soprattutto le varie ambientazioni esplorabili, da un ospedale abbandonato ad un cimitero spettrale oltre a vare mondi contorti e raccapriccianti.

visageVisage ha una particolare struttura a capitoli i quali sono tutti molto differenti tra loro: Il primo, intitolato “Lucy”, è il più simile a P.T., il secondo, “Dolores”, è più incentrato sugli enigmi, il terzo, “Rakan”, è molto più survival horror visti i vari incontri con i nemici che andranno susseguendosi, mentre il capitolo finale è un viaggio psichedelico attraverso molteplici mondi, uno più inquietante dell’altro. Per quanto questa scelta di dividere il titolo in quattro capitoli così differenti tra loro possa rendere da un lato l’esperienza non omogena, va dato atto a SadSquare di aver osato sperimentando con molte idee differenti.

Visage non è per i deboli di cuore.

Visage è un titolo a tratti irritante. Ci sono momenti dove saremo tentati dal mettere da parte l’opera e passare ad altro per via di alcuni oggettivi difetti di gameplay, senza considerare i numerosi bug e glitch, i quali saranno vostri compagni di viaggio per la durata dell’intera avventura. Detto questo, c’è da considerare che il punto forte di Visage è racchiuso senza ombra di dubbio nella sua atmosfera. Nelle quasi dieci ore in cui abbiamo giocato a Visage, abbiamo scoperto un mondo sorprendentemente affascinante e ricco di dettagli che spingerà molti di voi ad approfondire ulteriormente la narrativa per scoprirne ogni indizio e dettaglio, il tutto al fine ultimo di dare un senso all’intricata storia partorita dai ragazzi di SadSquare.

Visage
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Voto 7
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Staff Writer
Laureato in Lettere Moderne e in Comunicazione della e Cultura dello Spettacolo, da sempre appassionato di tutto ciò che concerne l'intrattenimento in tutte le sue forme, dal cinema alle serie TV, dai fumetti alla musica, fino ad arrivare ai videogiochi. Amante del mondo Sony, è però cresciuto con i classici Nintendo, nello specifico Super Mario 64 e The Legend of Zelda: Ocarina of Time.