The Wandering Village Recensione: per crescere una bestia, ci vuole un villaggio

The Wandering Village è un city-builder alternativo e pieno di varianti per una sfida sempre nuova

Sara Pandolfi
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Sara Pandolfi
Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande...
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The Wandering Village
7.8 Buono
The Wandering Village

Il mondo dei videogiochi si divide tra generi “mainstream” e generi di nicchia: nella prima categoria rientrano senza alcun dubbio tutti quei titoli che affollano in maniera costante le liste di candidati per il premio di gioco dell’anno, come gli RPG, gli action, gli FPS, mentre fanno parte della seconda categoria tutti quei generi che, per varii motivi, sono relegati ad una cerchia di pubblico molto ristretta: vuoi per il gameplay o per le logiche molto particolari, vuoi per il tipo di target a cui questi progetti sono indirizzati. Il titolo che andiamo ad analizzare oggi appartiene di gran lunga a questa seconda categoria: The Wandering Village, sviluppato da Stray Fawn Studio, appartiene infatti al genere dei city-builder. Questo tipo di prodotto, pensato per i giocatori PC con il pallino per la strategia, arriva con questo emergente progetto su console, con l’intenzione di presentare al pubblico un modello semplice, diretto, ma anche originale e capace di preservare tutte le caratteristiche del caso. Proseguite la lettura della nostra recensione del titolo nella sua versione PS5.

Una molteplice sfida

Essendo un city-builder, non possiamo affermare che ci sia una vera e propria trama da seguire: ci troviamo in un mondo alternativo infestato da una piaga che costringe un piccolo gruppo di individui a trovare una nuova casa per prosperare. L’intera avventura si svolge sulla mastodontica schiena di una bestia simil-dinosauro, Onbu, sulla quale crescono alberi, funghi, ed è possibile estrarre rocce e argilla per costruire case e infrastrutture.

Iniziamo col dire che The Wandering Village è un titolo pensato per un pubblico particolarmente ampio: ciò è dovuto – più che alle meccaniche da city-builder, che rimangono decisamente ancorate al genere senza andare a formare bizzarri ibridi più appetibili ad un mercato come quello attuale – ad una serie di accortezze ragionate dal team di sviluppo che vi elenchiamo di seguito.

In primo luogo, è decisamente riduttivo parlare solo del livello di difficoltà (selezionabile per ogni partita tra “storia”, “sfida” e “sandbox”) ma, soprattutto, dei vari fattori di ostilità che possiamo indicare per rendere la nostra avventura più difficile e stimolante. Tra questi indichiamo fattori che cambiano la topografia di Onbu, come l’assenza di cespugli di bacche per nutrire i propri cittadini nelle fasi iniziali dell’avventura, ma anche aspetti che vanno a rendere più ostica la gestione della vitalità di Onbu stesso.

Un fattore da considerare che rende questo city-builder diverso dagli altri è proprio questo: non abbiamo il “solo” compito di preservare i nostri piccoli coloni, ma anche di Onbu, che richiederà attenzioni per essere nutrito, curato e guidato nei suoi spostamenti nel mentre che, sopra di lui, si costruiscono capanne, segherie e fattorie. Questo fattore rende di fatto il titolo molto intricato, perché ci ritroveremo così a dover gestire una grande quantità di elementi e variabili.

The Wandering Village

Costruire, nutrire, sopravvivere

Da bravo city-builder che si rispetti, The Wandering Village ha un’interfaccia studiata per un’utenza PC: ricca di particolari, scritte delle volte fin troppo piccole e fitte, icone non sempre facili da riconoscere, tendine da aprire e chiudere volta per volta. L’adattamento del controller come “mouse forzato” è una scelta di per sé sempre infelice, e questo caso non fa eccezione. Rendere meno densa l’interfaccia avrebbe significato rinunciare ad alcuni aspetti utilissimi per la propria avventura, ma non vi era veramente modo di adattarla alla piattaforma?

Ciononostante, il titolo presenta diversi elementi che aiutano il giocatore meno avvezzo, e semplificano la vita a quello più immerso in questo genere di progetti: abbiamo alert rappresentati da bandierine colorate che vengono notificate nella suddetta interfaccia, indicazioni da parte del gioco in merito a cosa conviene costruire prima e cosa dopo, ma senza essere stringente e portarci ad un percorso costrittivo, cosa che avrebbe reso nullo il senso di continua sfida che invece il gioco propina mediante, anche, i Trofei disponibili: 33 mini-sfide per gli appassionati.

The Wandering Village

Una favola dai toni delicati

Passando al lato artistico del progetto, sottolineiamo uno stile non ambizioso, ma minimale e comunque degno di essere ricordato con personalità: i piccoli abitanti del villaggio sono figure emerse da un cartone animato, con contorni morbidi e rotondi, mentre tutto il mondo di gioco, dalla struttura più complessa, si arricchisce di colori delicati e naturali, creando una palette realistica e gradevole. Anche la colonna sonora presenta picchi mai esaltanti, ma comunque degni di nota che la rendono il perfetto accompagnamento per questa esperienza impegnativa ma rilassante per atmosfera e visibilità.

The Wandering Village
The Wandering Village
Buono 7.8
Voto 7.8
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Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande N.