L’arrivo di Tomb Raider Definitive Edition su Nintendo Switch e Switch 2 ha spiazzato un po’ tutti. Parliamo di un titolo il cui primo rilascio è avvenuto nel 2013, al termine della generazione PS3 e Xbox 360 per intenderci, e la cui Definitive Edition era già disponibile da molti anni per la generazione successiva (ossia PS4 e Xbox One). Noi lo abbiamo provato su Nintendo Switch 2 nello specifico, e queste sono le nostre considerazioni sulla resa tecnica del Tomb Raider che diede i natali alla trilogia “moderna” dei titoli con protagonista Lara Croft!
Perché giocare (o rigiocare) Tomb Raider su Nintendo Switch 2?
Quando un videogioco precedentemente disponibile su altre piattaforme fa il debutto in una console diversa (o quando debutta su PC) ci si dovrebbe chiedere anzitutto perché preferire quella o l’altra versione in sede di acquisto. Se avete solo una piattaforma la scelta si indirizza da sola, ma chi magari ha più di una console (o console + PC) la domanda giustamente se la pone. Partiamo col dire che Tomb Raider Definitive Edition per Nintendo Switch 2 non è la miglior versione del gioco, che rimane quella su PC, però è senza ombra di dubbio la miglior versione per home console – a fronte di elementi oggettivi e che vanno oltre le preferenze personali.
Anzitutto contestualizziamo per quelli che, tra di voi, sono meno avvezzi alle specifiche tecniche delle console. Nintendo Switch 2 per potenza potremmo metterla su un piano molto simile a Xbox Series S, e là dove ci sia gap con la console di casa Microsoft, ci pensa il DLSS di Nvidia a migliorare le prestazioni e la qualità visiva. Una console che per le esclusive Nintendo è forse pure troppo potente, visto che graficamente non puntano sicuramente al fotorealismo di solito, ma che di riflesso permette di accogliere tutta una serie di titoli che prima non era possibile inserire nel catalogo (se non con versioni Cloud come nel caso di Control). Tomb Raider a dirla tutta poteva girare anche sulla prima Switch, e infatti la Definitive Edition appena pubblicata in casa Nintendo ha anche quella versione, ma su Switch 2 gira molto meglio dal punto di vista del framerate. Visivamente è inoltre più convincente in modalità portatile.
Essendo un gioco con i suoi anni sulle spalle, su uno schermo in 4k molto grande si nota di più, mentre sullo schermo 1080p della Switch 2 è più nel suo “habitat”, considerando soprattutto che gira a 60 fps in entrambi i casi.

Facendo tutte le prove del caso è praticamente la versione PS4 e Xbox One della Definitive Edition, a tratti forse la resa è anche migliore. In fondo parliamo di una console che, come detto, è praticamente al livello dell’entry level current gen, quindi è naturale che sia così. Perché però non giocare Tomb Raider Definitive Edition su PS5 o Xbox Series? Sono validissime opzioni anch’esse, ma Switch 2 è pur sempre una console ibrida e, un po’ a sorpresa, per quanto ci riguarda, su questa console fa anche uso della Mouse Mode. Se vogliamo è anche un segnale forte perché se si sono presi la briga di implementarla, in un porting che probabilmente nemmeno venderà moltissimo in quanto è un gioco molto vecchio, allora potrebbe essere più semplice di quello che si pensi da includere. Che sia un indizio di come in futuro ogni release con componente di shooting, su Nintendo Switch 2, disporrà della Mouse Mode? Su Tomb Raider funziona piuttosto bene, è anche possibile scegliere la sensibilità sia per la visuale sia per la mira. Un dettaglio che può sembrare irrilevante ma che rende più apprezzabile il tutto.
Una scelta in più per il giocatore sarà sempre meglio di una scelta in meno, soprattutto per quanto riguarda i controlli. Inoltre si tratta di una Mouse Mode dinamica, in quanto basta appoggiare il Joy Con destro su una superficie per entrare in Mouse Mode e staccarlo da essa per tornare allo stick. Continuiamo a sostenere che il movimento a “lancetta di orologio”, per gestire l’asse orizzontale della visuale, sia comodo tanto quanto il movimento classico di un mouse, se non addirittura di più, perché è un movimento associato in maniera naturale a quello a schermo. Non possiamo però ignorare come il gioco sia invecchiato dal punto di vista della struttura, già anche solo rispetto ai capitoli successivi della serie si nota quanto sia arretrato. Se vi è piaciuto ai tempi, si tratta di un ottimo modo per giocarlo, ma se lo state recuperando ora per la prima volta noterete i 12 anni di vecchiaia più nei contenuti che nel comparto grafico.
Per quanto non sia ingiocabile o brutto, ovviamente, parliamo di un titolo che prima era un mezzo must have della settima generazione, mentre ora è un buon “nice to have” quando non sapete cosa giocare e vi va di recuperare un titolo di quel periodo. Parliamo pur sempre di Tomb Raider, non è certo un brutto gioco.
In definitiva, a nostro avviso Tomb Raider Definitive Edition vede nella versione Switch 2 la migliore in assoluto nel panorama delle home console, e ci aspettiamo che anche i prossimi porting, o release multipiattaforma in generale, vadano a sfruttare appieno le peculiarità di Switch 2. Perché se è stato fatto per il porting di un gioco uscito 12 anni fa, al quale tendenzialmente non si aveva più nulla da chiedere, allora si può e si deve fare anche per altre produzioni.